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COLOBRARO – Dopo quasi un anno di attesa dal crollo del muro della strada provinciale Colobraro Tursi-Ginosa, causato dalle copiose piogge dell’inverno scorso, la carreggiata resta ancora transennata e il traffico scorre a senso unico alternato. Eppure, un po’ di traffico questa strada lo sostiene; ci riferiamo ai diversi Pulmann di studenti e di linea che puntualmente ogni giorno partono da Colobraro per le loro destinazioni, oltre ai mezzi locali che pure si spostano verso le città o altre località. Era un bel muro di contenimento della rotabile strappata alla montagna, era realizzato con pietra locale arenaria quarzite trasformata in “petrelle”, cioè pietre lavorate con scalpello e portate tutte alla stessa misura, realizzate da pazienti artigiani scalpellini colobraresi del secolo scorso. Ancora oggi, però, fanno bella mostra di sé oltre che a contenere la sede stradale come ben si può vedere dai rimanenti muri. È un’opera imponente che abbraccia il paese per oltre tre chilometri e per una altezza diversificata a secondo della campagna.

È una vera opera d’arte, di quelle che ormai non se ne ammirano più; vediamo solo grigi muraglioni di cemento con qualche ferro che sporge. Ma ora questa strada, è importante per il paese perché è la più comoda sia per uscire che per entrarvi. È pericolosa, soprattutto perché il restringimento si trova proprio immediatamente prima di una pericolosa curva, dove spesso si notano violente frenate per evitare impatti frontali. Abbiamo chiesto al vice sindaco, Eugenio Fortunato, il perché di una così lunga attesa per il ripristino del muro e quindi del tratto stradale. «Abbiamo presentato alla Regione, già nella scorsa primavera, un progetto di rifacimento del muro per un costo di 80.000 euro -ha spiegato- ma la Regione lo ha più che dimezzato, riducendolo all’ammontare di circa 30.000 – 40.000 euro, a seconda della disponibilità. Il Comune attende comunque il decreto di erogazione di tale somma, per poi cercare di trovare la rimanenza necessaria alla realizzazione del muro e alla pavimentazione del suolo stradale attinente». Dunque, c’è ancora d’attendere forse fino alla nuova estate, intanto si spera che non accada qualche grave incidente, vista la pericolosità del luogo; già vi sono state avvisaglie di incidenti fortunatamente evitati.

Pietro Giovanni Lucarelli

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