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La caffetteria distrutta dall'ordigno

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POTENZA – Due arresti nella notte per l’attentato a un bar di Potenza avvenuto lo scorso aprile (LEGGI). A conclusione delle indagini coordinate dalla Dda, la squadra mobile ha dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Marco Datena e Gennaro Miele, ritenuti responsabili dell’esplosione di una bomba che nella notte fra il 9 e il 10 aprile danneggiò pesantemente il bar di Michele Scavone al civico 20 di viale del Basento, a Potenza.

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Fin da subito era parso chiaro il coinvolgimento dei clan attivi sul territorio. Secondo gli inquirenti il movente del grave gesto intimidatorio risalirebbe a una precedente lite fra la vittima ed uno uno dei due presunti autori, a seguito di un alterco da quest’ultimo ingaggiato — alcuni mesi prima – con un terzo soggetto ed originato da rivendicazioni di rispetto per i “Pignolesi” da parte dei “Potentini” e dalle critiche per mancanza di “onore” di questi.

La contiguità e la vicinanza, emersa a livello indiziario, dei contendenti, da un lato, al clan Stefanutti-Martorano, attivo a Potenza e, dall’altro, al clan Riviezzi, attivo nel limitrofo Comune di Pignola – entrambi destinatari di numerose ordinanze cautelari eseguite dalla Dda a partire dal mese di aprile dello scorso anno – hanno da subito consentito di collocare la vicenda in un contesto di criminalità organizzata e di rintracciarne l’aggravante della mafiosità del delitto.

Il quadro indiziario è stato ricomposto attraverso l’acquisizione di numerose immagini degli impianti di videosorveglianza presenti in zona che hanno consentito di individuare l’auto utilizzata per gli spostamenti, immortalando anche il momento della deflagrazione dell’ordigno e la sagoma del soggetto che lo aveva posizionato.

Ai due arrestati si è arrivati incrociando queste informazioni con i dati del traffico delle celle telefoniche, che hanno dimostrato la loro contestuale presenza sul luogo dell’esplosione e la simultaneità dei loro spostamenti.

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