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Danni per il maltempo a Catania

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La tempesta tropicale Poppea continua imperterrita a minacciare il Paese e nelle prossime ore darà il peggio di sé, elevando nuovamente l’allerta maltempo su molte regioni.

Intanto ha messo sotto pressione la Sicilia, già piegata dal ciclone Apollo, aggravandone il dissesto e accrescendone i danni. Già ieri erano più che evidenti i segnali di un peggioramento meteorologico su gran parte della Sardegna, della Liguria, dell’alta Lombardia, dell’Emilia e in certi angoli del Triveneto. Ma l’effetto combinato di Apollo, ormai in via di esaurimento, e dell’ispessirsi di Poppea ha soprattutto intensificato le piogge e le mareggiate su Campania, Puglia e Sicilia.

I DANNI

Il maltempo ha impedito il ripristino della tratta ferroviaria tra Messina e Catania, mentre una casa disabitata è crollata a Carlentini, in provincia di Siracusa. Nel capoluogo aretuseo prosegue alacremente il lavoro del personale della Protezione civile e dei vigili del fuoco per liberare mediante idrovore alcuni quartieri ancora allagati. Mareggiate sostenute da venti impetuosi hanno allagato parte del centro storico di Ortigia.

Gli eventi meteorologici estremi con cui la Sicilia orientale e parte della Calabria jonica hanno dovuto fare i conti stanno peggiorando lo stato delle infrastrutture viarie e ferroviarie, degli immobili pubblici e privati e le attività economiche e commerciali. Un esempio? Il nuovo Garibaldi, il nosocomio catanese di Nesima investito dal riflusso delle acque piovane.

«L’Amministrazione comunale – dice l’assessore all’Urbanistica del Comune di Catania Enrico Trantino – ha disposto un’indagine conoscitiva per verificare cosa abbia provocato il riflusso dell’acqua in direzione dell’ospedale. In particolare, è stato chiesto di accertare se vi siano stati interventi edilizi che abbiano ostruito la canalizzazione delle acque nel fiume Acquicella e se questi siano stati eventualmente realizzati in base a regolari autorizzazioni e in conformità a esse. Informeremo gli organi competenti e la città dell’esito di questi approfondimenti».

L’INTERROGAZIONE

L’opposizione, con il consigliere M5S Lidia Adorno, ha presentato un’interrogazione per comprendere come mai i lavori per gli allacciamenti al canale di gronda e la realizzazione del “collettore pluviale B”, malgrado esistessero già i progetti, non siano ancora partiti, e chiede di poter avere dettagli sulla periodicità con cui sono stati effettuati i lavori di pulizia e manutenzione delle caditoie e dei tombini a Catania.

«Già nel novembre 2018 – dice – avevo sollevato le medesime problematiche circa l’urgenza della realizzazione di queste opere, attraverso un dibattito pubblico in un Consiglio comunale straordinario sulle misure da porre in essere per la tutela della pubblica incolumità della popolazione cittadina in relazione alle piogge e al loro deflusso. Sono passati tre anni da allora. I progetti esistono ancora da più tempo e ciononostante nessuna risposta concreta è arrivata, nulla è cambiato».

La morfologia geografica, secondo i geologi, ha penalizzato Catania dal punto di vista fisico e idrogeologico. Ma l’abusivismo edilizio, la mancata manutenzione di canali di scolo, caditoie, aree di drenaggio, il ripetersi delle stesse problematiche, specie in alcuni quartieri come Santa Maria Goretti, zona industriale, zona sud di Catania, via Etnea, la circonvallazione, San Giovanni Galermo, confermano che esiste un deficit di interventi e di programmazione.

Intanto si fanno i conti dei danni provocati dal passaggio del ciclone Apollo. Una task force per aiutare gli imprenditori, i ristoratori e i commercianti del centro di Catania e del resto della provincia è stata chiesta da Roberto Tudisco, presidente provinciale dei pubblici esercizi del settore Ho.Re.Ca. con l’associazione di categoria Mio Italia.

L’SOS DEGLI IMPRENDITORI

Il nubifragio e l’eccezionale ondata di maltempo hanno restituito un quadro drammatico della situazione a Catania e nel resto della provincia etnea: centinaia di attività commerciali devastate da uno tsunami di eccezionale potenza. Imprenditori che cercavano di riprendersi dopo la chiusura forzata, dovuta alla pandemia, e che ora restano con attrezzature da buttare e con locali quasi completamente sommersi dal fango.

Gli esercenti di pubblici esercizi hanno chiesto al sindaco di Catania, Salvo Pogliese, di creare un tavolo di dialogo permanente per sviluppare una task force che possa fornire supporto e aiuti agli imprenditori danneggiati.
Catania resta sospesa tra l’incudine del maltempo e il martello dell’emergenza rifiuti. L’ordinanza sindacale che assegna la gestione del servizio di raccolta rifiuti alla Dusty è ufficiale ed è stato raggiunto anche l’accordo “a zero esuberi” per il passaggio del personale alle due ditte vincitrici dei due lotti Catania Sud e Nord, la Ecocar e la Supereco.

Ma l’emergenza è tutt’altro che superata, nel senso che, nonostante sia stata aggiudicata la gara d’appalto del servizio alle ditte subentranti, una buona parte della città siciliana, resterà priva di servizio. Infatti la gara per il “lotto Centro” è andata deserta svariate volte e ha visto finora il fallimento di ogni tentativo di rimuovere gli ostacoli burocratici che hanno impedito alle imprese di partecipare: una circostanza questa che potrebbe condizionare la qualità del servizio, che mira a coprire con il “porta a porta” tutta la città nel corso del 2022.

I rifiuti non ancora smaltiti continuano ad accumularsi tra la rabbia e il disgusto dei cittadini, mentre siamo alle comiche per quanto riguarda il “giallo” dei cassonetti spariti da un giorno all’altro dai quartieri a nord della città siciliana.

LA POLEMICA

Ieri l’assessore all’Ambiente, Fabio Cantarella, aveva lanciato l’allarme sulla sparizione dei contenitori e aveva preannunciato la presentazione di una denuncia contro ignoti. Ma la Dusty s.r.l., la società che aveva avuto fino alla fine di ottobre l’appalto di questa zona della città, aveva già comunicato con una nota al Comune che i cassonetti e le attrezzature di proprietà sarebbero stati rimossi, essendo scaduto l’appalto della pulizia.

«Se si vuol cercare un responsabile per l’accaduto – dice la ditta – lo si deve, dunque, cercare da altre parti, interrogandosi su come sia possibile che la ditta che ci è subentrata nel servizio, la Supereco, abbia potuto dire di essere pronta a iniziare un appalto senza avere la disponibilità delle attrezzature necessarie a far fronte alla raccolta dei rifiuti nel periodo transitorio per l’avvio del porta a porta».


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