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Fare peggio di quello che si è fatto in questi mesi è impossibile. Si è partiti con l’Iva da disinnescare e ci si è persi in una miriade di nuove micro tasse. A ogni ora della mattina e della sera argomento unico: tetto al contante, commissioni bancarie, lotta all’evasione. Molto rumore, molta ideologia. La parola investimenti: bandita. La parola Mezzogiorno: per carità. La parola lavoro: smarrita. Scusate, ma con questo vocabolario, volete competere con uno come Salvini che batte piazza piazza e dice a tutti: basta tasse? Se credete che gli italiani si ricordino lo spread a 300 e, come dice qualcuno di voi, il conto del Papeete, siete pazzi.

Siamo seri: è chiaro che nel voto umbro pesano lo scandalo sanitario in casa Pd, il terremoto dimenticato, la voglia di cambiare, la crisi di credibilità del Movimento 5 Stelle targato Di Maio. Se non volete, però, che questo voto si ripeta ovunque non vi dovete vergognare di fare propria l’operazione verità di questo giornale sulla ripartizione della spesa pubblica che toglie al Sud e regala al Nord. Dovete dire chiaro e tondo ai signorotti della Lombardia, del Veneto e del Piemonte che volete rianimare l’Italia tutta, ma che per fare questo bisogna interrompere il flusso assistenziale di risorse che si riversa sui loro carrozzoni per redistribuirle in cantieri, opere, infrastrutture di sviluppo a partire dal Sud. Di questo, non di altro, ha bisogno l’Italia.

Leggendo finalmente il decreto fiscale scopriamo che all’articolo 57 è scritto che il governo si impegna a superare la Spesa Storica – mina dal di dentro economia e società, è figlia del patto tra Lega e Pd tosco-emiliano – con tempi lunghi, ma cominciate a dirlo, gridatelo, smettetela di avere paura di pronunciare la parola Mezzogiorno. Fate lo sforzo di chiarire che occuparsi di Nord e Sud e di Nord e Nord significa occuparsi del futuro di tutti, giovani, poveri e ricchi.

Significa prendersi cura dell’Italia e avere una visione europea che è esattamente quella che noi chiediamo a tedeschi e olandesi quando si preoccupano solo di rendimenti dei loro risparmi e delle loro polizze assicurative. Sempre ieri, il ministro Gualtieri è ritornato a parlare di investimenti e ha scandito a voce alta che “ritorna il vincolo del 34% per il Mezzogiorno”, meno male. A Renzi discorso chiaro: qui si rema tutti insieme, se no non si comincia neppure la navigazione. A Di Maio va detto con durezza che l’uomo solo al comando non porta bene neppure a lui, tra un viaggio e l’altro nelle capitali estere si metta a studiare il dossier Mezzogiorno, avrà qualcosa da proporre ai suoi giovani conterranei di più sostanzioso dell’elemosina del reddito di cittadinanza.

I numeri dell’operazione verità sono la base tecnica imprescindibile per dare un futuro di sviluppo al nostro Paese. Serve al Sud, ma ridarà il suo mercato di consumo al Nord. Serve all’Italia e all’Europa. Se no, di alterco in alterco, ci scappa l’incidente. A quel punto, sarà anche un bene.


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