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Il premier Giuseppe Conte e il ministro Roberto Speranza

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IN TEORIA avrebbe dovuto inondare gli italiani di liquidità, farli nuotare come Paperone in un mare di soldi da restituire a lunga scadenza e in comodissime rate, come certe cucine o certi divani su cui sdraiarsi senza pensieri. Quattrocento miliardi in arrivo sul primo binario, Altissima velocità. Era stata questa la promessa del governo. Aiuti alle famiglie, sostegno alle imprese, prestiti e finanziamenti anche a fondo perduto, sconti sul fisco: un salvagente a cui aggrapparsi per non affogare. Il tutto articolato in un malloppo suddiviso in 6 capi e 44 articoli. Per molti è stato come leggere il libretto delle istruzioni e trovare il modo per salvare se stessi, l’azienda e la vita.

IL DECRETO URGENTE? «NON ADOTTATO»

Peccato che la verità sia molto diversa. E la dobbiamo a Open Polis, la fondazione che ha fatto le puIci al governo. Il Dl 2020 n. 23 dell’8 aprile 2020, convertito in legge il 4 giugno scorso, per ora è solo un impegno scritto sulla sabbia. Nessuno dei 12 decreti attuativi previsti è stato ancora adottato. Sette di questi fanno capo al ministero dell’Economia e della finanza guidato da Roberto Gualtieri. E in via XX Settembre ce ne sono altri 29 sospesi. La determinazione della garanzia e del relativo codice unico per le imprese con più di 5mila dipendenti e con un fatturato superiore a 1,5 miliardi al fine di ottenere i finanziamenti, un passaggio che potrebbe decidere la sorte di migliaia di lavoratori? “Non adottato”. L’adeguamento delle condizioni e dei requisiti per il rilascio delle garanzie per l’accesso al credito in caso di modifiche della Commissione europea? “Non adottato”.

Le modalità per il rilascio da parte di Sace Spa delle garanzie da parte dello Stato a favore di banche e istituzioni finanziarie nazionali e internazionali e degli altri soggetti abilitati al credito in Italia? “Non adottato”. Stiamo parlando di qualcosa che potrebbe muovere fino a 200 miliardi di euro. La disciplina del funzionamento del Comitato per il sostegno finanziario pubblico all’esportazione e nomina componenti Covid 19: “Non adottato”. Si va dal capitolo nomine, quella del Commissario straordinario per l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, a questioni che riguardano migliaia e migliaia di cittadini.

L’individuazione delle modalità della quota di mutuo da sospendere per le unità immobiliari appartenenti a cooperative edilizie adibite ad abitazione principale. O la definizione delle modalità per la concessione di mutui a tasso zero per sostenere le aziende agricole o anche la ristrutturazione di mutui già in essere. Ma possono riferirsi anche soltanto alla nomina del Commissario straordinario per la progettazione e la realizzazione del complesso ospedaliero di Siracusa.

LA LOTTA PER LA TRASPARENZA

I 13 decreti emessi negli ultimi 4 mesi dal governo per contrastare la crisi del Covid-19 sono accompagnati da ben 165 decreti attuati, e di questi solo il 19% erano stati adottati. Fino a qualche anno fa accedere a questi dati era praticamente impossibile. Ora, a partire dal governo Monti del 2012 e dopo una lunga campagna per la trasparenza, si riesce a ottenerli bussando (più volte…) allo sportello del Dipartimento attuativo per il programma di governo. La delega ai decreti attuativi compete al sottosegretario Andrea Martella, Pd, al quale il governo ha affidato anche l’Editoria.

MUTUI, FONDI AI COMUNI, SALUTE E LAVORO TUTTI IN ATTESA

Elencare uno per uno i decreti attuativi sospesi nella nostra gigantesca bolla parlamentare e ministeriale sarebbe lunghissimo. Toccano punti cruciali, avrebbero effetti balsamici per curare ferite ancora aperte. Misure di acceso al credito per le imprese; esercizio di poteri speciali nei settori di rilevanza strategica; disposizioni in materia di salute e lavoro. Senza dire che ogni decreto attuativo risponde a una precisa aspettativa che ormai si è creata. Studi epidemiologici? Zero decreti attuativi. Oppure, passando al DL Rilancio (75 su 266 articoli prevedono decreti attuativi), le modalità di attuazione delle agevolazioni a favore delle start-up; il criterio di ripartizione dei fondi per i Comuni a fronte delle minori entrate derivate dalle nuove esenzioni Imu e per la tassa di soggiorno per il settore turistico; il funzionamento del fondo turismo per l’acquisto e la valorizzazione di immobili destinati ad attività turistico-ricettive.

IL CORTO CIRCUITO

Si sa che questi aiuti arriveranno, ma non si sa a chi andranno, quando e come. Una situazione di stallo. Le piccole e medie imprese titolari del servizio di distribuzione dei carburanti sulle autostrade fermi durante il lockdown avranno diritto a un sostegno. Chi potrà fare la domanda? Quando? E quanti soldi arriveranno? I decreti attuativi sono atti amministrativi che col passare dei giorni e il mutare delle situazioni rischiano di perdere efficacia. E in alcuni casi scatenano un corto circuito. Al resto ci pensa il nostro farraginoso meccanismo parlamentare che prevede vari step. Nel primo governo Conte, 5 decreti attuativi sono scaduti e sono stati riformulati accorpandoli in altri decreti. Modificati, però.

TEMPO SCADUTO PER L’ECOBONUS DEL 110%

Immaginiamo una sala d’attesa piena di italiani che aspettano una risposta. Il mondo della Sanità in prima linea, ma non solo quello. Chi, fiducioso dello sconto promesso dal “decreto mobilità” ha acquistato una bicicletta o un monopattino potrà ottenerlo? E a quanto ammonterà? La platea degli acquirenti è stata molto superiore alle attese, il governo dovrà stanziare altri soldi? Lo farà? Ieri era l’ultimo giorno utile per scrivere la normativa del cosiddetto Ecobonus del 110%. Entro il 18 giugno andava scritto il decreto attuativo, una data fissata perché le imprese edili fossero in grado di mettersi in moto già il prossimo 1°luglio. Ma il decreto non è stato adottato. Risultato: chi doveva ristrutturare un immobile e aspettava la stesura del decreto per conoscere i termini del bonus e dare l’avvio ai lavori si è fermato. E ora è tutto bloccato in attesa di sapere se verrà riproposto. In che modo? Se sarà possibile cedere il credito di imposta alle imprese, che a loro volta chiedono di sapere in quanti anni verrà spalmato. Ci sarà un tetto massimo? Si parla di dieci miliardi, sarà questa la cifra? Zero risposte.

Per ora tutti insieme, disperatamente, nel grande limbo dei decreti attuativi.


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