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Un momento del Convegno

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La portavoce della onlus Angels (Associazione nazionale giovani energie latrici di solidarietà): “Ci battiamo affinché il crimine delle mutilazioni sia combattuto in ogni ambito della società: politico, culturale, mediatico e medico”

L’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) stima che sono più di 200 milioni le donne che hanno subito mutilazioni genitali nei Paesi in cui si concentra la pratica e sono a rischio di mutilazione circa tre milioni di ragazze ogni anno. Una violazione dei diritti umani che riguarda anche l’Italia dove si stima che oltre 90 mila donne siano state vittima della barbara pratica. Restituire dignità a queste ragazze è l’obiettivo della onlus Angels – Associazione nazionale giovani energie latrici di solidarietà che si batte affinché il crimine delle mutilazioni sia combattuto in ogni ambito della società: politico, culturale, mediatico e medico.

A questo scopo presso la Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani su iniziativa del senatore Marco Scurria, e promosso da Benedetta Paravia, portavoce della onlus Angels, si è tenuto oggi il convegno “Restituiamo la dignità alle donne mutilate”. “Come si può amare se si viene deturpate e depauperate della propria femminilità e inficiate nella propria dignità di donna?” ha detto ad “Agenzia Nova” Benedetta Paravia che con il progetto artistico culturale umanitario itinerante ‘Women in Love‘ (www.womeninlove.it) vuole contribuire al cambiamento culturale necessario a salvare le bambine e a curare le donne. “L’attenzione a questo fenomeno sta crescendo anche se nascosto, raggiunge delle cifre altissime anche in Italia perché è un crimine che avviene in clandestinità. Nonostante la legge n.7/2006 le vittime non parlano e non si può perseguire questo crimine se le vittime non denunciano. Vogliamo attuare un cambiamento culturale con ‘Women in love’ perché grazie al cambiamento culturale e alle persone che vengono informate di questo orribile fenomeno sommerso potremo salvare le donne e le bambine”.

L’associazione Angels è impegnata dal 2008 nella protezione dei diritti umani e ha trovato nel senatore di Fratelli d’Italia, Marco Scurria, un interlocutore. “E’ una battaglia di civiltà, quello che succede alle donne in alcune parti del mondo e ormai anche in Italia e in Europa a seguito delle tante comunità straniere che vengono qui è qualcosa di assolutamente vergognoso” ha detto a “Nova”. Per il senatore “siamo al livello di barbarie, fare questo tipo di violenze impone a tutti noi che abbiamo responsabilità civili, istituzionali e culturali di dare appoggio a chi come l’associazione Angels e Benedetta Paravia sta lavorando su questo tema per tirare fuori le donne culturalmente oltre che materialmente da un problema vergognoso”. Al convegno hanno preso parte anche l’onorevole Federico Mollicone, presidente Commissione Cultura, Scienza e Istruzione – Camera dei Deputati, la senatrice Susanna Campione, componente Commissione giustizia del Senato e della Commissione Bicamerale d’Inchiesta sul Femminicidio, la professoressa Maria Rita Parsi, psicoterapeuta e saggista, la giornalista Ida Molaro e la professoressa Aurora Almadori, medico chirurgo specializzata in ricostruzione post mutilazioni genitali.

Il progetto “Women in love” prevede la mostra personale di Benedetta Paravia che espone, di volta in volta, sette nuovi video art NFT che ritraggono ognuno sette donne volontarie diverse, con la direzione fotografica di Daniele Pedone. Le immagini rappresentano l’estasi femminile, ossia la forza della natura in contrapposizione alla violenza del crimine delle mutilazioni genitali. “La sensibilizzazione attraverso anche i nuovi linguaggi, attraverso gli NFT e le opere multimediali serve a sensibilizzare ragazzi e ragazze che provengono da quelle comunità e far capire a tutti che è un problema di prevenzione culturale” ha detto Mollicone a “Nova”.

Per i 4 mila crimini stimati l’anno che avvengono in clandestinità sul nostro territorio non c’è applicazione della pena prevista (reclusione da tre a sette anni) e quindi alle vittime è negato anche il diritto alla salute. Lo ha spiegato anche mostrando immagini di grande impatto la professoressa Almadori che a “Nova” ha detto come oggi la chirurgia plastica abbia a disposizione varie tecniche per ricostruire le varie unità anatomiche della vulva che possono essere interessate dalla mutilazione genitale. “Combinando la chirurgia vulvare e il trattamento con cellule staminali per le cicatrici possiamo offrire a queste donne un cambio radicale per la vita” ha spiegato l’esperta che, nel corso del suo intervento ha fatto luce anche sule motivazioni che spingono alcune culture a queste pratiche: il clitoride viene ritenuto responsabile di malattie, avvelenamento del bambino in caso di gravidanza o del latte materno ma anche dannoso per l’uomo che vi entra a contatto durante i rapporti. Benedetta Paravia ha anche annunciato che breve l’associazione potrà celebrare il primo intervento su una ragazza di 19 anni arrivata in Italia a cinque anni già infibulata e che potrà riavere la sua dignità di donna grazie all’intervento della dottoressa Almadori.

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