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La presidente del Consiglio Giorgia Meloni

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DA BEN quindici mesi l’antidoto aveva funzionato e Giorgia Meloni era stata in grado di presentarsi in Italia e in Europa come una compassata dr.ssa Jekill , accolta con tutti gli onori ai vertici dei potenti della terra che finalmente era riuscita a liberarsi della truce e scostumata Mrs. Hyde a cui tutte le Cancellerie guardavano con preoccupazione dopo che la destra aveva vinto le elezioni in Italia. Memore dei guai capitati al governo giallo verde quando si era messo in testa di sbertucciare l’Europa, per poter governare tranquilla Giorgia Meloni aveva indossato il doppiopetto e si era presentata allineata e coperta alle regole del politicamente corretto senza consentire alcuna sbavatura in nessuno dei dossier trattati. Rispetto puntuale delle alleanze, massima prudenza nei conti pubblici, collaborazione con i ‘’burocrati’’ d Bruxelles e grande attenzione ai mercati.

Nella sua prima legge di bilancio si era attenuta agli appunti consegnati da Mario Draghi, nella seconda era persino riuscita ad ottenere un giudizio positivo da Mario Monti. Dopo tanto lavorio e tanto impegno per mostrare al mondo una Meloni redenta, è bastato aver contratto un’influenza (aveva fatto la vaccinazione?) per ritrovarsi nelle sembianze della signora Hyde e farsi prendere da un raptus di sovranismo gratuito quando ha ordinato ai suoi deputati di votare contro l’autorizzazione alla ratifica del Mes allo scopo di ‘’far riconoscere’’ l’Italia tra i venti Paesi coinvolti. Fuor di metafora Giorgia Meloni – ancorchè febbricitante – era assolutamente compos sui. Pertanto la sua è stata una scelta meditata, tra le diverse opzioni che le si presentavano.

Il primo problema da risolvere Meloni l’aveva all’interno della sua stessa maggioranza. Come Cristo in croce era tenuta a scegliere tra il ‘’ladrone’’ buono (Forza Italia) e quello cattivo (la Lega). E non ha avuto dubbi, anche a costo di mettere in difficoltà l’onesto Giancarlo Giorgetti, sempre più straniero in patria. Per non perdere il contatto con Salvini ha mollato Forza Italia facendo trovare il suo gruppo di fronte al (mis)fatto compiuto. Ma ‘’Io sono Giorgia’’ non si è limitata solo a scegliere i compagni di viaggio all’interno della maggioranza; lo ha fatto anche per quanto riguarda l’opposizione. Con un voto favorevole al Mes avrebbe ottenuto l’appoggio del Pd; così si è ritrovata con il M5S, riuscendo a fare dei rapporti con l’Ueuna discriminante trasversale per trovarsi, la Meloni stessa, a guidare una nuova maggioranza ostile alla causa dell’Europa. ‘’Ostile’’ è il termine che spiega senza infingimenti il significato del voto. Salvini voleva qualificare la campagna elettorale in polemica con l’Europa come del resto faranno tutti i partiti alleati nel gruppo di Identità e Democrazia.

Meloni temeva la concorrenza su quelle posizioni politiche? Se fosse così, la premier dimostrerebbe di non aver capito che un elettorato sensibile a quelle istanze non può venirle appresso nel nuovo corso della sua politica. Come diceva mio padre ‘’non si può nello stesso tempo andare a messa e stare a casa’’. Quando un partito si rende conto di dover buttare a mare ideologie e politiche ormai desuete non può portare con se l’elettorato tradizionale se non è in grado di evolvere insieme al partito. Ma le avete sentita la brutalità degli argomenti di Salvini, quando rivendica a se stesso prima ancora che alla Lega la vittoria nella campagna contro il Mes? A suo avviso il trattato ‘’novellato’’ sarebbe inutile e dannoso (ben 19 Paesi non se ne sarebbero accorti?). Poi il Conducator tocca il fondo della demagogia quando si avventura nella parabola dell’operaio e del pensionato italiani costretti dal trattato a salvare con i loro risparmi le banche tedesche. E quelle italiane? Sono in salute, secondo Salvini. Forse perché sono riuscite ad evitare quella tassa una tantum su gli extraprofitti che, in un attimo di obnubilamento, Meloni voleva applicare agli Istituti di credito.

Ma con Salvini non servirebbe neppure replicare che oggi sono gli operai e i pensionati tedeschi o di altri Paesi Nord Europei a finanziare il PNRR da 200 miliardi a favore dell’Italia. Non servirebbe perché i sovranisti sono dei masochisti, soffrono della sindrome dello scorpione che punge la rana mentre gli sta facendo attraversare il fiume. Alla manifestazione di Firenze l’ospite d’onore doveva essere quel Geert Wilders, vincitore delle elezioni, che, a suo tempo, aveva criticato duramente Mark Rutte perché aveva contribuito, con i solidi degli olandesi, a finanziare col NGEU gli italiani indebitati e nullafacenti. Infine, credo che sarebbe necessaria un’ulteriore considerazione.

Non ho fatto i conti e non sono in grado di affermare con certezza che i voti degli ex grillini siano stati o meno determinanti a formare la maggioranza che ha bocciato la ratifica del Mes. Ma almeno sul piano politico non si può passare sopra al fatto che – su di una decisione importante di politica europea – la maggioranza è andata in frantumi. Che cosa pensa il presidente Mattarella di questo ribaltone? E che cosa intende fare di una premier che – senza avvertire non solo gli alleati ma neanche il Quirinale – si affida al gioco delle tre carte per ingannare i partner? L’esecutivo ha dimostrato, infatti, con il voto della Camera, che la teoria del ‘’pacchetto’’ era un escamotage; mentre su regole di bilancio e migrazioni gli altri Paesi hanno tenuto conto delle istanze avanzate dall’Italia, il governo Meloni non ha mantenuto gli impegni a cui era tenuto proprio nella logica del ‘’pacchetto’’, quando era chiara la contropartita richiesta dall’Europa.


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