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Forse è vero che se Giacomo Leopardi fosse vissuto al giorno d’oggi, al tempo di Instagram, anziché L’Infinito avrebbe scritto “I [love] Recanati” pagando lo scotto di una civiltà come la nostra in cui le immagini prevalgono sulle parole: occorre però riconoscere che luoghi che sono cibo per gli occhi come le regioni del Sud Italia comunicano anche attraverso le immagini sui social media l’opportunità di visitarle e viverle.

I 3,3 milioni di post su Instagram con l’hashtag #siciliabedda e i 2,2 di #weareinpuglia hanno di certo contribuito alla narrazione in questi anni delle bellezze di questi luoghi e al flusso turistico che, nonostante le difficoltà di questo periodo, continua a prodursi.

Nella seconda estate del Coronavirus, nei mesi degli Europei e degli ori olimpici, guardando alla crescita dei contagi con un misto di speranza per la riduzione della pressione sui ricoveri e di preoccupazione che ci auguriamo mal riposta per gli effetti degli spostamenti, i dati relativi alle ricerche di carattere turistico verso il Meridione sono in decisa crescita anche se permane la dimensione prevalentemente nazionale dei flussi, caratteristica di questi due anni.

In particolare, secondo lo strumento Hotel Insights che Google mette pubblicamente a disposizione [link], negli ultimi tre mesi, le ricerche di tipo turistico sono aumentate fra il 25% e il 50% per tutte le regioni meridionali e sono costituite per il 90% da interessi da parte di connazionali nel caso della Campania e della Sicilia, per il 96% nel caso della Puglia, per il 97% della Calabria e per il 99% della Basilicata.

Fra le ricerche da parte di italiani, la Sicilia e la Calabria si contendono il record di crescita mentre, all’estero, la Campania è l’unica regione in cui aumentano le ricerche dagli Stati Uniti mentre la Puglia interessa agli Svizzeri, la Sicilia agli inglesi e tutte accolgono ricerche in egual misura dalla Germania e dalla Francia.

La comunicazione online di una destinazione turistica è infatti oggi un po’ come organizzare un pranzo estivo. Ci sono tre modi per farlo: una persona invita gli amici e si incarica di cucinare godendo della loro fiducia ai fornelli. Oppure ciascuno prepara qualcosa a casa e tutti apprezzano il mettere in comune ciò che si è pensato di condividere. Infine – e spesso si fa così nelle grigliate – si può andare a fare la spesa per poi cucinare tutti insieme.

Allo stesso modo, la predisposizione di infrastrutture, l’innovazione sul piano dell’offerta turistica, la creazione di esperienze sul territorio creano le condizioni perché la condivisione di ciò che i visitatori hanno vissuto su un social network completi il puzzle e contribuisca a valorizzare un luogo, le sue attrattive, le esperienze di viaggio e di vita che ha saputo favorire.

Un esempio di come la Rete possa favorire l’innovazione del turismo è dato dalla rete “Salento delle Murge”, un’area di trentasei comuni ubicati fra il Salento e la Valle d’Itria, che nel corso degli ultimi anni ha saputo comunicare un territorio attraverso i percorsi esperienziali che si realizzano nelle aziende agroalimentari e artigianali di cui è costituita e che facilitano la scoperta di una destinazione meno nota a turisti di prossimità e d’oltralpe in una modalità improntata all’autenticità: grazie a Internet non solo è stato reso possibile l’arrivo di flussi turistici organizzati, ma il digitale è la forma organizzativa con cui sono stati mappati i luoghi di interesse e si è valorizzata l’identità di zona.

Come il Salento delle Murge, anche gli altri territori delle regioni meridionali saranno i protagonisti di queste vacanze social e, se è vero che oggi comunichiamo per immagini ed ancor più cogliamo momenti con Storie che dopo 24 ore sono scomparse, non per questo ciò significa che un viaggio raccontato su Instagram derivi dall’assenza di pensieri, ma da parole che talvolta non possono essere trovate davanti ad un tramonto sul mare d’estate.


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