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Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti

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L’Italia per la sede europea dell’authority antiriciclaggio (Amla) candida Roma. Risulta da una lettera del 4 luglio 2023 inviata al sindaco di Palermo che manifesta il pensiero del Governo nazionale circa la localizzazione prescelta. Nel giorno della relazione dell’unità di informazione finanziaria della Banca d’Italia sull’attività compiuta in direzione di contrasto al riciclaggio e al terrorismo, da Palazzo Chigi filtra la decisione di candidare Roma per ospitare la sede dell’Autorità europea anticiriclaggio (Amla). Bisognava scegliere in una lista di città che comprendeva anche la solita Milano, sempre presente, ma anche Bari, Torino e Palermo.

L’approccio è quello solito: da un lato Mezzogiorno, centrale a parole, dall’altro quando si tratta di fare fatti, di scegliere le città per i grandi eventi, o agenzie internazionali, quelle del Sud rimangono sempre ai margini.

Eppure le grandi agenzie internazionali, se localizzate nelle aree metropolitane del Sud, potrebbero costituire un presidio per diffondere un pensiero alternativo e far da lievito per migliorare il loro capitale sociale.

Potrebbero migliorare realtà spesso degradate che soffrono proprio di un humus complessivo di carenza di qualità che non consente loro di fare quel salto necessario.

Quando si tratta di prendere fregature il ministro Giorgetti è sempre presente, come è accaduto con la Intel, inopinatamente localizzata a Vigasio in provincia di Verona, dove, semmai il progetto si concluderà positivamente, dovranno spostarsi gli ingegneri di Catania, Bari, Palermo e Napoli, visto che quelli provenienti dalla realtà del veronese, ma in generale dal lombardo-veneto piemontese-emiliano romagnolo, sono tutti collocati già prima della loro laurea.

Infatti l’ufficializzazione della candidatura italiana per l’Amla era stata avanzata dal ministro Giancarlo Giorgetti, durante un bilaterale di inizio anno con il commissario Ue per la Stabilità finanziaria, i servizi finanziari e l’unione dei mercati dei capitali, Mairead McGuinness.

E dobbiamo ringraziarlo che non ha previsto per tale localizzazione le solite Brescia, Bergamo, Milano, Venezia.
Tutto questo avviene nel silenzio assordante delle città meridionali, che peraltro, nel settore, in particolare Palermo col suo contributo di sangue di molti servitori dello Stato a cominciare da Falcone e Borsellino, hanno contribuito ad un avanzamento importante delle tecniche riguardanti i sistemi di contrasto al fenomeno del riciclaggio, che come si sa è collegato profondamente con le attività della criminalità organizzata, in particolare mafia, camorra e ’ndrangheta.

Il processo per lanciare l’Autorità europea risale al luglio 2021, quando è arrivata la proposta della Commissione europea per il nuovo soggetto responsabile del contrasto al riciclaggio di denaro e finanziamento del terrorismo. Purtroppo come per i grandi eventi anche per l’agenzia europee il Sud è totalmente assente.

Non viene considerato come possibile sede. La giustificazione riguarda la sua mancanza di attrezzature complessive in termini anche di vivibilità e di servizi che lo rendono non partecipe alla gara. E invece di approfittare di tali occasioni per cercare di migliorare la vivibilità complessiva si utilizzano tali carenze per giustificare la eliminazione delle sedi più adatte come in questo caso.

Ovviamente la giustificazione è il progetto presentato dalle città candidate. Ma non dovrebbe essere il Governo ad aiutare le città più deboli invece che registrare soltanto la loro inadeguatezza per eliminarle dalla competizione?

L’Autorità dovrebbe diventare il centro di un sistema integrato con le varie autorità nazionali che hanno il mandato di vigilanza antiriciclaggio e antiterrorismo, sostenendo poi le Unità di informazione finanziaria locali e istituendo un meccanismo di cooperazione tra di loro.

In particolare l’esperienza degli organi giudiziari palermitani poteva diventare l’elemento fondamentale per una scelta che sembrerebbe quasi naturale, che dovrebbe indicare Palermo anche per il contributo di sangue dato da essa per il contrasto al fenomeno criminale mafioso. Invece con molta nonchalance si continua a concentrare tutto sulle grandi capitali del Paese, non facendo nulla per rilanciare le grandi città meridionali che meriterebbero un posto diverso nel contesto italiano.
Sotto la supervisione dell’Autorità ricadranno le attività di enti del credito e finanziari e anche i soggetti che operano nell’ambito delle criptovalute.

Da parte italiana, Roma Capitale è stata individuata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, d’intesa con il ministero dell’Economia e delle Finanze, il ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e il ministero degli Affari Europei. La decisione è stata comunicata con una lettera alle città candidate dal sottosegretario alla presidenza del consiglio Alfredo Mantovano. Ovviamente il sindaco Roberto Gualtieri ha reagito con molta soddisfazione: “Ringrazio il Governo per aver creduto nel nostro progetto. Una candidatura d’importanza fondamentale non solo per la Capitale ma per tutto il Sistema-Paese”.

Certo per un sistema Paese che vede le realtà contrapposte con redditi pro-capite che registrano differenze alcune volte fino al triplo di quelle più marginali.

Ancora la partita non è chiusa ma si pensa, per evitare di finire nel mezzo del rinnovo del Parlamento europeo, di definirla entro l’aprile 2024. E dimostra che, anche se ce ne fosse ancora bisogno, che in realtà quelle che riguardano la centralità del Mezzogiorno risultano soltanto grida manzoniane, senza alcun riscontro nei fatti operativi.

Ancora questo Paese stenta a capire che se il Mezzogiorno non si rialza tutto il Paese rischia anche la sua coesione sociale. Ancora i rumor allarmanti che partono dal Sud non arrivano a Roma.


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