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«In tutti i casi in cui un medico venga sottoposto a misura cautelare da parte dell’autorità giudiziaria, l’Ordine procede ad una sospensione “ope legis” dall’esercizio della professione della durata pari a quella della misura cautelare stabilita dal giudice. A questa procedura verrà sottoposto anche il dottor Miniello che risulta ancora iscritto all’Ordine dei medici, non essendosi ancora conclusa la procedura di cancellazione dall’albo».

Per l’Ordine dei medici la posizione del ginecologo barese Giovanni Miniello, arrestato martedì dai carabinieri per violenza sessuale, è chiara: il noto professionista è sospeso al momento, ma resta iscritto all’Ordine dei medici nonostante la sua richiesta di cancellazione. Come già spiegato dal presidente dell’ordine, Filippo Anelli, infatti, «la domanda di cancellazione avvia una procedura che richiede un’istruttoria, al termine della quale il Consiglio direttivo si esprimerà».

L’Ordine, che ha aperto un fascicolo disciplinare all’indomani del servizio televisivo mandato in onda dalla trasmissione Le Iene, non ha ancora ascoltato Miniello. L’Ordine resta molto prudente nel prendere una posizione su quanto accaduto: la vicenda ha, infatti, determinato l’avvio di una procedura che porterà, dopo aver ascoltato il medico, a una determinazione da parte della Commissione disciplina.

Intanto la Procura, a stretto gomito con i carabinieri, continua a lavorare cercando di raccogliere le denunce di altre vittime della cosiddetta “terapia Miniello”. Sono 15 le richieste di aiuto ricevute dai due Centri antiviolenza di Bari. Non tutte le presunte vittime sono state ascoltate. E non è detto che tutte decideranno di denunciare formalmente il ginecologo barese.

Il procuratore capo, Roberto Rossi, ha fatto un appello alle donne e alle ragazze che ritengono di aver subito un danno dal ginecologo, a denunciare. La speranza è quella di raccogliere altri esposti e di buttare giù il muro di omertà che ha consentito a Miniello di agire indisturbato e di continuare ad abusare del suo ruolo. Rossi ha spiegato che possono rendere dichiarazioni rivolgendosi ai carabinieri o direttamente in Procura perché, ha detto, «sappiamo che sono molte le persone coinvolte. L’importante è denunciare e farlo in tempi stretti, altrimenti la denuncia potrebbe essere tardiva».

Miniello, che offriva alle sue pazienti prestazioni sessuali in cambio della guarigione dal papilloma virus, è ai domiciliari da martedì. La richiesta di arresto è stata firmata dal procuratore Roberto Rossi, dall’aggiunto Giuseppe Maralfa, che coordina il pool che si occupa di fasce deboli, e dalle pm Grazia Errede e Larissa Catella. L’ordinanza è stata emessa dal gip del Tribunale di Bari Angelo Salerno. Secondo la Procura avrebbe abusato della sua qualità di medico. Lo avrebbe fatto nei confronti di quattro pazienti che hanno denunciato tutto ai carabinieri anche se – due tra queste denunce – sono state considerate inammissibili in quanto tardive.

Le presunte vittime hanno raccontato come «nel corso delle visite e dei controlli sanitari cui si erano sottoposte presso il suo studio privato, aveva posto in essere atti e condotte gravemente lesive della loro sfera e libertà sessuale, peraltro in assenza di avviso alcuno alle pazienti circa talune pratiche “invasive” cui sarebbero state sottoposte e senza quindi averne accertato il relativo consenso». Condotte che – secondo il gip – sono del tutto estranee alla attività di indagine medica, poste in essere nell’ambito di un contesto caratterizzato dall’uso di frasi e affermazioni dall’esplicito contenuto sessuale». Miniello sarà ascoltato nei prossimi giorni dai magistrati baresi.

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