X
<
>

Condividi:
3 minuti per la lettura

MILANO (ITALPRESS) – “Noi volevamo vincere lo scudetto, ma bisogna essere onesti: l’Inter ha fatto un campionato pazzesco, fuori dal comune. Noi stiamo facendo un gran campionato, viaggiamo allo stesso ritmo dell’anno dello scudetto. L’obiettivo era fare il meglio possibile”. Davide Calabria e il suo Milan hanno poco da rimproverarsi: l’appuntamento con la seconda stella è rimandato, lo scudetto è destinato a tingersi di nerazzurro. I cugini, fra l’altro, potrebbero avere l’aritmetica certezza nel derby del 22 aprile: “E’ ancora presto, ci sono delle partite prima, le vogliamo vincere tutte e questo non accadrà”, assicura il capitano rossonero ospite di “Storie di Serie A”, su RadioTV Serie A con RDS. Calabria uno scudetto però lo ha già vinto, due anni fa. “E’ stato il punto più alto della mia carriera, arrivare da un periodo di difficoltà e tornare a vincere è stato bello, soprattutto per me che arrivavo dal settore giovanile – racconta – L’ho potuto fare da tifoso del Milan, è stato emozionante. Avevamo vibes positive, ci siamo trovati tutti bene, da chi era titolare a chi giocava meno. E’ solo così che si diventa una grande squadra. Pioli si è inserito in un momento complicato per la squadra, ma è stato bravo perchè con il tempo ci ha unito nonostante fossimo partiti con qualche difficoltà”. La storia di Calabria parte da lontano, sempre col rossonero sullo sfondo. “Per me il Milan è tutto, è stata la mia vita fino ad ora. Sono cresciuto in una famiglia milanista, andavo allo stadio con loro prima ancora di indossare questa maglietta. Io ho sempre sognato di diventare un calciatore di Serie A, avevo grande fiducia nei miei mezzi: questo penso che mi abbia permesso di emergere rispetto ad altri ragazzi che magari avevano più talento di me. Il nostro è un lavoro bellissimo, ma ho dovuto fare anche dei sacrifici”. Nato centrocampista, “il primo allenatore a farmi giocare da terzino fu Filippo Inzaghi, che per necessità mi mise a sinistra. Feci molto bene quell’anno e da quel momento in poi sono sempre rimasto terzino. E’ stato l’allenatore che mi ha permesso di fare uno switch in carriera, sia nel settore giovanile sia in prima squadra facendomi esordire”. Calabria è anche il capitano del Milan e quella è una fascia che “pesa, è una tra le più importanti della storia. E’ stata la fascia di Baresi, Maldini e tanti altri capitani. Paolo mi ha insegnato l’arte della pazienza, i modi e la giusta pacatezza nell’affrontare vita e sport”. “Firmare a vita con il Milan? Perchè no, questa maglia sarà sempre parte di me, la gente sa chi sono, i bambini mi conoscono e rappresenterò sempre il Milan: continuare in questa famiglia sarebbe per me un grande onore”, l’auspicio di Calabria, che incensa Leao (“rappresenta la gioia del gioco, ha un talento innato che gli permette di avere una marcia in più. A livello tecnico, con quelle caratteristiche fisiche, non ne vedo tanti. Se avesse l’istinto killer di Mbappe sotto porta penso che potrebbe vincere il Pallone d’Oro”) e continua a sognare una maglia in Nazionale. “Ho avuto qualche infortunio a ridosso delle convocazioni, poi mister Mancini ha fatto le sue scelte, non è mio compito giudicare. Tra me e lui non è mai scattato un amore reciproco per far sì che potessi essere convocato con continuità, purtroppo anche per degli infortuni. Se arriverà la Nazionale sarà una cosa in più, è chiaro che resta un mio obiettivo”.
– foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE