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ROMA – Cgil, Cisl e Uil, e con loro il centrosinistra, scendono in piazza per dire “no” ai fascismi e alla violenza, “sì” al lavoro, alla sicurezza, ai diritti. Sindacati, associazioni, partiti e comuni cittadini insieme per una grande manifestazione democratica e antifascista, uniti perché l’assalto “squadrista” alla sede della Cgil di sabato scorso è considerato un attacco a tutto il sindacato confederale, al mondo del lavoro e alla democrazia.

La piazza non è una piazza qualunque, ma il luogo simbolo delle grandi manifestazioni: piazza San Giovanni. Secondo la stima finale dei sindacati, a manifestare c’erano  200mila persone. Secondo fonti della Questura, circa 50mila.

Sono circa 800 i pullman provenienti da tutta Italia, 10 i treni speciali, più alcuni voli organizzati per consentire anche agli abitanti delle isole di raggiungere la Capitale, oltre a quanti si sono mossi con mezzi propri. Previsto prima della manifestazione un concentramento a piazza dell’Esquilino. I sindacati chiamano all’appuntamento i cittadini e tutte le forze “sane” del Paese, sotto lo slogan “Mai più fascismi”, e la risposta è forte.

Massima l’attenzione sul fronte della sicurezza e dei controlli, proprio dopo le violenze di sabato scorso durante la manifestazione non autorizzata dei non green pass, che ha portato anche all’arresto di esponenti di Forza nuova. Dalla piazza ritornerà la richiesta di sciogliere per legge le organizzazioni neofasciste.

Tema su cui si è aperto il dibattito politico: la prossima settimana, mercoledì 20 ottobre, parte la discussione parlamentare, al Senato, sulle mozioni proposte da Pd, Leu, M5s e Italia Viva per lo scioglimento di Forza nuova e dei movimenti neofascisti.

LE ADESIONI

Decine le adesioni: da Pd a M5s e Leu, Azione, Sinistra italiana, Rifondazione comunista, Europa verde. Attesi in piazza, tra gli altri, il segretario del Pd Enrico Letta e il leader del M5s, Giuseppe Conte. Dal palco prenderanno la parola i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Maurizio Landini, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri.

Il giorno dopo l’entrata in vigore dell’obbligo di Green pass per tutti i lavoratori, sia nel settore pubblico che privato, e alla vigilia del ritorno alle urne per i ballottaggi per la scelta del sindaco, tra cui Roma e Torino, per i sindacati ma anche per il centrosinistra quella di oggi non vuole però essere una manifestazione politica. Lo rimarca lo stesso numero uno della Cgil, Maurizio Landini, respingendo l’accusa di volersi in alcun modo “intromettere” nelle elezioni. Dopo l’attacco di sabato scorso, ripete, c’era bisogno di “una risposta immediata”. Per respingere la violenza fascista e unirsi attorno ai principi e ai valori della Costituzione e al lavoro.

“C’è un clima pesante nel Paese, vanno spenti focolai di eversione, di tensione e violenza”, afferma il segretario generale della Cisl Luigi Sbarra. “Dobbiamo ridisegnare questo Paese”, sostiene il leader della Uil Pierpaolo Bombardieri, ripartendo dal lavoro.

“Saremo in piazza non con simboli di partito ma con il tricolore”, aveva preannunciato Letta. Ad una partecipazione ampia di tutte le forze politiche aveva subito richiamato anche Conte.

CHI NON CI SARÀ

Il centrodestra, invece, non ci sarà, appellandosi anche al rispetto del silenzio elettorale, come ripetuto dalla leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, che respinge “il tentativo di scaricare le responsabilità all’unica opposizione”.

“La piazza sarà di parte”, attacca il segretario della Lega, Matteo Salvini: “Ora bisogna parlare a tutti, contro gli estremisti, senza andare alla guerra”.

Nei giorni scorsi Forza Italia aveva fatto sapere che avrebbe partecipato se fosse stata spostata la data.


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