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Nel carcere di Foggia un detenuto ha picchiato l’agente che non lo ha portato dal barbiere, che era chiuso

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FOGGIA – Tensione ancora alta nelle carceri pugliesi. L’ultimo episodio risale a ieri: un detenuto nel carcere di Foggia ha chiesto di poter uscire dalla sua cella per recarsi dal barbiere, in quel momento chiuso, e quando l’agente gli ha negato il permesso lo ha colpito con schiaffi e pugni. Lo denuncia il Sindacato autonomo polizia penitenziaria (Sappe) Puglia sottolineando che il poliziotto ha riportato un trauma al volto giudicato guaribile in alcuni giorni.
L’aggressore è un pregiudicato foggiano noto per un video circolato sui social in cui la sera di Capodanno ha augurato buon anno a tutta la malavita foggiana.

Il Sappe annuncia che «Sta organizzando una manifestazione di protesta, poiché non più possibile lavorare in grave carenza ed in forte pericolo tra l’incudine dei detenuti sempre più violenti e prepotenti, ed il martello dell’amministrazione penitenziaria pronta a colpire qualsiasi comportamento di difesa adottato per riportare la legalità ed il rispetto delle leggi».

L’aggressione secondo il Sappe «Dimostra come la politica del buonismo che ha regalato le carceri in mano ai detenuti, ne ha di fatto azzerato la sicurezza e la legalità. Anche in questo caso la vile aggressione – spiega ancora il Sappe – è avvenuta a seguito del diniego del poliziotto di far uscire dalla stanza il detenuto che voleva andare in barberia ben sapendo che il servizio non era attivo. Così lo stesso chiedeva di andare al passeggio ed appena uscito dalla stanza, sferrava un pugno ed un forte schiaffo sul viso del poliziotto che riportava un trauma che richiedeva una prognosi di alcuni giorni.

Ormai – sostiene il Sappe -la delegittimazione dell’unico baluardo a garanzia delle istituzioni nelle carceri, ha ingenerato nei detenuti la convinzione che possono fare tutto quello che vogliono, con arroganza e prepotenza, mentre i poliziotti che cercano di far rispettare le leggi e la legalità sono sottoposti, giornalmente, a minacce, aggressioni verbali e di fatto.

Purtroppo tutto ciò accade anche perché un istituzione voluta da un certa politica quali i ‘garanti dei detenuti, un doppione visto che la legge già prevede da anni un vero garante dei detenuti che è il magistrato di sorveglianza, non si preoccupano di verificare in maniera corretta quello che effettivamente accade nelle carceri, ma fanno solo da cassa di risonanza per i detenuti, con lo scopo di affossare del tutto la sicurezza e l’Istituzione carceraria».

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