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 POTENZA, 14 GIU – Un ordigno rudimentale – costituito principalmente da una bombola di gas, secondo le prime informazioni – è stato scoperto stamani in una strada fra la sede del Comune e la sede di un altro ente pubblico, a Sant’Arcangelo (Potenza).
La bomba è stata scoperta da alcuni operai, al loro arrivo nella zona per eseguire dei lavori: l’area è stata evacuata e attualmente è transennata e controllata dai Carabinieri e dai Vigili del fuoco, nell’attesa di fare le valutazioni necessarie e decidere come rimuovere la bombola. (ANSA).

POTENZA – Gli investigatori non hanno ancora sciolto il dubbio se poteva esplodere o meno. E anche il messaggio contenuto in quella bombola del gas resta avvolto nel mistero quanto – almeno – al destinatario. L’obiettivo era il Comune di Sant’Arcangelo o piuttosto gli uffici locali di Acquedotto lucano?

Sono al lavoro da ieri mattina i militari della compagnia di Senise al comando del capitano Davide Palmigiani. A allertarli verso le 7:30 è stata la telefonata di un dipendente nel comune. L’uomo dopo aver parcheggiato poco lontano era stato attirato dal fumo che ha visto uscire dal vicolo chiuso che separa il municipio, dove si stava recando per prendere servizio, e il palazzo affianco. La scoperta proprio di fronte all’uscita secondaria dagli uffici: un bombolone del gas ricoperto di tappetini di catrame, gli stessi che si usano per i rivestimenti dei tetti, e lì vicino 5 lattine vuote di liquido infiammabile tipo trielina. E’ probabile che il responsabile abbia versato il liquido sul catrame e poi l’abbia acceso nel tentativo di innescare una combustione che avrebbe dovuto generare una temperatura sufficiente per scatenare l’espansione del gas all’interno della bombola. Quindi in pratica la sua esplosione.

Alla fine non è successo niente di tutto questo e gli investigatori, coordinati dalla procura della Repubblica di Lagonegro, stanno cercando di capire proprio se sia stato per un colpo di fortuna o per calcolo dell’attentatore, che per realizzare la sua bomba fai da te ha utilizzato un bombolone pieno soltanto fino a un quarto. Questo ha ridotto in maniera esponenziale le chance che un innesco di quel tipo potesse realmente funzionare. Cosa che vorrebbe dire che non era la sua reale intenzione veder saltare l’ingresso secondario del Comune provocando  chissà quanti altri danni attorno, vista anche la presenza di una grossa cabina elettrica lì vicino.  L’idea sarebbe stata piuttosto quella di lanciare un segnale e poco più, un messaggio ostile incontrovertibile, senza però rischiare di far male a qualcuno per sbaglio. Così si torna al mistero sul destinatario di tutto ciò.

Nei prossimi giorni i militari sentiranno personale sia del Comune che di Acquedotto lucano per capire se nelle scorse settimane ci siano stati segnali premonitori di quanto stava per accadere: se per esempio qualcuno in particolare ha avuto da ridire per qualcosa, e se esiste un contenzioso significativo aperto tra l’amministrazione e qualche cittadino. Idem per Acquedotto lucano spa, che di certo negli ultimi mesi non si è guadagnato molte simpatie tant’è che soltanto mercoledì la Cisl pensionati ha denunciato il fatto che in molti casi verrebbero notificate bollette già scadute, mentre è stata avviata da diversi mesi una campagna molto decisa per il recupero di oltre 50 milioni di crediti per bollette non pagate in tutta la Regione. E tra le categorie prese di mira non solo agricoltori, commercianti e imprese, ma anche un numero considerevole di pensionati che in molti casi faticano ad arrivare alla fine del mese. 

C’è poi un precedente che non può sfuggire e riguarda invece il sindaco di Sant’Arcangelo Domenico Esposito. Ad aprile dell’anno scorso infatti a finire in fiamme era stata la sua auto cosparsa in parte di un liquido infiammabile tipo trielina, come quello contenuto nelle lattine ritrovate ieri vicino al bombolone. Una casualità o la “firma” dell’attentatore? A caldo il sindaco ha negato di aver ricevuto minacce ma anche l’altro episodio è rimasto irrisolto quindi è probabile che sarà chiamato a fare uno sforzo maggiore.

Sul posto ieri mattina sono arrivati anche i vigili del fuoco  che dopo aver messo in sicurezza la zona, hanno potuto operare e scongiurare ogni pericolo. La bombola è stata rimossa e posta sotto sequestro insieme ai contenitori del liquido infiammabile ritrovati lì vicino.

l.amato@luedi.it

(la foto è stata scattata dal sindaco di San Chirico Raparo, Claudio Borneo, che si trovava a Sant’Arcangelo per una riunione e che ha subito espresso la solidarietà al collega Domenico Esposito

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