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Con il via libera del Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile (Cipess) all’anticipo di 6,3 miliardi della programmazione 2021-2027 del Fondo di Sviluppo e coesione (Fsc), il Mezzogiorno potrà contare su 5,1 miliardi per il finanziamento di interventi sulla rete ferroviaria, stradale e idrica.

In particolare, su 6,3 miliardi, 4,7 miliardi riguardano opere immediatamente cantierabili, 1,6 sono destinati a progetti strategici programmati che, come prevedono le nuove normative, verranno attuati non appena sarà disponibile il Piano di fattibilità tecnico economica.

Si tratta nel complesso di progetti che vanno a integrare quelli previsti nel Piano nazionale dei ripresa e resilienza (Pnrr) e nel Piano complementare nazionale (Pnc), superando in alcuni casi i limiti che questi incontrano, come la data del 2026 per la realizzazione delle opere o l’esclusione degli interventi sulle strade imposta da Bruxelles.

In attesa della definizione dei Piano di sviluppo e coesione 2021-2027, i ministri per il Sud, Mara Carfagna, e per le Infrastrutture, Enrico Giovannini, hanno sottoscritto la richiesta al governo di anticipazione dei fondi per interventi che sono già in una fase avanzata di progettazione, con l’obiettivo di far immediatamente partire il potenziamento della dotazione infrastrutturale del Paese, e in particolare del Mezzogiorno che sulle risorse del fondo “vanta” comunque una riserva di legge dell’80% e in questo caso ha spuntato l’83%.

Le regioni meridionali sono infatti destinatarie delle percentuali più significative sulle risorse anticipate. Sul podio la Campania, con il 27,3% (per un valore di oltre 1,7 miliardi, seguita dalla Sicilia con il 19,3% (più di 1,2 miliardi), e dalla Puglia con il 15,3% (958 milioni).

Sono state definite due linee di intervento: la prima vale 5,4 miliardi – di cui 4,4 diretti al Sud – ed è legata ai “progetti di bandiera” per infrastrutture eque e sostenibili e hanno come soggetti attuatori Anas, Rfi, le Autorità di sistema portuale, le Regioni o le concessionarie regionali, Province e Comuni.

La seconda, da 888 milioni, riguarda opere di interesse territoriale per programmi che le Regioni e le Province Autonome gestiranno con gli enti locali coinvolti. Nel primo caso, in particolare, parliamo di 60 interventi (più l’acquisto di rotabili), con oltre 2,6 miliardi destinati a opere stradali; 2,3 sono investiti sulla rete ferroviaria; 371 milioni per il trasporto rapido di massa – circa 333 sono per il nuovo collegamento tra Afragola e la rete metropolitana di Napoli nell’area di Bagnoli –; 130 per le infrastrutture idriche, con i progetti concentrati soprattutto in Campania, Sicilia e Sardegna; 15 per la navigazione.

Guardando al Sud, tra gli interventi principali figurano – oltre il collegamento di Afragola –, il collegamento stradale tra la A1, l’aeroporto di Grazzanise e la direttrice domiziana (variante di Capua); il collegamento stradale tra la A2 e la variante SS18 ad Agropoli; la linea ferroviaria Catania-Palermo (2° macrofase); l’autostrada Siracusa-Gela nel secondo tronco; il nodo ferroviario di Bari; la Statale 106 Jonica nella tratta Catanzaro-Crotone; il completamento dell’elettrificazione della linea ferroviaria jonica; la strada a scorrimento veloce del Gargano; la Poggio Imperiale-Candela; e tra le opere idriche la diga di Campolattaro.

Nel Centro ci sono le opere stradali complementari alla Roma-Latina; al Nord il raddoppio della linea ferroviaria Codogno-Mantova, il potenziamento della linea Ravenna-Rimini, la realizzazione della strada Lombardore-Salassa.

Il ministro Giovannini ha sottolineato come l’interlocuzione con le Regioni, che hanno lavorato insieme al Mims all’individuazione delle opere strategiche destinatarie dell’anticipo dei fondi Fsc sia stato «fondamentale per il successo dell’operazione»: «La coerenza delle politiche nazionali e regionali invocata per molto tempo diventa realtà grazie al lavoro congiunto svolto nei mesi scorsi con le Regioni», ha affermato.

Per la ministra Carfagna questo «colossale investimento», che comprende anche i 200 milioni per il Contratto di sviluppo per la Terra dei fuochi, «darà impulso alla crescita, allo sviluppo e all’occupazione in aree importanti del Mezzogiorno», migliorando anche la vita quotidiana dei cittadini con collegamenti più rapidi e veloci.

«L’immediata cantierabilità di ogni singola opera è stato il criterio guida delle nostre scelte, anche per battere il vizio di impegnare risorse in opere che poi non si realizzano – ha puntualizzato – Con la delibera di oggi cominciamo a realizzare la nostra visione dei Fondi nazionali per la coesione come una sorta di “Pnrr permanente”, fatto di investimenti con un cronoprogramma definito e dettagliato; di obiettivi specifici; di incentivi e disincentivi per un corretto utilizzo delle risorse da parte di tutti i soggetti attuatori».


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