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La ministra per il Sud Mara Carfagna

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Senza il Mezzogiorno l’Italia non cresce. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) che il governo Draghi presenterà nei prossimi giorni a Bruxelles rappresenterà il momento della svolta per colmare il gap con il Nord e nel contempo di rendere un Paese “unito” maggiormente competitivo con il resto dell’Europa. 

«La soglia del 40% della quota sud al Mezzogiorno è per noi un punto di partenza, non di arrivo».

Mara Carfagna, ministro per il Sud e la Coesione territoriale, lo ha ribadito senza mezzi termini rispondendo ieri al Question Time alla Camera. I fondi destinati al Sud del Pnrr, ha sottolineato il ministro, saranno “cruciali” per la riforma e la semplificazione burocratica «per mettere gli enti locali del Sud in condizioni di competere ad armi pari con il Nord».

«La percentuale del 40% del Pnrr destinata al Mezzogiorno non comprende il programma ReactEu che è uno strumento autonomo che assegna al Sud 8,4 mld su 13,5 totali.  Le risorse saranno erogate nel 21-22 per progetti da realizzare entro il 2023″ dice l’esponente forzista dell’esecutivo nazionale – il Fondo di Sviluppo e Coesione non contribuisce a determinare il 40% perché i 15 miliardi circa di euro temporaneamente assorbiti nel Pnnr saranno progressivamente reintegrati nel fondo. Questo abbiamo chiesto e questo abbiamo ottenuto. Il Fsc sarà reintegrato nelle sue disponibilità, e le risorse destinate al loro scopo».

Il Mezzogiorno questa volta giocherà un ruolo da protagonista e non da solito spettatore.

«Il nostro governo è impegnato a fare della transizione ecologica uno dei pilastri del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, in linea con le indicazioni dell’Unione Europea, e il Sud in particolare sarà destinatario di una parte consistente delle risorse: circa la metà del totale nazionale riservato ad agricoltura sostenibile, trasporto urbano e tutela del territorio, il 60 per cento di quanto destinato alla sperimentazione sull’idrogeno» ha detto Carfagna.

Il ministro è entrato anche nel dettaglia del Piano. «Nell’ambito della riqualificazione urbana e della trasformazione urbana, guardiamo agli interventi del Pnrr in un’ottica integrata rispetto ai tanti strumenti disponibili, a cominciare dai fondi nazionali per la coesione e i fondi strutturali, in questo ambito nel Protocollo che Ministro per il Sud ha siglato con Cassa Depositi e Prestiti prevediamo un intervento dedicato all’housing sociale per le principali aree periferiche delle metropoli italiane – ha spiegato al Question time -. Per quanto concerne, il progetto su Taranto, intendo convocare, a strettissimo giro, il tavolo di lavoro istituzionale a cui sto lavorando da diverse settimane ma non prima di aver definito i progetti per la Città, tra i quali quelli riferiti ai giochi del Mediterraneo, al rilancio delle bonifiche e al recupero turistico culturale. Con la stessa rapidità, intendo, in accordo con il Ministro Franceschini, procedere alla stipula del cosiddetto Contratto istituzionale di sviluppo “Buffer zone di Pompei” che possa accompagnare interventi di ristrutturazione già realizzati per il sito archeologico con una rete infrastrutture e di servizi capaci di trattenere per un tempo più adeguato i turisti nella zona».

Da soli e senza il supporto delle parti sociali non si va da nessuna parte. «Ci vuole un pieno coinvolgimento delle parti sociali nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, un vero e proprio patto per massimizzare il più possibile le ricadute occupazionali del Pnrr» ha tenuto a sottolineare il ministro del Lavoro, Andrea Orlando.

AEROSPAZIALE

Il governo ha previsto un apposito capitolo nel Pnrr per le attività spaziali «che ritiene un fattore di ripresa economica»”, come ha sottolineato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega allo Spazio, Bruno Tabacci, nel corso dell’audizione in Commissione Attività produttive sulla politica spaziale e aerospaziale del Governo.

«Nel Pnrr il Governo ha inserito progetti che puntano a consolidare e sviluppare il ruolo dell’Italia nel comparto dello spazio» ha detto Tabacci sottolineando che tra le priorità dell’esecutivo ci saranno i settori «dell’Osservazione della Terra, l’esplorazione spaziale, l’accesso allo spazio e la ricerca spaziale». 

Quello dell’aerospaziale, tra l’altro, è un settore che rappresenta la spinta economica della Campania con un fatturato pari a 2800 milioni di euro (il terzo dopo la Lombardia e il Lazio) e che rappresenta il 16% della quota nazionale del fatturato, coinvolgendo 185 unità locali tra aziende, università e centri di ricerca.

AGRICOLTURA

Tra le varie progettualità del Recovery Plan per l’agricoltura si parla di «una cifra vicina ai 10 miliardi di euro». Il ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli parla di molte misure anche orizzontali che toccano il settore primario: tra le misure proposte dal Mipaaf – ha spiegato – c’è il potenziamento delle infrastrutture logistiche con circa 800 milioni di euro».

Patuanelli ha quindi menzionato «il progetto agrisolare, con la sostituzione delle coperture in Eternit di stalle, capannoni nelle aziende agricole italiane per produrre attraverso impianti fotovoltaici energia elettrica che consenta di abbattere il costo dell’energia per le imprese, un pacchetto di circa 800 milioni» e il progetto «del sistema irriguo per captare una percentuale maggiore di acqua piovana con 880 mln di euro».

BATTUTE FINALI

Ormai siamo alle battute finali. Si terrà stamattina alle 10 a palazzo Chigi una riunione tra il premier Mario Draghi e i ministri coinvolti sul Pnrr.

All’incontro parteciperanno il ministro dell’Economia Daniele Franco, dell’innovazione tecnologica e transizione digitale Vittorio Colao, della transizione ecologica Roberto Cingolani, delle infrastrutture e della mobilità sostenibili Enrico Giovannini, del mezzogiorno Mara Carfagna. Il Consiglio dei Ministri, invece, dovrebbe tenersi domani mattina. Quindi lunedì e martedì l’appuntamento alle Camere per illustrare il piano prima dell’invio a Bruxelles.

VIA LIBERA IN GERMANIA

La Corte costituzionale tedesca ha respinto il ricorso contro il piano europeo di ripresa del Recovery Fund. Con questo pronunciamento i giudici di Karlsruhe liberano di fatto la strada al Recovery fund da 750 miliardi di euro varato dall’Ue. In sostanza, la Corte costituzionale tedesca non ha accettato il ricorso dell’associazione civica nata attorno al fondatore dell’Afd, Bernd Lucke, la presentazione del quale aveva portato alla decisione degli stessi giudici di sospendere la firma da parte del capo di Stato Frank-Walter Steinmeier del “via libera” al Recovery votato sia dal Bundestag che dal Bundesrat il 25 e il 26 marzo. A questo punto, la legge potrà essere ratificata dal presidente.

«Accolgo con favore la decisione odierna della Corte costituzionale tedesca» ha scritto in un tweet il Presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen.


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