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I due contendenti: la presidente della società Simonetta Dellomonaco e il direttore generale di Afc, Antonio Parente

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Il Consiglio di amministrazione prende tempo e invita la presidente di Apulia Film Commissione, Simonetta Dello Monaco, e il direttore generale, Antonio Parente, ha tentare di ricomporre lo strappo per «ridare completa operatività a Afc». Per la seconda volta, il Cda ieri si è riunito per valutare la proposta avanzata da Dellomonaco di revocare l’incarico di direttore a Parente dopo lo scontro risalente allo scorso fine novembre.

La presidente accusa il suo direttore di averla aggredita fisicamente durante un confronto in ufficio e per questo motivo ha presentato anche una denuncia penale. Parente, invece, si è sempre difeso sostenendo che non ci sia stata mai nessuna aggressione fisica. Il direttore, nel suo ruolo di dipendente di Afc, è stato sospeso per dieci giorni dal Consiglio di amministrazione. Mentre sulla proposta di revoca dell’incarico il Cda non è ancora riuscito ad arrivare ad una decisione: anche ieri la riunione si è chiusa con un nulla di fatto.

Da quanto trapela, la matassa è complicata da sbrogliare: sicuramente è venuto meno il rapporto di fiducia tra presidente e direttore, ma giuridicamente il Cda non intravede gli elementi per spodestare Parente dal suo ruolo di direttore generale. Da qui la richiesta esplicita a provare a ricomporre la situazione. «Il Consiglio di amministrazione di Afc – si legge in una nota – si è riunito dalle 16,30 alle 19,45 e, in primo luogo, ha adottato una serie di deliberazioni tecniche utili a garantire l’operatività di Afc per le questioni più urgenti. Successivamente, assente la presidente, ha esaminato la questione relativa all’incarico del direttore generale.

All’esito di una lunga e articolata discussione, i componenti del Cda, all’unanimità, hanno condiviso la necessità approfondire gli aspetti sia formali che di merito degli eventi che sono al vaglio degli organi societari e si sono riservati una decisione all’esito di tali approfondimenti. Gli stessi componenti del Cda ritengono indispensabile che tutte le parti coinvolte collaborino da subito a ridare completa operatività a Afc».

In sostanza, il Consiglio di amministrazione cerca la strada della conciliazione o, quantomeno, della tregua. Mercoledì, Dellomonaco e Parente sono stati anche ascoltati dalla II e VI commissione del Consiglio regionale e hanno potuto riferire la propria versione dei fatti. La prima ad essere stata audita è stata Dellomonaco che ha ripercorso le tappe della vicenda: a suo dire lo scontro con il direttore sarebbe avvenuto per pareri divergenti sulla necessità di «finanziare alcune attività» proposte da Parente. Una discussione che sarebbe poi sfociata nell’aggressione fisica, secondo la presidente.

«Non c’è stata da parte mia alcuna violenza» e «non ho infilato nessun atto», ha replicato Parente. «E’ il Cda – ha spiegato – che delibera e ha necessità di avere dal direttore sia pareri che proposte di delibere. Nessuno ha la possibilità di inserire atti, il direttore sottopone al Cda e al presidente gli atti ritenuti urgenti o importanti. Tutti gli atti vengono consegnati ai consiglieri e al presidente e c’è una efficiente gestione di controllo. Io indico le priorità, lo faccio nel rispetto delle norme e delle regole».

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