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E’ accaduto ieri, in tarda serata, nel carcere di Castrovillari. A togliersi la vita un detenuto di 37 anni di origine romena che avrebbe compiuto l’insano gesto subito dopo il controllo consueto dell’agente della polizia penitenziaria impiccandosi con il laccio dell’accappatoio. Un’altra morte che risolleva il tema dei suicidi in carcere: «Un’altra tragedia nelle affollate carceri italiane – affermano Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto del Sappe e Damiano Bellucci, segretario nazionale – dove ormai la polizia penitenziaria fa fatica a garantire la sicurezza ed a controllare tutti i detenuti, a causa del sovraffollamento e della carenza di personale. Molti agenti sono costretti a svolgere più posti di servizio contemporaneamente, proprio a causa della carenza di uomini e donne. A ciò si aggiunge anche la carenza di risorse economiche e materiali: spesso mancano i soldi per la benzina, gli automezzi per le traduzioni sono vecchi e non garantiscono la necessaria sicurezza su strada.
In Calabria ci sono circa mille detenuti in più rispetto ai posti previsti, per un totale di oltre 3200 persone. Di queste circa mille appartengono alla criminalità organizzata e circa 800 sono stranieri. A Castrovillari ci sono 280 detenuti, per una capienza di 130 posti disponibili».
A Cosenza, sempre ieri – fanno inolre sapere i due sindacalisti – due agenti della polizia penitenziaria sono stati aggrediti da un detenuto piantonato in ospedale, il quale è andato in escandescenza e li ha malmenati, provocandogli ferite giudicate guaribili in 5 e 10 giorni.

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