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Parallelamente all’uscita del decreto legge che ha esteso l’uso del Green pass per l’accesso a numerose attività, il commissario all’emergenza Covid, Francesco Paolo Figliuolo, ha inviato una lettera a regioni e province autonome affinché pongano in essere “le azioni necessarie a dare priorità alle somministrazioni nei confronti degli studenti di età uguale o superiore ai 12 anni”.

Il generale ha così sollevato una questione complementare a quella sulla possibile introduzione dell’obbligo vaccinale nei confronti del personale scolastico.

Emblematico il caso della Campania dove, racconta il locale presidente dell’Associazione nazionale presidi, Francesco De Rosa «si registra il più alto tasso di inoculazioni ai dipendenti della scuola, pari al 92%», cui va aggiunto «nel residuo 8% una quota di docenti che avendo avuto il Covid» estendendo la soglia dell’immunità. «Come personale, insomma, siamo abbastanza coperti – prosegue – il problema sono gli studenti».

Da qui l’opera di convincimento da parte dell’Anp (favorevole all’obbligo anche per gli alunni) «e quella del governatore De Luca che ha più volte ribadito come la certezza della ripartenza della scuola in presenza in condizioni di sicurezza si ottenga solo attraverso le profilassi. Non c’è altra strada». L’ostacolo maggiore, sottolinea, «è rappresentato dalle famiglie, restie a sottoporre i propri figli alle somministrazioni. Quando abbiamo cercato di comprendere i motivi di questa scelta le risposte sono state diverse. Alcuni genitori hanno paura degli effetti dei sieri a medio e lungo termine, altri ci dicono che durante le vacanze estive non vogliono costringere i ragazzi a rientrare per il richiamo. Un’analisi, quest’ultima, purtroppo molto superficiale».

Qualcosa potrebbe cambiare proprio con l’estensione dell’obbligatorietà del Green pass. «Parliamoci chiaro – spiega De Rosa – i giovani vogliono tornare al più presto a fare la vita di prima. Per cui credo che l’impossibilità di partecipare ad alcune attività senza il possesso del lasciapassare sarà un volano importante per le vaccinazioni. Lo abbiamo visto in Fancia, è bastato imporre questo strumento e si sono registrate milioni di prenotazioni in pochissimo tempo». Del resto, prosegue, «se il Green pass esiste va utilizzato. Nessuno ci obbliga alla profilassi ma non vedo per quale motivo una persona che vi si è sottoposta, come i dipendenti della scuola, debba poi essere costretta a entrare in contatto con chi si rifiuta di aderire alla campagna e può costituire un pericolo. E’ giusto, quindi, far capire a tutti (giovani compresi) che i non vaccinati non possono godere delle stesse libertà di chi si è immunizzato». 

Se la previsione di De Rosa si rivelasse azzeccata un maggior numero di vaccinazioni fra gli alunni accelererebbe il processo verso il ritorno delle lezioni dal vivo a settembre. «Ci è da poco arrivata una comunicazione dal capo dipartimento del ministero secondo cui la scuola dovrà essere in presenza – sottolinea il presidente dell’Anp Campania – lo stesso De Luca ha detto che non si può andare oltre con la Dad, che ha provocato solo danni come dimostrato, fra le altre cose, dalle ultime prove Invalsi».

L’ultimo anno e mezzo, ricorda, «è stato orribile, i ragazzi erano chiusi in casa e molti non sono riusciti a frequentare magari per mancanza degli strumenti tecnologici. Altri hanno partecipato alle lezioni con lo smartphone. Non si può continuare così, bisogna tornare in presenza come negli ultimi tre mesi dello scorso anno scolastico».

Resta il nodo del distanziamento. Sul punto proprio l’Anp è stata chiara: se non cade il vincolo il ricorso alla Dad è inevitabile. «Oggi non si possono fare previsioni – commenta De Rosa – mancano quasi due mesi all’inizio della scuola. Entro allora, secondo le stime del governo, potremmo aver raggiunto l’80% di vaccinati con due dosi che ci avvicinerebbe all’immunità di gregge, considerando anche i guariti e gli under 12. Questo accresce la speranza che a settembre non ci sia più bisogno del distanziamento».


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