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Una delle tante proteste degli agricoltori

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L’agricoltura è fondamentale per l’economia, le rivolte hanno portato una serie di richieste, sulle lotte economiche, al centro della politica europea che negli ultimi anni ha penalizzato molto


Migliaia di agricoltori in tutta Europa stanno conducendo una gigantesca protesta in una delle regioni più industrializzate del mondo, ricordando ai governi e all’Unione Europea che anche nell’era dell’Intelligenza Artificiale, l’agricoltura continua ad essere un settore strategico per l’economia dei paesi e coloro che la guidano rappresentano una forza potente (ed anche elettoralmente importante), nonostante la politica europea, negli ultimi anni, l’abbia penalizzata
Usando i trattori per bloccare le principali autostrade, gli agricoltori di Germania, Francia, Italia, Spagna, Belgio, Paesi Bassi, Grecia, Polonia, Ungheria, Romania e altre nazioni hanno portato al centro della politica europea una serie di richieste riguardanti le loro lotte economiche. In alcuni Paesi, i manifestanti hanno contestato le tasse sul carburante e i piani di taglio dei sussidi. In altri casi, gli agricoltori si oppongono agli accordi di libero scambio con Paesi i cui agricoltori non sono soggetti alle stesse restrizioni sull’uso dei pesticidi che esistono nell’Unione Europea.

Nei Paesi Bassi, gli agricoltori si sono opposti ai piani di riduzione del bestiame come un modo per ridurre le emissioni di azoto. Mentre in Ungheria e Polonia i manifestanti chiedono che l’allentamento dei permessi per i trasportatori ucraini venga interrotto. Questo per evitare che i loro mercati siano inondati di prodotti provenienti da paesi terzi. Comune a queste azioni di disobbedienza civile è la frustrazione verso politiche che ignorano gli agricoltori e le loro preoccupazioni. Mentre servono progetti politici più ampi, inclusa la guerra in Ucraina.
Negli ultimi anni, gli agricoltori, come hanno a più riprese vendicato, si sono sentiti traditi da una politica europea che non incentiva abbastanza. Anzi, penalizza il settore agricolo. A partire dal raggiungimento di un reddito equo, che attualmente in alcuni Paesi risulta inferiore anche del 40% rispetto a quello di altri settori merceologici. Una fragilità che, nonostante gli interventi predisposti dalla PAC, difficilmente potrà essere superata nel breve periodo. Specie senza misure strutturali in un settore dove è molto costoso e complicato generare del valore aggiunto sufficiente. Soprattutto fra i produttori medio e piccolo che sono la grande maggioranza fra gli agricoltori. Con l’avvicinarsi delle elezioni del Parlamento europeo, i leader politici saranno sotto pressione affinché rispondano alle rivendicazioni degli agricoltori.

L’estrema destra, in crescita in molti paesi del mondo, ha già cercato di farsi carico delle preoccupazioni degli agricoltori e dei lavoratori dei settori dei combustibili fossili preoccupati di perdere posti di lavoro a causa di programmi e progetti di energia pulita. I partiti centristi e liberali che hanno dominato l’Europa del secondo dopoguerra possono incolpare solo se stessi se perderanno dei consensi alle prossime elezioni del Parlamento europeo. Come ampiamente previsto accadrà. Al di là dell’Europa, dagli Stati Uniti d’America all’Argentina, i populisti hanno tratto vantaggio dall’incapacità dei politici tradizionali. Incapacità di bilanciare la globalizzazione con le esigenze e i bisogni della gente dei loro paesi.
E in India, gli agricoltori sono ancora una volta in marcia. Chiedono al governo Narendra Modi di formulare una legge sul prezzo minimo di sostegno, tra le altre concessioni. Questa è un’opportunità per l’Europa e le altre nazioni di stringere un nuovo patto paritario con le loro comunità agricole. Un’opportunità che non deve essere sprecata.

*Fondatore e Presidente
di Guizzetti & Associates


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