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Roberto Occhiuto

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FORSE aveva ragione il neo presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, quando intervistato dal Quotidiano disse che più che la giunta a preoccuparlo era la scelta dei manager regionali (LEGGI). Il blocco del turn over, anche in presenza di evidenti carenze di organico, ha prodotto negli anni una burocrazia ridotta nei numeri e impreparata alle sfide di modernità che la attendono.

L’ultima conferma è arrivata giorni fa quando la Regione Calabria l’8 giugno ed il 28 luglio del 2021, ha presentato due rendicontazioni a valere sul fondo Fse, a cui non sarebbe stato dato seguito. Piuttosto la Commissione in data 8 agosto 2021 avrebbe poi comunicato alla Regione l’interruzione dei pagamenti come misura precauzionale necessaria in seguito ad irregolarità riscontrate nella spesa. Adesso dalla Regione hanno sei mesi di tempo per produrre le controdeduzioni e riavviare così il pagamento dei fondi. Il problema però potrebbe essere duplice.

Da un lato se Bruxelles dovesse ritenere ingiustificati alcuni pagamenti, si potrebbe creare un buco nel bilancio della Regione che ha già anticipato i fondi. Non è al momento noto l’importo perché non si conosce di preciso gli interventi e relativi pagamenti contestati, ma secondo alcune indiscrezioni la partita sarebbe pesante. Quel che è certo è che stiamo parlando di fondi rivolti al sociale (dagli asili nido all’assistenza domiciliare) settore su cui la Calabria ha un gap storico.

Il secondo aspetto del problema è che se gli uffici saranno impegnati nella produzione delle controdeduzioni anche la nuova programmazione dei fondi Por rischia di partire con notevole ritardo. Dalla Regione, finora, nessuno dà una spiegazione. Normale visto che siamo in un periodo di vacatio con il neo presidente Occhiuto eletto il 3 e 4 ottobre scorso ma ancora non proclamato.

L’errore, e torniamo al ragionamento di prima, sarebbe quindi imputabile esclusivamente alla burocrazia regionale che non è la prima volta che si mostra inadeguata rispetto alla delicata partita dei fondi europei.

Era marzo scorso, infatti, quando nell’aula del consiglio regionale vennero presentate le linee guida della nuova programmazione europea. La seduta però venne sospesa dopo le accese proteste della minoranza perché il documento portato in consiglio si è poi rivelato un copia e incolla di quello di altre regioni.

I capitoli 1.1 e 1.2 del documento erano identici e sovrapponibili senza alcuna modifica al documento “PROGRAMMA OPERATIVO FSE+ 2021-2027” della regione Friuli Venezia Giulia. I primi capoversi dei capitoli 3,4,5,6 erano copiati interamente dal Documento “PROGRAMMAZIONE EUROPEA POLITICA DI COESIONE 2021-2027” della regione Lombardia. Unica accortezza, qualcuno aveva sostituito Regione Lombardia con Regione Calabria, ma nel corpo del testo erano rimasti diversi i riferimenti al «territorio lombardo».

L’Autorità di gestione ritirò subito il piano per presentarne un altro, ma a nessuno è balenata per un momento in testa l’idea di presentare invece le dimissioni. A partire dal dirigente Maurizio Nicolai che è un esterno scelto all’epoca dalla compianta Jole Santelli. Tornando alla nostra questione originaria, va anche aggiunto che non è la prima volta che accade una cosa simile in Calabria.

Lo spiega bene l’unica europarlamentare calabrese, Laura Ferrara del M5s che scrive: «Criticità ed errori che si ripetono nel tempo, basta ricordare quanto successe a valere sul Por 7-13. La Commissione europea chiese alla Regione ulteriori chiarimenti circa la rendicontazione finale che non venne accettata in prima istanza. Ricordo – continua – che su quel Programma operativo sono ancora diversi i progetti oggetto di indagini nazionali, e 35 in totale quelli non funzionanti. A questa situazione poco edificante – così come mi informava la Commissione in risposta ad una mia interrogazione – andavano ad aggiungersi le irregolarità sistemiche nel controllo dei progetti finanziati, quindi un sistema di gestione e controllo da parte dell’Autorità di Audit che non avrebbe garantito la correttezza della spesa. Le stesse criticità che potrebbero mettere a rischio l’intero Por 14-20».

La Ferrara ha presentato apposita interrogazione a Bruxelles. «Alla Commissione – spiega – chiedo nello specifico quali azioni e/o interventi in dettaglio sono state inficiate da irregolarità che hanno determinato la sospensione dei pagamenti; a quanto ammontano, ad oggi, le risorse bloccate e se tali carenze siano tali da poter mettere a rischio l’intero Programma Operativo Regionale nonché i futuri interventi a valere sul PNRR».

Una possibilità che davvero taglierebbe le gambe ai desideri di rivalsa della Calabria. «In attesa di comprendere meglio come e se si risolveranno tali problematiche – continua la Ferrara – voglio far notare come ciò influirà irrimediabilmente sul buon andamento della prossima programmazione e la chiusura in tempi certi di quella in corso. Ritardi che si accumulano su altri ritardi. La Calabria ed i calabresi pagano così lo scotto di una spesa scellerata dei fondi comunitari e di un controllo superficiale da parte degli organi preposti» conclude l’europarlamentare del M5s.

Naturalmente su questa situazione si è innescata da subito una polemica politica. «La notizia che l’Europa avrebbe bloccato l’erogazione di fondi europei alla Calabria per riscontrate irregolarità nella gestione degli stessi preoccupa molto». Lo afferma Luigi de Magistris, già candidato alla presidenza della Regione ed ex europarlamentare.

«Dal 2009 al 2011 da deputato al Parlamento Europeo – prosegue de Magistris – ho presieduto la Commissione controllo bilancio che si occupa proprio di come vengono spesi dai Paesi dell’Unione Europea i fondi destinati alle varie nazioni. In particolare la Calabria, all’epoca come adesso, non godeva e non gode di buona reputazione. Questo perché numerose attività investigative a vario livello hanno evidenziato distrazioni di ingenti risorse, truffe, illeciti, corruzioni ed infiltrazioni della criminalità organizzata nella gestione pubblica del denaro dei contribuenti europei. Ed è per questo che nei mesi scorsi avevamo segnalato quanto indispensabile fosse stato affidare la guida della Regione Calabria a persone al di sopra di ogni sospetto».

«Si rischia che il fiume del denaro pubblico che si sta per riversare in Calabria – sostiene ancora de Magistris – sia l’ennesima occasione non per trasformare bisogni in diritti, ma per consolidare il partito unico della spesa pubblica che ha non di rado utilizzato il serbatoio regionale come cassa per i propri tornaconti ed interessi».

In realtà a leggere le carte più che di truffa si tratterebbe di sciatteria o incapacità amministrativa nel redigere la rendicontazione finanziaria da inviare all’Ue. Per questo i calabresi devono augurare davvero buona fortuna a Roberto Occhiuto che nei giorni scorsi è stato a Milano, dice, a caccia di manager di origine calabresi pronti a rimettersi in gioco in Calabria. Il Pnrr è in arrivo e su questa sfida davvero non sono ammesse sciatterie.


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