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Giorgia Meloni

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Italia Paese affidabile, la premier Giorgia Meloni: «Parlare con Biden e con la Cina sono due cose che possono stare insieme, è importante farle stare insieme»

Dagli Stati Uniti Giorgia Meloni mette in chiaro un concetto: «I fatti dimostrano che il nostro è un governo affidabile». Chiude così la missione in America, soddisfatta del bilaterale con Joe Biden, dell’incontro con Henry Kissinger, dal faccia a faccia con la direttrice del Fondo Monetario internazionale Kristalina Georgieva con cui affronta il nodo Tunisia. Di tutto questo l’inquilina di Palazzo Chigi fa il punto in un’intervista con il direttore di SkyTg24, Giuseppe De Bellis.

«Italia Paese affidabile»

«L’Italia – scolpisce da Washington – è il principale dirimpettaio di questo continente e abbiamo una maggiore capacità di dialogare con loro». Tutto questo per allontanare le voci dissonanti che hanno accompagnato i primi dieci mesi dell’esecutivo più a destra della storia della Repubblica italiana. «Nella realtà quello che è emerso è un governo serio, affidabile, credibile, che pone con determinazione il tema dell’interesse nazionale, senza dimenticare gli interessi nazionali degli altri».

Ed è ancora più soddisfatta perché ha notato attenzione da parte del presidente americano sulla questione migranti e sui temi legati alla stabilizzazione dell’Africa.

«La conferenza sulle migrazioni è un’altra iniziativa sulla quale anche gli Stati Uniti sono stati molto interessati, ci hanno fatto i complimenti. Ritengono che possa essere molto utile mettere insieme tutti i Paesi del Mediterraneo allargato – quindi non solamente Paesi africani, Unione europea ma anche i Paesi arabi – nel ragionare su come si fermano i flussi. Perché poi, purtroppo, attraverso le reti di trafficanti ci sono anche tratte di droga, di organi, di esseri umani. E quel potere che queste organizzazioni criminali stanno assumendo si rivolta anche contro gli Stati, contro la loro stabilità, particolarmente in Africa».

«Quindi tutto diventa, in una guerra che è sempre più ibrida, un problema che noi dobbiamo focalizzare. Questo riguarda l’Alleanza Atlantica per esempio, riguarda i nostri partner, riguarda noi, riguarda i Paesi europei». A proposito, che ne sarà del rapporto con la Cina e del memorandum della via della Seta? «Parlare con Biden e con la Cina sono due cose che possono stare insieme è importante farle stare insieme».

L’apertura sul salario minimo e la voglia di dialogo

Su queste note Meloni ritorna in Italia e rivendica l’apertura sul salario minimo. «Sono io che ho aperto al dialogo sul salario minimo. Io ho fatto l’opposizione, non ho mai avuto problemi a dialogare ma buona parte dell’opposizione qualsiasi cosa tu faccia dice che non va bene e io lo considero un approccio sbagliato, che non è stato il mio».

L’inquilina di Palazzo Chigi apprezza invece «quando vede un approccio non pregiudiziale, ad esempio l’appello di Calenda sul salario minimo».

Non si fa attendere la risposta dell’opposizione. Prima tocca al leader del M5S, Giuseppe Conte: «Se la presidente Meloni vuole davvero dialogare sul salario minimo – e direi che letti i sondaggi le conviene – faccia una cosa concreta. Dica ai suoi parlamentari di rientrare prima dalle ferie e ci anticipi se è d’accordo con la nostra proposta, potremmo approvarla già ad agosto».

Poi è il turno della segretaria del Pd, Elly Schlein, che prende di mira la premier per la fine del reddito di cittadinanza: «169mila famiglie sono state avvisate che non riceveranno più un sostegno contro la povertà con un SMS, persone che hanno difficoltà a mettere insieme il pranzo con la cena. Brutale. La risposta della destra a queste persone sostanzialmente è: ‘fatti vostri’. E noi non ci stiamo».


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