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La ministra della Giustizia Marta Cartabia

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ROMA – «Questo della riforma dell’ordinamento è un capitolo molto atteso. Il dibattito pubblico e accademico da tempo è maturo e sicuramente i fatti di cronaca, che hanno riguardato la magistratura nei mesi più recenti, hanno reso improcrastinabili e più urgenti gli interventi in questo ambito». Lo ha detto la ministra della Giustizia Marta Cartabia durante la riunione con la maggioranza sulla riforma dell’ordinamento giudiziario e del Csm. Un incontro “interlocutorio”, perché ci sarà nuovo confronto dopo pubblicazione dei testi.

«I temi dell’indipendenza della magistratura e del reale rispetto del rule of law – ha detto Cartabia – stanno attraversando tutta l’Ue in contesti diversi; hanno da molto tempo preso la scena nel dibattito costituzionale e istituzionale nell’Ue. Contesti diversi, ma tutti mirano all’unico obiettivo che ci preoccupa di più: l’ esigenza che la magistratura operi sempre, nei fatti e nella percezione dell’opinione pubblica, su solide basi di indipendenza. Esigenza sempre più urgente negli ultimi anni per tante ragioni».

Alla riunione con la maggioranza la Ministra Marta Cartabia cita le parole del Presidente Mattarella dall’aula bunker di Palermo nell’anniversario della strage di Capaci e poi dice: «Le riforme che il Ministero ha chiesto sono finalizzate allo scopo così accoratamente espresso dal Presidente della Repubblica: fiducia e credibilità nei magistrati sono obiettivi, che non possiamo mancare. Questa la preoccupazione che mi anima più di tutto. Qualcosa si è guastato nel rapporto tra magistratura e popolo, nel cui popolo la magistratura esercita. Occorre urgentemente ricostruirlo».

Misure urgenti per l’efficienza della Giustizia

Il Consiglio dei ministri di questa sera ha approvato un decreto-legge che introduce misure urgenti per il rafforzamento della capacità amministrativa delle pubbliche amministrazioni funzionale all’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e per l’efficienza della giustizia.

Le norme introdotte definiscono percorsi veloci, trasparenti e rigorosi per il reclutamento di profili tecnici e gestionali necessari e pongono le premesse normative per la realizzazione delle due riforme trasversali previste dal PNRR: la pubblica amministrazione e la giustizia.

Per assicurare la celere definizione dei procedimenti giudiziari, il Ministero della giustizia è autorizzato ad avviare le procedure di reclutamento di un contingente massimo di 16.500 unità di addetti all’Ufficio per il processo, nel periodo 2021-2024, in due scaglioni, con contratto di lavoro a tempo determinato della durata massima di 2 anni e 9 mesi per il primo scaglione e di 2 anni per il secondo. Analogamente, per assicurare la celere definizione dei processi pendenti al 31 dicembre 2019, la Giustizia amministrativa è autorizzata, in deroga alle norme vigenti, ad avviare le procedure di reclutamento, in due scaglioni, di un contingente massimo di 326 unità di addetti all’Ufficio per il processo.

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