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La sede del Ministero per la Transizione Ecologica

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Non bastassero i ritardi dovuti alla burocrazia, le regole che variano da regione a regione, gli ambientalisti da sempre in bilico tra estetica ed etica che rallentano i progetti, le sovrintendenze che mettono paletti, i conflitti di competenze, ecco che a fermare le Rinnovabili ci si sono messi anche gli hacker.

Dal 6 aprile scorso il server del Mite è sotto l’attacco dei pirati informatici. Pratiche bloccate, dati a rischio phishing, sedute con all’ordine del giorno nuove autorizzazioni rimandate a data da destinarsi. Prima di ritornare alla normalità, purtroppo, ci vorrà tempo. E altro tempo ancora potrebbe passare se gli attacchi, come molti temono, si ripetessero, proprio ora che gli ingranaggi per dotarsi di fonti alternative si stavano lubrificando.

L’ACCELERAZIONE

A nulla è valsa l’accelerazione imposta dal governo alle Regioni e agli esperti. Procedure abbreviate per l’approvazione di impianti in progettazione da anni. Autorizzazioni sospese per motivi di vario genere, a volte futili.

Il ministro della Transizione ecologica, volato ieri l’altro ad Algeri insieme al premier Draghi per stringere un accordo sull’importazione del gas, non ha nascosto la sua preoccupazione ribadendo «l’importanza e l’urgenza di avere nella Pubblica amministrazione strutture informatiche che rispettino i principi di cyber-sicurezza allo stato dell’arte». Frasi riportate sul sito del ministero della Transizione ecologica.

Il Mite aveva un ruolo strategico già prima che scoppiasse la guerra in Ucraina. Un dicastero al centro dei progetti di digitalizzazione e transizione ecologica elencati nel Pnrr. Con la crisi bellica il suo ruolo è diventato centrale. Paralizzarlo vuol dire vanificare la possibilità di mettere a tera i progetti. L’obiettivo della nuova Commissione, di cui citiamo il lunghissimo acronimo, Via-Vas Pniec-Pnrr, che si è insediata il 18 gennaio scorso, era autorizzare entro la fine dell’anno progetti energetici per 8 o 10 Gw contro una media di 0,8 Gw l’anno degli ultimi 7 anni.

Senza gli hacker, spingendo a tavoletta l’acceleratore, la mission sarebbe stata non impossible. Già entro l’estate sarebbe finito sul tavolo della commissione un pacchetto consistente di autorizzazioni per impianti di eolico, fotovoltaico e agrivoltaico, in aggiunta ai pareri positivi già espressi per un totale di 2,5Gw nei mesi scorsi.

L’intoppo dietro l’angolo

La Commissione di valutazione guidata da Massimiliano Atelli, spinta dalle direttive del ministro Cingolani, ha impresso un deciso cambio di passo. Basti citare l’esempio della nuova diga foranea di Genova, il cui progetto è stato approvato in meno di 4 mesi, con 15 giorni di anticipo sui termini previsti dalla legge: un’opera attesa da tempo che avrà un costo superiore al miliardo di euro.

Energie rinnovabili, il ministero bloccato dagli hacker

Ma l’ultimo intoppo è quello che non t’aspetti. Il pirata di origine non ancora precisata. Una impasse informatica che avrà ricadute anche sui tempi di convocazione delle conferenze di servizio. E che rischia di allontanare quegli investitori esteri interessati a costruire nuovi impianti di energie rinnovabili nel nostro Paese.

L’Italia – secondo l’Osservatorio Fer di Anie Rinnovabili – avrebbe accumulato un ritardo quasi incolmabile rispetto all’obiettivo dei 95 gigawatt da raggiungere nel 2030. Per diversi anni si è viaggiato a una media da lumaca, una situazione di stallo perenne. Il decreto semplificazioni ha introdotto novità nell’iter di approvazione. I rappresentanti delle sovrintendenze siedono ai tavoli regionali ma troppo spesso sorgono divergenze tra enti e ministeri. Sgambetti e ostacoli che bloccano la realizzazione delle Rinnovabili.

Se qualcuno pensava, insomma, di sostituire nel breve periodo in modo consistente il gas russo con le Rinnovabili dovrà rifarsi bene i conti. Il ministero di viale Cristoforo Colombo non è stato il primo e purtroppo temiamo che non sarà l’ultimo dicastero a essere preso di mira dagli hacker.

Il sito istituzionale per molti giorni è stato irraggiungibile, si è pensato addirittura a un attacco dei cybercriminali legati a un Paese straniero. È intervenuto – dicono fonti del Ministero – il pronto intervento informatico per la Pubblica amministrazione, Cingolani ha parlato di «minacce rilevate sulla rete informatica» senza specificare altro. Maispam che attaccano i computer, ragnatele invisibili che avvolgono i dati e bloccano i programmi.

Non è chiaro se ci sia stato anche un furto di dati sensibili e se – come avvenne per l’attacco subito da alcune strutture pubbliche regionali legate alla sanità – ci sia stato un ricatto. Sull’intrusione pirata stanno indagando Acn (Agenzia per la cybersicurezza nazionale) e Polizia postale.

Ministero e attacco hacker sulle energie rinnovabili: un sistema fragile

Emerge finora l’estrema fragilità dei sistemi digitali legati alla PA. Una vulnerabilità dimostrata di recente anche da altri siti istituzionali. L’ultimo sito preso di mira è quello di Trenitalia, con ricadute anche sul sistema informatico di Sogei.

Il blocco temporaneo delle autorizzazioni è un ostacolo serio, in contrasto con la domanda crescente di energie rinnovabili. Nei primi 3 mesi del 2022 – dati Elmec Solar – l’incremento delle domande per l’installazione di impianti fotovoltaici ha toccato un +239% rispetto all’anno precedente. E la domanda di lavoro nel settore in ambito Ue potrebbe creare 5 milioni di nuovi posti entro il 2050. Pirati informatici permettendo.


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