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di Alfonso Pecoraro

ERA EFFETTIVAMENTE necessario dire in conferenza stampa che in caso di mancata vittoria contro il Marcianise Arleo sarà esonerato? Lui per primo, il tecnico del Potenza, lo sapeva già. Eppure il patron Postiglione ha inteso rendere chiare a tutti le responsabilità di ciascun componente del club, settore tecnico compreso.
Da martedì pomeriggio (perchè è certo che da dopo la partita con la Ternana, non c’è stato alcun contatto tra Postiglione e Arleo) il tecnico è un uomo solo. Esclusivamente con le sue mani e le sue capacità caratteriali dovrà tirarsi fuori da questa situazione. Magari anche centrando – perchè è quello che gli auguriamo di cuore per lui e per il Potenza – i 12 punti che Postiglione va cercando. Poi anche la salvezza attraverso i play out.
Ma in questa sede non possiamo non sottolineare che Arleo è stato effettivamente sfiduciato dalla persona che, non più tardi di cinque mesi fa, a novembre, l’ha rimesso in sella al Potenza per tentare una storica impresa. Riconsolidando quel connubio che, in tempi non sospetti, aveva portato i due – ciascuno per le proprie competenze – a portare i rossoblù in Prima Divisione. Addirittura dando una spallata decisa a tutto quello che era successo dalla sfida con la Salernitana in poi (denunce, mancate iscrizioni, processo, dissidi). Ci saremmo aspettati, da Postiglione, un ulteriore grido di battaglia: “Arleo è il mio allenatore e con lui mi tiro fuori dai guai”.
Oggi è legittimo interrogarsi se era proprio opportuno o no chiarire ai quattro venti che Arleo deve solo vincere per mantenere il posto. Specie in considerazione della circostanza che senza la fiducia delle persone che gli ruotano attorno, lo stesso allenatore ha sbagliato qualche decisione importante. Dovesse accadere anche contro il Marcianise, il Potenza che non farà risultato resterà nelle mani di un sostituto in una situazione assai peggiore di quella attuale. Al contrario, Arleo manterrà salda la sua posizione, ma fino a quando? Fino al prossimo passo falso e con qualche giornata in meno da disputare? O fino alla fine? E se così, perchè, allora, non considerare tutte le circostanze e prima di una partita fondamentale per il Potenza, dare al tecnico la fiducia giusta e solo dopo, a gara conclusa, decidere sul suo destino? Che, ne siamo certi e per questo non avevamo bisogno di sentirlo dire, in caso di pareggio o ko porterebbe all’esonero.
Ormai è risaputa solo una cosa: la fiducia è “minata”, non è la stessa che ha spinto Postiglione a richiamare un allenatore cancellato. Ma questo già da qualche tempo, visto che la società ha già in mente, da non meno di quattro settimane, un sostituto. Il rapporto tra Arleo e Postiglione si è rotto dopo le pesanti battute di arresto contro il Perugia e la Pistoiese, tanto che la tribuna del Viviani, nella gara con la Juve Stabia, pullulava di tecnici desiderosi di vedere all’opera il Potenza per prenderne le redini in caso di passaggio a vuoto con le Veste stabiesi.
Uno di questi, stando alle voci di corridoio il più accreditato a sedersi sulla panchina rossoblu in caso di mancata vittoria contro il Marcianise, è l’ex bandiera del Cosenza Gigi Marulla. L’anno scorso secondo di Patania a Gallipoli, prima ancora con qualche esperienza in D all’epoca delle due squadre cosentine. Marulla è amico di un amico del Potenza, l’ex dg del Rende e del Lamezia Donnarumma (solo omonimo del Pasquale presidente potentino). Potrebbe essere l’ennesima scommessa del patron al quale non vanno contestati l’impegno e i tentativi profusi per venir fuori dalle sabbie mobili, ma al quale va mossa un’accusa precisa: non aver reso a gennaio il Potenza più competitivo, nonostante le promesse fatte all’allenatore che – come sempre accade nel mondo del calcio – al termine di questa settimana rischia di pagare anche colpe non sue.

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