X
<
>

Piazza Mercato, luogo dell'aggressione

Condividi:
2 minuti per la lettura

FOGGIA – Finisce in ospedale per aver difeso un ragazzo accusato di essere gay. È accaduto a un ventenne colombiano intervenuto in piazza Mercato a Foggia per difendere un giovane additato come gay e insultato da un gruppo di coetanei, ma è stato aggredito dal branco, con pugni e calci, tanto da dover ricorrere alle cure del Pronto soccorso.

Aiutato, è stato accompagnato al Policlinico di Foggia, dove gli sono state medicate ferite al volto guaribili in alcuni giorni. A quanto si apprende, il ventenne sabato sera era in compagnia di una sua amica di 19 anni quando ha notato un gruppo che se la prendeva con un giovane, etichettandolo come gay e insultandolo pesantemente: è intervenuto per difenderlo, ma è stato aggredito con violenza.

Riusciti a scappare, in via Mastrolillo il colombiano e la ragazza hanno contattato la Polizia. Durante la fuga la ragazza ha perso lo zaino con soldi e documenti che è poi stato ritrovato, ma vuoto, a qualche metro di distanza dal luogo dell’aggressione.

La Polizia ha avviato indagini e della vicenda si occupano gli uomini delle Volanti. L’episodio ha provocato molte reazioni tra le quali quelle dell’assessore regionale al Welfare e dell’associazione “Le Bigotte”. «Un grazie a Carlos ed Emanuela che non hanno girato la testa ma, al contrario, hanno subito un’aggressione per aver difeso un altro giovane». Lo ha scritto su facebook l’assessora al Welfare della Regione Puglia, Rosa Barone, intervenendo pubblicamente in merito al pestaggio subito dal 20enne colombiano.

«Nella mia città – ha rilevato inoltre la Barone che è originaria di Foggia – troppo spesso la violenza diventa l’unico linguaggio possibile e una serata diventa teatro di liti e botte. Non è un problema di età o di pelle, ma di mancanza della cultura del prossimo, la cultura dell’includere, del rispetto. C’è da lavorare – ha scritto ancora nel suo post – per invertire la rotta e non permettendo che diventi un aspetto normale del nostro vivere. Bisogna fare quadrato, rete e non perdere più tempo».

Sulla vicenda è intervenuta anche l’associazione Arcigay “Le Bigotte” che ha protestato aggiungendo: «Noi non vogliamo fuggire da Foggia, noi vogliamo che Foggia sia amministrata da chi non ha interesse a creare un clima di odio e discriminazione. Vogliamo – hanno aggiunto – che nelle scuole si insegni il rispetto di tutte le diversità. Vogliamo una legge regionale che garantisca formazione, prevenzione, accoglienza. Vogliamo tutele per la comunità Lgbtq+, per i nostri fratelli e le nostre sorelle di colore, per le donne, per le persone con disabilità, per tutti», hanno concluso nella loro nota pubblicata sui social.

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE