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Il ministro Franco col premier Mario Draghi

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ENTRO la fine del mese arriverà la prima tranche del Recovery Fund. La notizia è trapelata a margine del summit di Venezia dove i ministri finanziari del G20 stanno discutendo di global tax da applicare  alle multinazionali (soprattutto i colossi internet) e di carbon tax per abbattere le emissioni di C02. 

Da quanto risulta martedi 13 luglio si riunirà l’Ecofin per definire le modalità di assegnazione delle risorse del Recovery Fund senza attendere il via libera dei parlamenti di Olanda e Svezia. Il 26 luglio l’ultima riunione dei ministri finanziari per la firma dei bonifici. Finora la Commissione ha raccolto sul mercato 35 miliardi sui 750 che rappresentano la dotazione complessiva del programma. La quota spettante all’Italia in questo anticipo  è di poco inferiore ai 25 miliardi. Si tratta di vedere si arriveranno tutti insieme a fine luglio oppure se i finanziamenti saranno scaglionati nel corso dell’estate.

Una bella notizia per l’Italia che con il ministro Franco affiancato dal governatore Visco e da Fabio Panetta membro italiano del G20 presiede  la riunione del G20 finanziario a Venezia. Un summit nel corso del quale è previsto l’ultimo  disco verde alla tassa sulle multinazionali  L’esito del negoziato era  ormai scontato dopo l’accordo raggiunto il 1° luglio tra i 130 dei 139 Paesi  Paesi  Ocse.

Finisce così la corsa ai paradisi fiscali da parte delle grandi aziende globali (soprattutto internet) e la ricerca delle giurisdizioni più favorevoli verso «il Paese dove si pagano meno tasse», come dice il commissario Ue all’Economia, Paolo Gentiloni. L’accordo, per il momento, ha un valore più simbolico che reale considerano che ci sono alcuni Paesi europei fra cui Estonia, Ungheria e soprattutto Irlanda. Puntano i piedi anche Perù, Barbados, Saint Vincent e Grenadine, Sri Lanka, Nigeria e Kenya. Cipro non ha partecipato alle trattative.

Le resistenze maggiori vengono dal governo di Dublino che, proprio sulla concorrenza fiscale hanno costruito gran parte dello sviluppo ospitando le sedi europee di gran parte dei colossi internet “made in Usa” La global minimum tax di «almeno» il 15% sui redditi delle multinazionali (ma si discute anche sulla possibilità di fissare un’aliquota più alta)  con ricavi superiori a 750 milioni di dollari.  

Il gettito complessivo viene stimato in 240 miliardi di dollari di cui una quota fra 8 e 10 miliardi potrebbe toccare all’Italia.  Appena qualche mese fa l’intesa sembrava  piuttosto lontana sia per la resistenza dei governi che temevano una sottrazione di sovranità sia per l’opposizione di Donald Trump considerando che l’obiettivo principale della tassa sono i colossi Usa della rete.

Decisiva è stata la spinta impressa al negoziato dal presidente Usa, Joe Biden, impegnato a cambiare le regole del fisco americano. Ma non c’è solo il fisco al centro dell’incontro  di Venezia. Non meno importante il dossier sull’ambiente. Dopo anni di appelli e manifestazioni  i protagonisti dell’economia globale sembrano aver trovato una posizione comune anche su questo fronte.  Nella cornice dell’Arsenale di Venezia i partecipanti al G20 lanciano non solo una dichiarazione d’intenti, ma proposte concrete per accelerare sul clima.

La “posta in gioco è molto alta: dobbiamo identificare le aree di convergenza”, spiega il ministro Franco..Il momento per una svolta sembra essere giunto. “Ora o mai più”, chiosa il Commissario europeo Paolo Gentiloni. Il ministro delle Finanze tedesco Olaf Scholz ricorda che “non abbiamo molto tempo, ma abbiamo del tempo. Stiamo già parlando di una tassazione minima” sulle multinazionali e “anche in questo caso sono fiducioso”. Il ministro dell’Economia francese Bruno Le Maire ha ammesso che “sul clima non siamo all’altezza del compito”. I Paesi del G20 hanno una responsabilità sociale in quanto rappresentanti “dell’80% delle emissioni di gas serra”.

La segretaria al Tesoro Usa Janet Yellen lancia l’idea di creare incentivi alla decarbonizzazione. “Il  G20 “può fornire una piattaforma per consentire di lavorare insieme e evitare ricadute negative dal punto di vista internazionale”. Sempre da Washington anche per la direttrice del Fmi Christalina Georgieva per accelerare sul clima serve “un segnale potente sul fronte dei prezzi” che porterà a raggiungere i “75 dollari a tonnellata” per il carbonio “entro il 2030”, contro gli attuali 3 dollari.

Nel suo intervento il governatore Visco si è soffermato sui temi dell’economia globale.  “La  ripresa economica ha detto- sta guadagnando slancio ma in maniera eterogenea: per questo motivo resta fortemente necessario un adeguato grado di coordinamento internazionale, che rafforzi la crescita potenziale e sostenga le trasformazioni strutturali che stiamo attraversando”. Soprattutto  “alla pandemia potrebbe seguire un periodo di forti investimenti e riorganizzazione dei processi produttivi: alla luce di cio’, sara’ fondamentale avviare riforme in grado di sciogliere quei nodi che per anni hanno ostacolato il progresso tecnologico”, ha detto Visco sottolineando la necessità di investire in infrastrutture digitali e soprattutto nel capitale umano


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