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La Procura generale di Catanzaro ha trasmesso alla Procura di Roma gli atti relativi all’archivio di Gioacchino Genchi, il consulente dell’ex pm di Catanzaro Luigi De Magistris.
Gli atti, portati dai carabinieri, sono già arrivati nella Capitale e sono nella disponibilità dei magistrati romani. La trasmissione degli atti è stata decisa perchè, secondo i magistrati catanzaresi, competente ad indagare su eventuali reati è la Procura di Roma dal momento che l’acquisizione dei tabulati era avvenuta nella sede dei gestori telefonici che, appunto, hanno sede nella capitale.
Nell’archivio Genchi ci sarebbero 578 mila record anagrafici, 1.402 tabulati e oltre un milione di contatti telefonici.
I contatti riguarderebbero parlamentari, magistrati, esponenti delle forze dell’ordine e dei servizi di sicurezza ed alte cariche dello Stato. I contatti telefonici sono stati acquisiti nell’ambito delle inchieste Why not e Poseidone quando queste erano condotte da De Magistris.
A sequestrare l’archivio furono i carabinieri del Ros dopo che la Procura generale di Catanzaro aveva avocato Why Not e revocato l’incarico a Genchi.

Oggi intanto si è svolta l’audizione del magistrato Luigi De Magistris, davanti al Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica Copasir sulla vicenda Genchi. Lasciando Palazzo San Macuto, De Magistris non ha voluto commentare l’audizione. Inseguito da giornalisti e dalle telecamere ha semplicemente detto: «Non rilascio dichiarazioni», senza voler aggiungere altro. Il magistrato, ascoltato dal Comitato presieduto da Francesco Rutelli ha dovuto chiarire con quali modalità abbia consentito al suo consulente di acquisire tabulati telefoni nell’ambito dell’inchiesta Whay Not che guidava quando era pubblico ministero a Catanzaro. In particolare quelli che riguardano le utenze di ufficiali appartenenti ai servizi segreti. È da poco iniziata l’audizione di Gioacchino Genchi.

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