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Non c’è Sanremo senza polemiche. Non c’è Achille Lauro a Sanremo senza polemiche.

Ed ecco che, dopo aver aperto la gara di questo 72esimo Festival, ha subito scatenato l’indignazione dei cattolici. Politici, esponenti del clero, telespettatori, tutti a gridare allo scandalo.

Primo fra tutti, monsignor Antonio Suetta, vescovo di Ventimiglia – Sanremo. Parla di «triste apertura del Festival della canzone italiana» e di una «brutta piega che ha, ormai da tempo, preso questo evento canoro».

Motivo dell’indignazione è dunque la performance di Achille Lauro che ieri sera ha gareggiato con il brano “Domenica”, accompagnato da un coro gospel, l’Harlem Gospel Choir, inscenando il suo battesimo. Lauro infatti, sul palco dell’Ariston scalzo, a petto nudo e con un pantalone di pelle, si è auto ‘battezzato’ versandosi in testa dell’acqua a conclusione della sua performance.

Da qui le parole del vescovo Suetta: «la penosa esibizione del primo cantante – non lo nomina mai – ha ancora una volta deriso e profanato i segni sacri della fede cattolica evocando il gesto del Battesimo in un contesto insulso e dissacrante».

«Il brano presentato, già nel titolo, Domenica, e nel contesto di un coro gospel, alludeva al giorno del Signore, celebrato dai cristiano come giorno della fede e della risurrezione, collocandolo in un ambiente di parole, di atteggiamento e di gesti, non soltanto offensivi per la religione ma prima ancora per la dignità dell’uomo».

«Non stupisce peraltro – continua – che la drammatica povertà artistica ricorra costantemente a mezzi di fortuna per far parlare del personaggio e della manifestazione nel suo complesso».

Achille Lauro non si difende e probabilmente neppure gli interessa farlo. Sui social appare solamente il significato della sua performance, un omaggio alla mamma in occasione del suo compleanno. «Oggi 61 anni fa nasceva mia madre. Oggi 61 anni dopo le regalo l’apertura del Festival di Sanremo. Ancora oggi guardo questa donna nello stesso modo. Le madri sono esseri divini, ci danno la vita ogni giorno. Oggi, in un nuovo inizio, vi omaggio del mio battesimo. Che Dio ci protegga. Hallelujah».

A chiarire le loro posizioni, anche Amadeus e il direttore di Rai Uno Stefano Coletta, nella conferenza stampa di questa mattina.
«Rispetto il parere del vescovo. Anche io sono credente, molto. Ma da cattolico non sono stato assolutamente turbato» spiega il conduttore. «E’ un artista – aggiunge – e un artista deve anche potere esprimersi liberamente. Dobbiamo accettare questo altrimenti teniamo i giovani lontani non solo dal Festival ma anche dalla chiesa e non è giusto».

Una dichiarazione, quella di Amadeus, che ha ricevuto anche un po’ di applausi dalla sala stampa. A queste parole si aggiunge la chiosa di Coletta: «una volta per tutte: dietro dei profili professionali non c’è mai, almeno per quelli seduti qui, nessuna volontà di veicolare ideologie, trasgressioni».

«Penso che dobbiamo accogliere con molta attenzione la percezione lesiva che la chiesa oggi sta riferendo. Ma io in grande onestà, voglio credere alla bontà di Achille Lauro che ha dichiarato di aver fatto quel gesto, che né io né Amadeus avevamo visto in prova, per un messaggio a sua madre».

In ogni caso, Fiorello ieri sera lo aveva predetto: «Stasera vota la sala stampa? Chissà cosa penserà L’Osservatore Romano di Achille Lauro». Detto fatto! Ecco servita la risposta dal quotidiano della Città del Vaticano.

«Chiamati in causa da Fiorello alla cui simpatia non si può resistere, eccoci qui a dire la nostra, come richiesto, su Achille Lauro. In punta di piedi. Perché Sanremo è Sanremo. L’Osservatore è L’Osservatore. E in questo caso si limita ad osservare che, volendo essere a tutti i costi trasgressivo, il cantante si è rifatto all’immaginario cattolico.

Niente di nuovo. Non c’è stato nella storia un messaggio più trasgressivo di quello del Vangelo. Da questo punto di vista difficilmente dimenticheremo la recita del Padre Nostro, in ginocchio, di un grande artista rock come David Bowie. Non ci sono più i trasgressori di una volta».


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