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«Nel ‘panierè degli investimenti criminali, il gioco illegale rappresenta uno strumento formidabile, prestandosi agevolmente al riciclaggio e garantendo alta redditività: dopo i traffici di stupefacenti è probabilmente il settore che assicura il più elevato ritorno dell’investimento iniziale, a fronte di una minore esposizione al rischio».

Così la Direzione investigativa antimafia nell’ultima Relazione semestrale. La Mafia, la criminalità pugliese, la camorra, la ‘ndragheta: i giochi fanno gola a tutte le organizzazioni mafiose e le inchieste svolte registrano rapporti di “alleanze funzionale” tra i differenti clan per mettere le mani su un settore che ha registrato 106 miliardi di euro nel 2019 considerando le sole giocate legali.

La DIA rivela che la disseminazione dei punti di raccolta scommesse è paragonabile alla rete di pusher di una piazza di spaccio. La relazione semestrale della Direzione Investigativa Antimafia evidenza la necessità di una regolamentazione condivisa in tutta Europa, finalizzata a bandire il gioco illegale in tutte le sue forme.

In questo modo si otterrebbero molteplici effetti positivi rispetto alla tutela dell’ordine pubblico, alla sicurezza urbana, alla salute e alla collettività, alla libertà di attività economica, alla protezione delle fasce deboli di consumatori (tra cui i minori) e, non ultimo, gli effetti positivi si otterrebbero anche sul piano della prevenzione delle ludopatie, fondamentale per contenerne i costi sociali, economici e psicologici derivanti dal gioco d’azzardo, specie se illegale.

Il settore gioco legale rappresenta quindi un presidio di legalità di un comparto che altrimenti è destinato ad essere inghiottito dalla criminalità organizzata.

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