X
<
>

Il momento dell'esibizione di Achille Lauro in cui viene messo in scena il battesimo

Condividi:
3 minuti per la lettura

Il ringraziamento ad Achille Lauro che non ti aspetti. Perché «per un giorno hai fatto ricordare alla maggior parte dei cattolici che esiste il Battesimo». Chi lo scrive non è un musicologo né un critico. Né un inviato nella città dei fiori. Ma un prete. Lui è il 35enne don Giuseppe Russo, da settembre scorso nuovo direttore dell’oratorio Salesiano Redentore di Bari. Per nulla scandalizzato da quella “Domenica” portata in scena dall’artista con tanto di battesimo fai da te sul palco dell’Ariston di Sanremo. Che ha indignato, che ha fatto gridare allo scandalo, persino ad alcuni piani alti della Chiesa. Ma non questo giovane prete leccese del quartiere Libertà, che con un post su Facebook ha espresso parole di apprezzamento. Incassando moltissimi attestati di stima.

Fa strano che un prete approvi l’esibizione un po’ dissacrante di Lauro.
«Più che indignarmi o scandalizzarmi, ho cercato di capirne il significato. Con la cultura attuale bisogna dialogare e Lauro con quel gesto ci ricorda che siamo battezzati. E almeno un po’ di ragazzi si saranno ricordati di questo rito arcaico voluto dai loro nonni».

Appunto i ragazzi. Lei ci passa molto tempo con loro in oratorio. Come hanno commentato questa performance?
«Oggi la categoria dell’indignazione è molto difficile nei giovani. Loro sono più elastici e questo può essere un elemento sia positivo e sia negativo. Negativo perché su certi temi magari puoi perdere anche la bussola. In realtà il gesto di Lauro ha fatto più discutere gli adulti. Con loro ne ho parlato e qualcuno era anche favorevole. Anche i più rigidi non l’hanno visto come un attacco. Fra l’altro in quel gesto di Lauro ho visto la disperazione dell’uomo di oggi, che si sente abbandonato e cerca di salvarsi da solo, di battezzarsi da solo. Ma nessuno si salva da solo! E lì allora c’è un vuoto che la Chiesa deve colmare. Se l’uomo cerca di salvarsi da solo è perché forse dovremmo indignarci di meno e annunciare di più questo amore con la vita e nella Chiesa. E la verità del battesimo sta esattamente nello scoprirsi fratelli, innestati nell’unico vero amore che salva».

Cosa ne pensa invece di Drusilla Foer? Anche in questo caso non sono mancate le polemiche.
«A me fa ridere molo. La seguo da due, tre anni. Non è un trans ma è un attore en trasvesti che nella cultura della lirica è molto diffusa. Ho apprezzato molto la sua presenza perché è di grande cultura. Siamo nella Chiesa di Papa Francesco che dice di dialogare con tutti, tenendo fede alla nostra identità. Dialogare senza pregiudizi come ci hanno insegnato Don Bosco e Don Tonino Bello».

Don Giuseppe ci pare di capire che lei Sanremo lo stia vedendo tutto. Allora visto che ci siamo ci dica il vincitore di questa 72esima edizione.
«In vista dell’Eurovision spero Mahmood e Blanco o Elisa. Mi piacciono molto. “Brividi” è una canzone che sta arrivando molto sui giovani, sta toccando molto le loro corde emotive. Ed è interessante che siano due uomini a cantarla. Qui nel mio oratorio sta piacendo tantissimo e i ragazzi spesso la mettono. Sia chiaro però: noi paghiamo tutti i diritti Siae (ride, ndr)».

Sui diritti Siae non avevamo dubbi don Giuseppe.
«Sa, stando con i giovani bisogna saper entrare nei giovani e vivere con la carità e l’accoglienza proprio come ci insegna il battesimo».
Anche quello di Achille Lauro.

GLI ULTIMI AGGIORNAMENTI SUL FESTIVAL DI SANREMO

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE