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Decaro batte cassa e chiede per conto dei sindaci rassicurazioni sui 13 miliardi spostati dal Pnrr al Repower Eu, oltre che una ulteriore semplificazione; Salvini detta i tempi per realizzare il ponte sullo Stretto. Seduto uno accanto all’altro, il presidente di Anci e sindaco di Bari e il ministro hanno dato vita a un confronto sul Piano di ripresa e resilienza dal palco del meeting di Rimini.

Il leader della Lega non si è sbilanciato sulla prossima Manovra, mentre lo ha fatto sui tempi di realizzazione del ponte: “Tra un anno cantieri aperti”, scommette prima di un bagno di folla tra gli stand.

Salvini: “Tra un anno cantieri aperti”

“Ci metto tutto me stesso – dice – con riunioni quotidiane anche nel mese di agosto, perché al padiglione del Mit che troverete al meeting nell’estate 2024 spero, e farò di tutto perché sia così, che ci saranno telecamere aperte sui cantieri che l’anno prossimo di questi tempi saranno aperti dopo 52 anni.

La legge istitutiva della società Stretto di Messina è del 1971, io sono del 1973. Siamo al cinquantaduesimo compleanno di una società che – sottolinea – avrebbe dovuto costruire un ponte che è già costato alcune centinaia di milioni di euro per studi e progettazioni. Ci sono 8.000 tavole, probabilmente è il ponte più studiato senza essere costruito. Il ponte lo faranno gli ingegneri e io ne sono orgoglioso perché – spiega – incontro spesso per lavoro ingegneri italiani che vanno a cercare fortuna e fare grandi opere in Turchia, in Cina, in Giappone, negli Stati Uniti, in Germania”.

Quindi, il ponte sullo Stretto di Messina “sarà la dimostrazione che gli ingegneri italiani sono i migliori al mondo e non hanno da invidiare niente a nessuno”. Rigetta al mittente le accuse di aver sottratto soldi al Sud per finanziare opere al Nord, però, il Pnrr – afferma – è una cassa da oltre 200 miliardi la cui maggioranza sono soldi a prestito da restituire. Da ministro dico: spenderli tutti ma bene perché sono a prestito e li restituiranno i nostri figli. Se devo indebitare mio figlio per costruire stadi di calcio anche no, se costruisco asili nido va bene. Occorre spenderli con criterio”.

Ponte sullo Stretto, le posizioni di Decaro e Salvini

Su un tema Salvini e Decaro sembrano viaggiare sulla stessa lunghezza d’onda: la semplificazione. “Le ultime grandi opere pubbliche – ricorda il ministro – sono state realizzate grazie alla legge obiettivo voluta dal governo di centrodestra guidato da Silvio Berlusconi. In Italia abbiamo un problema di eccesso burocratico, di sfiducia e purtroppo una forte componente ideologica che si contrappone a qualsiasi novità ingegneristica e infrastrutturale”. Un ragionamento che è fotocopia di quello di Decaro: “Chiediamo – dice dal palco di Rimini – di ottenere ulteriori semplificazioni, un esempio su tutti: le opere del Pnrr ci hanno permesso di ottenere risultati perché sono state fatte delle semplificazioni ma valgono solo per le risorse legate al Pnrr. Se devo realizzare una pista ciclabile con il Pnrr uso una procedura semplificata, se devo realizzarla con i fondi Fsc uso la vecchia procedura, molto più lunga.

Semplifichiamo la vita ai Comuni, semplifichiamo la vita ai sindaci”, l’appello che viene accolto con un sorriso e un applauso dal ministro seduto accanto, che aggiunge: “A proposito di semplificazione normativa che abbiamo messo nel codice degli appalti, da vicepresidente del Consiglio mi impegno a una semplificazione semantica perché la gente capisca di cosa stiamo parlando”. “Il ragionamento – conclude Salvini – che stiamo mettendo nei piani di riqualificazione non è il ghetto: ho un problema a Milano, Roma Torino, Palermo, lo smazzo in periferie. Perché altrimenti andiamo a raccogliere quello che la cronaca nera ci porta in questi giorni. Stiamo lavorando a un nuovo piano casa, il Pnrr ci mette a disposizione dei soldi” e “stiamo seguendo giorno dopo giorno a furia di sembrare uno stalker” i “159 progetti che in soldoni riqualificano 15.000 case popolari”.

I 13 miliardi

Nessuna risposta, invece, al presidente dell’Anci che chiede garanzie e certezze sui 13 miliardi: se nell’interlocuzione con la commissione europea il governo Meloni confermerà “lo spostamento di tre programmi comunali” legati al Pnrr da “13 miliardi di euro” verso il Repower, allora “la nostra richiesta è che le risorse sostitutive arrivino lo stesso giorno in contemporanea con lo spostamento delle risorse.

Altrimenti rischiamo di ritrovarci con gare aggiudicate o lavori avviati, come avvenuto con gli asili nido, e non poter rispettare gli impegni giuridicamente vincolanti con le aziende”, tuona Decaro. “Ci siamo ritrovati – lamenta – con uno spostamento di 13 miliardi di euro, tre programmi a gestione comunale che fanno riferimento al ministero dell’Interno, sul Repower e non abbiamo ancora la certezza delle nuove risorse. Ma soprattutto vorremo capire perché sono state spostate queste risorse visto che la stragrande maggioranza delle opere sono in linea con il Pnrr visto che abbiamo superato lo scoglio della valutazione da parte dei ministeri”.

Il sindaco ha ricordato che con il Pnrr saranno realizzati “274mila posti di asili nido che rappresentano una grande occasione per superare il gap di genere” e “aiutare le giovani coppie a fare figli, combattendo cosi la denatalità”. I Comuni hanno dimostrato di essere “affidabili” visto che “ad oggi siamo il comparto dello Stato più avanti, rispetto ad alcuni ministeri che invece non hanno ancora iniziato le progettazioni” con i fondi Pnrr, rivendica. “Il Pnrr serve a recuperare dei gap, in particolare i gap dal punto di vista territoriale. Noi stiamo facendo la nostra parte anche abbiamo perso il personale negli anni, negli ultimi 15 anni abbiamo perso un terzo del personale”, la chiosa.


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