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Attilio Fontana

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Se arrivi dalla Cina e sbarchi a Milano Malpensa non si scappa: c’è l’obbligo di sottoporsi al test antigenico e, in caso di positività, al molecolare. Segue isolamento fiduciario nel rispetto della normativa. E fin qui tutto come prima e più di prima. L’ordinanza firmata dal ministro della Salute, Orazio Schillaci, ci riporta ai tempi di Roberto Speranza. È la linea dura, la strategia dettata dalla necessità di tracciare il virus.

LE INCONGRUENZE

Poi, però, entri in una delle tante Rsa lombarde, magari una di quelle finite in prima pagina per l’ecatombe di anziani contagiati, fragili, disabili gravi, e scopri tutta un’altra realtà: la proroga per quanto concerne l’uso delle mascherine Ffp2 degli operatori e dei visitatori ancora non c‘è. E, vista l’importanza di questo dispositivo per il contenimento della Sars-19, non è affatto un dettaglio secondario. Stiamo parlando di servizi residenziali che nel complesso assommano a circa 300mila posti letto. Luoghi in cui lanci un cerino acceso e si sviluppa un incendio di proporzione enormi. Ci siamo già passati.

I voli che arrivano a Milano da Tianjin, dicevamo, vengono dirottati nell’area extra Schengen, e i passeggeri cinesi, ma anche italiani e stranieri, che arrivano per le vacanze di Capodanno, si mettono diligentemente in fila per registrarsi e sottoporsi ai test nelle postazioni recuperate dai magazzini dove erano state riposte. Tutto avviene in modo ordinato. I cinesi, hanno un senso della disciplina che li accomuna ai tedeschi. Le ordinanze non si discutono.

Poi, però, ti accorgi che oggi, giorno di San Silvestro, a mezzanotte e un minuto scade l’obbligo vaccinale per gli operatori e decade l’obbligo di Green pass per i visitatori. Ora, delle due l’una: l’emergenza è finita, come sembra pensando al cessato allarme risuonato nelle Rsa, o continua, come è evidente guardando ciò che in queste ore accade nello scalo milanese e in altri aeroporti italiani? Il disorientamento è totale, e la delibera d’indirizzo della Giunta lombarda non fa che alimentarlo.

SCALO CHE VAI SCREENING CHE TROVI

Il test del tampone per chi atterra è un optional. A Fiumicino, per esempio, chi fino a ieri arrivava dalla Cina veniva accolto con le bandierine tricolore di benvenuto. I tassisti a braccia aperte. Toccano le stesse portiere, respirano la stessa aria, toccano le stesse banconote. Il ministro Schillaci sembra intenzionato a confermare l’obbligo di mascherina negli ospedali almeno fino al prossimo 30 aprile.

Si temono gli effetti della sottovariante Gryphon, codice XBB1.5. Ma si resta in attesa dei dati cinesi per agire. Decifrare, analizzare e decidere in tempi brevi, in certi casi, se si parla di epidemie, è fondamentale. Si pensi all’incertezza che ritardò la classificazione della Zona rossa nella Bergamasca e a quante vite si sarebbero risparmiate anticipando l’ordinanza. Ora il virus è sicuramente molto meno letale. Lo conosciamo meglio. Ma ci risiamo.

RSA COSTRETTE AL FAI-DA-TE: LETTERA AGLI ASSOCIATI

«Gentilissimi – ha scritto in una lettera agli associati Luca Degani, presidente di Uneba-Lombardia – in tema di Green pass non è stata prorogata la norma che faceva decadere l’obbligo di esserne in possesso per i visitatori in ingresso nelle strutture sanitarie e socio sanitarie al 31 dicembre 2022, quindi è decaduto l’obbligo per i visitatori».

«Il ministero – continua Degani – parrebbe orientato a emanare un’ordinanza per quanto concerne l’utilizzo delle mascherine in ospedale e Rsa, ma per ora non risultano testi che lo confermano. Il suggerimento di Uneba Lombardia, e di, eventualmente e autonomamente, sulla base della legge 81, con firma del medico responsabile, disporre il prosieguo dell’utilizzo per operatori e per tutti i visitatori delle mascherine Ffp2 con controllo della temperatura in ingresso». Siamo al fai-da-te.

IN VENETO COVID-HOTEL

In attesa di nuove disposizioni, in Veneto il presidente della Regione Luca Zaia ha fatto riaprire i Covid-hotel. E invita alla calma. «Sulla situazione del Covid, dopo le notizie dalla Cina, non deve esserci panico, ma attenzione – dice Zaia – alla prevenzione con i tamponi all’arrivo negli aeroporti e al sequenziamento dei casi per capire se si tratta di Omicron o di altro. Al momento, le notizie che si hanno parlano di un’infezione che attacca le vie respiratorie superiori e non scende nei polmoni. Siamo, quindi, nell’ambito delle sottovarianti Omicron».

Anche a Napoli, come d’altronde in tutto il resto d’Italia, è scattato il controllo all’aeroporto dei passeggeri provenienti dalla Cina in volo non diretto. Ora ci si sottopone al tampone. «Se troviamo un positivo attuiamo le misure vigenti: il paziente va in isolamento fiduciario, se ci sono estremi di ricovero verrà portato in ospedale» dice Antonio Postiglione, direttore generale per il coordinamento del Sistema sanitario regionale campano.

«Non c’è nessuna situazione emergenziale in atto – assicura Zaia – siamo ben organizzati, con i punti tampone negli aeroporti e i Covid hotel dove ospitare chi dovesse fare una quarantena. Un’organizzazione in Veneto ben rodata e un Piano di sanità pubblica efficace e più volte aggiornato rispetto all’evoluzione della situazione».

«Quella di oggi in Cina – ha aggiunto il governatore veneto – è per certi versi prevedibile. I cinesi sono stati per 2 anni e mezzo praticamente segregati, le vaccinazioni sono state poche, e con un vaccino che si è rivelato poco efficace. Ora è stato dato loro il via libera e le infezioni hanno cominciato a correre. In questo quadro sono molto importanti i tracciamenti che via via ci diranno se si tratta di sottovarianti Omicron, com’è finora, o se avremo a che fare con qualcosa di diverso». Ecco, appunto. Incrociamo le dita.


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