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Simonetta Dellomonaco e Antonio Parente

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Per ora, il Consiglio di amministrazione dell’Apulia Film Commission decide di non decidere. Ieri pomeriggio il Cda, rinnovato la settimana scorsa dopo tre dimissioni, è tornato a riunirsi per discutere della revoca dell’incarico di direttore generale ad Antonio Parente, ma non è stata presa alcuna determina. C’è stata una fumata grigia, non c’è unanimità su come procedere.

E’ stata la presidente Simonetta Dellomonaco a proporre di revocare l’incarico a Parente dopo un diverbio di lavoro che, secondo quanto denunciato anche penalmente dalla stessa Dellomonaco, sarebbe sfociata in un’aggressione fisica. Ricostruzione che viene negata dal direttore generale. Parente mercoledì, essendo anche dipendente di Afc, è stato sanzionato con 10 giorni di sospensione ma secondo la presidente sarebbe anche venuto meno il rapporto fiduciario.

Ieri è iniziata la discussione nel Cda ma non sembra esserci accordo al momento: c’è chi ritiene che la questione vada approfondita e che, comunque, non ci sarebbero i presupposti giuridici per procedere con la revoca. Il Consiglio di amministrazione tornerà a riunirsi a stretto giro, sicuramente la prossima settimana anche se non è stata ancora fissata una data.

Ci sono pure tentativi per ricomporre la questione, ma appare difficile allo stato attuale che possa esserci una riconciliazione tra Dellomonaco e Parente. «Voglio dire con fermezza che non ho mai agito con violenza nei confronti della presidente di Apulia Film Commission, non lo avrei mai fatto, non è la mia bussola, non è l’educazione che ho avuto in lascito dalla mia famiglia, né quello che ho acquisito ‘sul campò con l’esperienza», ha scritto su facebook, mercoledì dopo la sospensione Parente.

«Sono a posto con la mia coscienza e pronto a tutelarmi nelle sedi opportune. Vengo accusato di aggressione, di averla azzittita con violenza alla fine di una riunione di lavoro. C’è la mia verità e ci sono dei testimoni le cui dichiarazioni emergeranno nelle sedi opportune e davanti agli organi inquirenti».

Intanto, però il caso finisce anche in Consiglio regionale, a chiedere che si faccia chiarezza è Ignazio Zullo, capogruppo di Fratelli d’Italia: «Fermo restando la gravità dell’aggressione fisica, secondo la presidente dell’Apulia Film Commission, Simonetta Dellomonaco, o del violento diverbio verbale sui quali sta indagando anche la Procura di Bari a seguito di denuncia» di Dellomonaco, «resta un interrogativo di fondo sul quale non viene posta l’adeguata attenzione: cosa ha portato i due vertici di quella che sicuramente è fra le più importanti Film Commission d’Italia a uno scontro, fisico o verbale, così violento?», si domanda Zullo.

«Per questo – aggiunge – già due mesi fa, quando si venne a conoscenza del litigio, come Fratelli d’Italia chiedemmo al presidente Emiliano di venire a riferire in Aula, non certo per conoscere i particolari dell’aggressione o presunta tale, ma per capire perché erano così divergenti le posizioni della presidente e del direttore, qual era l’oggetto del contendere? Cosa contestava la presidente al direttore o viceversa? Non vorremmo trovarci nuovamente di fronte a dissapori per appalti affidati direttamente, magari, sempre alle solite imprese anche nel settore cinematografico-promozionale», conclude.

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