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Potrebbe ripetere il reato «anche in contesti diversi dallo svolgimento dell’attività di medico». Con questa motivazione la Procura della Repubblica di Bari, in particolare il procuratore Roberto Rossi, il procuratore aggiunto Giuseppe Maralfa e i sostituti Grazia Errede e Larissa Catella, si esprimono nella richiesta, avanzata al Tribunale, Terza sezione penale in funzione di giudice dell’appello, di ripristinare gli arresti domiciliari a carico del ginecologo Giovanni Miniello, 69 anni, in relazione a due episodi per i quali il professionista è accusato di violenza sessuale ai danni di due sue pazienti.

Lo scorso 22 aprile il giudice dell’appello ha tramutato gli arresti domiciliari nella misura interdittiva del divieto di esercitare la professione. La Procura chiede, in accoglimento dell’appello, l’annullamento dell’ordinanza in attesa che la Corte di Cassazione si pronunci in merito al ricorso proposto sempre dai magistrati.


Il ginecologo Miniello è stato arrestato e sottoposto ai domiciliari lo scorso 30 novembre con l’accusa di violenza sessuale ai danni di alcune sue pazienti in esecuzione di una ordinanza del gip del Tribunale del capoluogo pugliese. Avrebbe promesso alle donne di guarirle dal papilloma virus in cambio di rapporti sessuali. La vicenda è emersa a seguito di un servizio televisivo mandato in onda dalla trasmissione televisiva “Le Iene”. L’inchiesta è stata aperta anche a seguito di alcune denunce delle vittime.

Nel primo dei due episodi sotto inchiesta, abusando della sua qualità di medico ginecologo, avrebbe costretto la paziente al termine della visita nel suo studio a subire atti sessuali. Nel secondo caso gli atti sessuali, ancora più invasivi, sarebbero avvenuti dopo aver rappresentato alla presunta vittima l’inattendibilità dell’esito negativo del test per il papilloma virus da lei sottopostogli in visione, affermando di essere il solo in grado di individuare l’esistenza o meno di tale virus.

Secondo la Procura anche altre donne sarebbero rimaste vittime degli abusi sessuali, non giustificati da necessità diagnostiche e peraltro accompagnati da frasi e richieste esplicite peraltro sempre rifiutate. Il noto professionista barese è tornato in libertà, dopo circa cinque mesi di arresti domiciliari, anche perché attualmente sospeso dall’esercizio della professione. Inoltre, Miniello ha chiuso il suo studio e donato le attrezzature che conteneva.

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