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Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella

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SUL fenomeno della corruzione non potrebbero essere più chiare e nette le parole del Presidente Mattarella: “La corruzione altera la vita delle persone e attacca i diritti di ciascuno, corrode le fondamenta della società, mina lo Stato di diritto, altera i mercati”. È una piaga diffusa e grave, che non risparmia nessun paese, sia pure in misura molto diversa, se per iniziativa delle Nazioni Unite si è giunti a proclamare una Giornata contro la corruzione, dopo che l’Assemblea generale di questa Organizzazione internazionale, riunita in Messico a Merida nel 2003, ha approvato la Convenzione internazionale contro la corruzione, ratificata dall’Italia nel 2009.

Se la corruzione internazionale riguarda attività illecite di grandi compagnie, sino a coinvolgere esponenti di istituzioni e governi, tanto da divenire non solamente tollerata ma sistemica in alcuni paesi, più diffusa e non meno grave è la corruzione per attività all’interno di singoli stati. In questo ambito alcune classifiche internazionali collocano l’Italia a un livello elevato di corruzione. Ma si tratta di graduatorie non adeguatamente significative, essendo basate su indici di corruzione percepita e non sulla effettività della situazione. Non è improbabile che nel nostro Paese la percezione sia alterata e accresciuta da un sentire comune, non sempre corrispondente alla realtà, e da una diffusa micro corruzione non di rado socialmente tollerata. Difatti il fenomeno corruttivo è presente e si sviluppa su piani diversi, egualmente illeciti e riprovevoli: sia in affari di grandi dimensioni, nei rapporti tra imprese e pubbliche amministrazioni e nella collusione di imprese per pubbliche forniture ed appalti, sia per piccoli “favori” per evitare o ottenere atti, questi ultimi talvolta anche dovuti, dalle amministrazioni.

Ecco perché, come ha sottolineato il Presidente Mattarella, combattere la corruzione “è un dovere delle istituzioni e, al tempo stesso, un impegno etico e civile delle forze sociali, delle comunità, dei cittadini”. C’è da chiedersi come combattere la corruzione. Spesso ci si adagia su una accentuata minaccia penale. Rafforzare le indagini penali e celebrare processi è certamente necessario, oltre che utile per la connessione della corruzione con altri reati, quali il riciclaggio di danaro sporco, l’evasione fiscale o latri reati societari. Tuttavia occorre un impegno maggiore nella prevenzione, nel creare condizioni che tolgano terreno di coltura alla corruzione, la rendano più difficile e al limite, per quanto possa apparire assurdo, non conveniente.

Nella prospettiva di ridurre gli spazi nei quali la corruzione alligna più facilmente, si colloca al primo posto la semplificazione delle norme che chiariscano con chiarezza che cosa si può fare e che cosa non si può fare, la eliminazione nei procedimenti amministrativi di ogni passaggio non essenziale e l’assicurazione di procedure e tempi certi per provvedere, riducendo i margini di discrezionalità non necessaria. Segue la connessa organizzazione di una pubblica amministrazione trasparente ed efficiente, dotata di professionalità di livello adeguato a quello che possono mettere in campo forti gruppi privati. Le analisi nei diversi settori produttivi che hanno rapporti con le amministrazioni, la raccolta e la elaborazione di dati, la diffusione di buone pratiche e interventi preventivi, quali quelli dell’Autorità nazionale anticorruzione, concorrono largamente a ridurre gli spazi per la corruzione. Assicurare la concorrenza, oltre che essenziale per il corretto funzionamento del mercato, è un antidoto per la corruzione, che altera la condizione dei concorrenti e danneggia i consumatori.

Sullo sfondo rimane, ed è essenziale, il costume ed il comportamento sociale. La micro corruzione endemica, talvolta anche per ottenere ciò che è lecito, più spesso ciò che lecito non è, attutisce la consapevolezza del disvalore della corruzione e crea assuefazione o rassegnazione anche verso fenomeni corruttivi di maggior livello. La Giornata contro la corruzione serve anche a scuotere i cittadini e le comunità dal rischio insito in questo torpore e le parole di Mattarella ce lo hanno ricordato.


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