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Il ministro Mara Carfagna

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Con il via libera a due schemi di decreto del ministero dell’Interno da parte della Conferenza Stato-Città parte una nuova stagione per i servizi sociali. Il primo schema, viene ricordato, ripartisce i fondi (30 milioni) messi a bilancio per il 2022 per il trasporto degli alunni disabili, con l’obiettivo di alzare la percentuale di copertura fino all’8,9%.

La distribuzione dei fondi, dunque, avvantaggerà soprattutto i Comuni che non raggiungono quella quota: a Napoli, per un esempio, è finanziato con 750mila euro il trasporto per 215 ragazzi in più; Sassari ottiene 118mila euro per aprire 34 nuovi posti; a Benevento vanno 24mila euro per 7 posti aggiuntivi.

Lo stesso principio guida la ripartizione dei fondi per gli asili nido (120 milioni). In questo ambito l’obiettivo è attivare nel corso di quest’anno 15.639 posti aggiuntivi per bambini tra i 3 e i 36 mesi, avviando la ‘campagna’ che deve portare entro il 2027 ogni singolo Comune a soddisfare il Lep Nidi fissato in legge di Bilancio: 33 posti ogni 100 bambini residenti.

Il finanziamento è dunque concentrato sui Comuni che hanno un’offerta inferiore al 28,8%. Sono in tutto 4.959. Il Mezzogiorno ottiene risorse per un importante riequilibrio dei diritti: solo a Napoli sono previsti 506 nuovi posti con risorse per 3 milioni e 800mila euro; 105 posti si apriranno a Giugliano con un finanziamento di 805mila euro; 66 a Reggio Calabria con 506mila euro; 27 a Salerno con 208mila euro, mentre non sono finanziati utenti aggiuntivi in città come Padova, Reggio Emilia, Bergamo o Torino dove il servizio è già vicino o addirittura superiore allo standard fissato dal Lep.

«E’ una prima e potente picconata – sottolinea il ministro per il Sud e la Coesione sociale Mara Carfagna – al muro della diseguaglianza. Migliaia di famiglie meridionali potranno accedere a servizi che al Nord sono giudicati ‘normali’ ma al Sud rappresentano quasi un’utopia. Sono profondamente soddisfatta di questa bella battaglia vinta per i bambini e le donne del Mezzogiorno e ringrazio il Mef, il ministro Daniele Franco e tutti i colleghi di governo: l’introduzione dei Lep che abbiamo avviato è la chiave per un’Italia più giusta e amica dei cittadini».

“Finalmente si rovescia il principio della spesa storica per i servizi sociali ed educativi – spiega ancora il ministro – un principio che ha alimentato diseguaglianze e discriminazioni tra cittadini, dando molto a chi aveva già molto e nulla a chi non aveva nulla. Con l’approvazione in Conferenza Stato-Città del riparto dei fondi destinati agli asili nido e al trasporto scolastico dei ragazzi con disabilità si apre una nuova stagione: daremo di più a chi ha meno, fino a raggiungere in ogni Comune italiano un livello essenziale di prestazioni accettabile e chiaramente indicato”.

LA NUOVA RENDICONTAZIONE

La nuova rendicontazione delle risorse incrementali per il sociale allegata al rendiconto 2021. Si tratta della certificazione e della annessa relazione relativa al raggiungimento degli obiettivi di servizio per la funzione servizi sociali nel 2021, che i Comuni delle Regioni a statuto ordinario dovranno predisporre attenendosi al Dpcm 1 luglio 2021. La legge di bilancio 2021 ha stanziato, a decorrere dal 2021, un’apposita quota del fondo di solidarietà comunale, in misura crescente nel corso degli anni, da destinare al finanziamento e allo sviluppo dei servizi sociali comunali, svolti in forma singola o associata.

Il Dpcm attuativo del primo luglio 2021 ha evidenziato che tutti i comuni sono tenuti a destinare nel 2021 una spesa per la funzione sociale, al netto del servizio asili nido, almeno pari al fabbisogno standard, riportato nella nota tecnica allegata al decreto. Le risorse stanziate dalla legge di bilancio 2021 sono da ritenersi interamente aggiuntive solo per gli enti locali che hanno registrato una spesa storica almeno pari al fabbisogno standard.

Quest’ultimi sono comunque tenuti al monitoraggio del livello dei servizi offerti. I Comuni che, invece, registrano una spesa storica inferiore ai fabbisogni standard 2021, sono tenuti a rendicontare anche le risorse aggiuntive assegnate dalla legge di bilancio. Pertanto, i Comuni con un livello di spesa storica inferiore al fabbisogno sono tenuti a raggiungere specifici obiettivi di servizio, certificando l’utilizzo delle risorse aggiuntive.

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