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La Puglia è già la regina dell’energia rinnovabile ma ci sono altre 395 richieste per l’installazione di impianti fotovoltaici, eolico e biomasse che sono sospese e attendono una risposta dagli uffici regionali. Numeri da record, che possono dare ulteriore spinta alla produzione di energia “pulita” e a costi più contenuti, ma gli ambientalisti e non solo frenano: il timore è che il paesaggio possa essere deturpato e inquinato da mega distese di pannelli e pale. Se le 395 istanze dovessero ottenere il via libera verrebbe prodotta energia per 15 miliardi di watt complessivi.

Si tratta, infatti, in gran parte di impianti di grossa taglia (50-70 Mw), come per i sei progetti di fotovoltaico (295 Mw) presentati da una multinazionale tedesca, da realizzare nel brindisino, su 300 ettari di superficie agricola. Un’altra, da sola, impegnerebbe fra Latiano e Mesagne investimenti per almeno 70 milioni. La provincia di Foggia con 120 istanze è quella più gettonata, soprattutto per l’eolico: basti pensare che già attualmente sui Monti Dauni si concentra l’81,92% del totale dell’energia eolica regionale e il 22% di quella nazionale. L’altra faccia della medaglia riguarda due aspetti non marginali: tutela del suolo agricolo e impatto paesaggistico.

Ecco perché le istanze sono bloccate negli uffici dei tre assessorati interessati, Ambiente, Agricoltura e Sviluppo economico. Manca allo stato attuale anche un catasto energetico, che potrebbe agevolare il compito di chi deve decidere, ma non sarebbe l’unico ostacolo. «Il motivo prevalente delle bocciature – spiega Fabiano Amati, consigliere regionale del Pd e presidente della I commissione consiliare – consiste in una norma del Piano paesaggistico, l’articolo 37, che è un passaporto per ogni diniego di tipo discrezionale e in contrasto con i principi di legalità formale».

Amati è tra coloro che spingono per una Puglia più green anche dal punto di vista dell’energia prodotta. «Dopo un fine settimana incentrato totalmente sull’emergenza climatica – critica – cioè sul punto centrale delle politiche green, spero sia arrivato il momento di accogliere il grido dei giovani e porre fine al bla-bla-bla di Puglia sulle fonti di energia rinnovabili, con 400 pratiche bloccate per fotovoltaico, eolico e biomasse, e la nuova ostilità sui parchi eolici offshore. E se serve, come credo, dobbiamo rapidamente modificare le norme del Pptr».

Secondo Amati, infatti, le 395 pratiche sono quasi tutte «candidate alla bocciatura in virtù di una norma del Pptr che ben può essere interpretata per respingere quelle richieste. E infatti è accaduto, paradossalmente, che sia stata bocciata anche una pratica per 56 mw in un’area inquinata di Brindisi. Si, esatto, è proprio così: in un’area inquinata si assume la necessità di tutela, valorizzazione e recupero dei valori paesaggistici».

La Puglia da anni è prima in Italia per la produzione di energia elettrica da fonte fotovoltaica. Lo dicono i dati del Gse secondo cui la densità di energia dal sole prodotta sul territorio pugliese non ha eguali in nessuna altra parte del territorio: la potenza installata per chilometro quadrato è infatti più che doppia rispetto alla media nazionale.

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