X
<
>

Share
4 minuti per la lettura

Napoli, 9 apr. (askanews) – (di Cristina Giuliano) Un traguardo importante festeggiato nel segno della difesa e della deterrenza: i 75 anni della Nato dal mare di Napoli hanno i colori di una giornata di sole a bordo della Mount Whitney, nave ammiraglia della Sesta Flotta degli Stati Uniti di stanza nel Mar Mediterraneo. L’attualità globale spinge a pensare a tempi sempre più cupi, ma i festeggiamenti Nato parlano di una Alleanza a 32 Paesi coesa, unita e forse mai come oggi necessaria. A fronte della retorica aggressiva del Cremlino che proprio nella data esatta dell’anniversario Nato ha parlato di “confronto diretto” con l’Alleanza. Ma che cosa sta cercando Mosca? “Penso che in gran parte si tratti di retorica, ed è destinata principalmente al pubblico interno russo” risponde Rob Bauer, presidente del Comitato militare della Nato. “Non ci sono indicazioni che la Russia attaccherà la Nato nel prossimo futuro, e quindi non credo che dovremmo preoccuparci di questo. Ma la Russia è la principale minaccia per la NATO, come concordato dalle nazioni a Madrid nel 2022. E lo è ancora, ed è stato il risultato, ovviamente, di una serie di azioni a partire dalla Georgia nel 2008”.

Ma ovviamente “il colpo finale” come lo chiama Bauer “all’idea che la Russia non fosse più un partner ma fosse in realtà una minaccia” è arrivata il 24 febbraio 2022, con “l’invasione totale dell’Ucraina. Non penso che vedremo uno scontro con la NATO nel breve termine. Ma la Russia è la nostra principale minaccia, e quindi dobbiamo essere pronti a contrastarla, a scoraggiarla ed essere in grado di difenderci da essa”. E in questa prospettiva si colloca “un’esercitazione come Steadfast Defender: 90.000 soldati pronti a difendere ogni centimetro del nostro territorio. Ciò dimostra che siamo in grado di portare rinforzi, attraverso l’Oceano Atlantico verso l’Europa, e poi attraverso l’Europa fino al luogo in cui devono essere”, aggiunge Bauer.

Nel suo messaggio per i 75 anni della Nato l’ambasciatore degli Stati Uniti d’America Jack Markell aveva detto che “l’Italia è stata un alleato fondamentale sin dalla fondazione”. Ma quale può essere il contributo dell’Italia? “In primo luogo – risponde ad askanews Markel presente a bordo della Mount Whitney – la NATO è semplicemente un’alleanza straordinariamente forte e lo è da 75 anni. E l’Italia è un Paese membro davvero importante: gli Stati Uniti con l’Italia, con tutti i membri della NATO, lavorano su una serie di questioni importanti”, dice. “La leadership italiana in Kosovo, in Libano e altrove è stata molto, molto forte e siamo davvero grati per questa partnership”. E il ruolo nella missione nel Mar Rosso?
“L’Italia ha assunto anche quell’importante ruolo di leadership nel Mar Rosso. Quindi, ancora e ancora, l’Italia continua a farsi avanti nei confronti dei partner della NATO, e questo è esattamente ciò che l’Alleanza richiede”.

Dello stesso parere è Sir Keith Edward Blount, ammiraglio e vice Comandante Supremo Alleato in Europa: “Nei momenti più tranquilli o in quelli sempre più aggressivi, siete una nazione militare molto forte, con una lunga storia all’interno dell’Alleanza. Nel mio precedente lavoro come comandante marittimo della NATO, e in effetti in questo lavoro, ho lavorato a stretto contatto con la Marina italiana. Quindi le vostre forze marittime godono di una reputazione straordinaria, ma è molto, molto più ampia di quella. I vostri impegni in Kosovo, ad esempio, fino alla Lettonia con le forze terrestri avanzate, fanno sì che abbiate altri quartier generali qui, oltre al JFC Naples. Siete onnipresenti e ve ne siamo molto grati”.

Blount fa anche notare che nel complesso la superiorità marittima della Nato è di gran lunga superiore alla Russia. “Vorrei anche sottolineare il successo che gli ucraini hanno avuto nel contrastare le forze marittime russe nel Mar Nero. Molto, molto riuscito e molto impressionante”, dice.

E l’Ucraina è il monito costante nel guardare al presente ma anche al futuro. A fare gli onori di casa in queste celebrazioni – che ieri hanno visto anche un concerto al San Carlo – era ovviamente l’ammiraglio Stuart B. Munsch, Comandante del Comando Interforze Alleato di Napoli e Comandante delle Forze Navali USA in Europa e Africa. “La guerra è l’inferno” ha detto il numero uno della Jfc Naples parlando all’interno del teatro. “La guerra è l’inferno” ha ripetuto, sottolineando come la Nato sia un’organizzazione votata all’azione e destinata a difendere ogni centimetro del proprio territorio alleato. E i valori “fondamentali” assicura Munsch, “non cambieranno”.

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE