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La squadra del governo Meloni schierata

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Matteo Salvini, Giorgia Meloni e poco altro. Questa la sintesi del posizionamento social del neonato governo di centrodestra che, di certo, non brilla quanto a presenza e performance sul web. Gli esempi peggiori, in questo senso, sono Giancarlo Giorgetti e Carlo Nordio, che benché a capo di due ministeri di primo livello (Economia il leghista, Giustizia l’ex magistrato) sono sostanzialmente evanescenti sui social media. Giorgetti può vantare, su Fb, una fan page dal nome piuttosto didascalico: “Giancarlo Giorgetti pagina fan”, la quale si ripromette di seguire l’attività del ministro. Ufficiale o no? Non è dato saperlo. Nordio, invece, marca visita su Facebook, Twitter e Instagram. Sulla stessa lunghezza d’onda anche Orazio Schillaci (Salute), pure lui assente su tutte le piattaforme prese in esame.

Dai peggiori ai migliori, ovvero – come anticipato – Salvini e Meloni, rigorosamente in ordine di popolarità online. Da leader politici, del resto, conquistare consenso è il loro lavoro. Il segretario del Carroccio (ministro per le Infrastrutture e la mobilità sostenibile) sui social, si sa, è una macchina da guerra. Questo si traduce in oltre 5 milioni di like su Fb, più di 2 milioni e 200mila follower su Instagram e quasi 1 milione e 501mila su Twitter. La premier è un gradino sotto: supera, infatti, i 2,6 milioni di “mi piace” su Fb, gli 1,3 milioni di follower Instagram e gli 1,6 milioni di seguaci su Twitter. In più, come Salvini, è presente con discreto successo anche su Tiktok.

I suoi ministri non raggiungono questi livelli ed è un peccato perché un limitato numero di utenti al seguito significa una minore capacità di veicolazione del messaggio, sia esso un’iniziativa, una legge, una presa di posizione su un argomento importante. Tra quelli senza portafoglio il migliore è senz’altro Nello Musumeci (Mare e Sud) che può sfruttare la popolarità social costruita negli anni da governatore della Sicilia. Su Facebook sfiora i 248mila like, mentre su Instagram e Twitter supera – rispettivamente – i 41mila e 500 e i 20mila follower.

Delude Roberto Calderoli (Affari regionali), presente solo su Fb (quasi 53mila mi piace) e va piuttosto male anche Elisabetta Casellati (Riforme istituzionali), che su Fb non ha una pagina ma un profilo personale, su Instagram non arriva a 1.500 follower e su Twitter supera di poco i 17mila e 300 seguaci. Raffaele Fitto (Affari comunitari) – che alle Europee del 2014 fu mister preferenza – potrebbe fare decisamente meglio dei circa 121mila e 100 like Fb e dei poco più di 30mila follower guadagnati, complessivamente, tra Instagram e Twitter. Sugli altri ministri senza portafoglio c’è poco da dire: nessuno di loro – prendendo insieme le tre piattaforme – raggiunge individualmente neanche la soglia dei 100mila utenti al seguito.

Passiamo ai ministri con portafoglio. Di Giorgetti, Nordio e Schillaci si è già detto in apertura. La migliore risulta essere Daniela Santanché (Turismo) che sfiora i 182mila like su Facebook e raggiunge quasi 197mila follower su Twitter. Molto più già la sua popolarità su Instagram (neanche 4mila seguaci). Non molto lontana Anna Maria Bernini (Università e ricerca) che, rispetto a Santanché, ha più seguaci su Fb (oltre 211mila e 800 like) e Instagram (più di 57mila follower) ma meno su Twitter (non arriva a 41mila). Terzo Guido Crosetto (Difesa), grazie soprattutto agli oltre 237mila e 100 follower Twitter.

Su Fb, infatti, non raggiunge quota 57mila like e su Instagram supera di poco i 20mila e 700 seguaci. Troviamo poi Francesco Lollobrigida (Politiche agricole e forestali), che su Fb si avvicina ai 105mila e 800 like ma ha performance decisamente peggiori su Instagram (oltre 21mila e 800 follower) e Twitter (quasi 18mila). Rinviato il giudizio su Matteo Piantedosi che si sta strutturando sui social, come dimostra la recente apertura di un profilo Instagram (mentre scriviamo con 4 follower). Peccato per neanche 3mila follower Twitter e i circa 20mila e 800 fan su Fb.

Poi le domande. La prima riguarda Antonio Tajani (Esteri): com’è possibile che un ex presidente dell’Europarlamento non raggiunga quota 100mila né se Fb che su Twitter e abbia meno di 40mila follower su Instagram. La seconda riguarda Giuseppe Valditara (Istruzione): come pensa di comunicare con le nuove generazioni se (tra Fb e Instagram) non viene seguito neanche da 2mila utenti? Infine Eugenia Roccella (Famiglia e natalità): un bacino da nemmeno 7mila utenti è sufficiente per dare conto delle politiche adottate a sostegno dei nuclei e delle mamme? Le risposte, forse, nei prossimi mesi.


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