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Vito Bardi

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POTENZA – «Anche su questa vicenda, come avvenuto per esempio in Asm, abbiamo seguito le regole (…) Le istituzioni seguono le regole. La “cacciata” del lavoratore “sgradito” risponde a una logica padronale, che non può appartenere alle istituzioni e che immagino non piaccia nemmeno agli iscritti ai sindacati».

Ha replicato così il governatore Vito Bardi, ieri, alle polemiche montate dopo la sospensione del direttore generale dell’Arpab, Antonio Tisci, seguita alla denuncia per essere andato in ufficio nonostante la positività al covid 19. Una sospensione criticata apertamente dalla Cgil, più Pd e Movimento 5 stelle, che avrebbero preferito la rimozione immediata del dg.

Quella appena trascorsa è stata un domenica particolarmente inquieta per il governatore, stretto tra le scadenze progettuali del Piano nazionale di ripresa e resilienza, e la verifica di maggioranza aperta dalla Lega, che ha convocato per oggi una conferenza stampa al riguardo. Oltre ovviamente al caso Tisci, con la decisione di avviare le procedure previste all’articolo 22 della legge istitutiva dell’Arpab che prevede la revoca della nomina del direttore generale «nel caso di gravi e reiterate violazioni di leggi».

Al Quotidiano del Sud, Bardi ha ribadito la stretta aderenza alla norma del procedimento avviato nei confronti del direttore generale dell’Arpab. E non ha risparmiato una stoccata ai suoi detrattori, citando quanto accaduto di recente all’Azienda sanitaria di Matera, dove chi oggi predica «tolleranza zero» è rimasto in silenzio in seguito alle condanne del processo “sanitopoli”. Sicché è toccato alla “sua” direttrice generale, Sabrina Pulvirenti, farsi carico in solitudine dell’onere di mettere in pratica quanto previsto dalla legge Severino. Spogliando degli uffici direttivi l’ex direttore amministrativo della stessa Asm, Maria Benedetto, condannata a 5 anni per una serie di reati.

«L’articolo 4 del contratto di lavoro del direttore generale di Arpab – ha spiegato il governatore – prevede, ad integrazione dell’articolo 22 della legge regionale 1/2020, l’obbligo di contestazione in tutti i casi, anche quelli più gravi, alla quale l’interessato può rispondere nel termine di 15 giorni». Quanto alla sospensione adottata in attesa dell’esito della procedura per la risoluzione del contratto del dg, Bardi ne ha voluto sottolineare la tempestività.

«È stata immediata, a nemmeno 24 ore dalla missiva dei Nas pervenuta alla mia attenzione. Abbiamo tutelato e tuteleremo gli interessi e l’immagine dell’ente, come ebbi modo di dire in Consiglio regionale nel novembre scorso». Assai più concilianti, invece, i toni sul dibattito all’interno della maggioranza a proposito dello spirito e degli obiettivi per la seconda parte della legislatura regionale. Anche se il presidente della giunta regionale non nasconde il suo disappunto per le difficoltà incontrate nel tentativo di rilancio dell’azione della sua amministrazione. E in caso di ulteriori perdite di tempo ribadisce l’intenzione di assumere le decisioni più opportune. Un modo neanche tanto velato per paventare le sue dimissioni e il ritorno alle urne con due anni di anticipo.

«Aspetto proposte e indicazioni precise dai partiti». Queste le dichiarazioni del governatore. «Ben vengano quelle della Lega. Personalmente ho sempre chiesto, invocato e ricercato proposte di legge, idee e azioni concrete per governare sempre meglio la Basilicata. Gli assessori e i consiglieri regionali, anche quelli della Lega, conoscono bene la mia disponibilità all’ascolto e alla condivisione. Martedì ci sarà una riunione dei coordinatori regionali a Roma: speriamo di poter rilanciare l’azione amministrativa in tempi rapidissimi e in maniera condivisa. Altrimenti prenderò le mie decisioni. Nell’esclusivo interesse dei lucani. I miei concittadini sanno bene che non ho altri interessi».

Al primo posto nell’agenda Bardi, infatti, resta «il futuro della Basilicata». Su cui in un momento storico come l’attuale andrebbero concentrati tutti gli sforzi possibili. «La mia priorità è il Piano nazionale di ripresa e resilienza». Ha concluso il governatore. «Dopo la pandemia, con una campagna vaccinale governata in maniera efficiente, numeri alla mano, dalla Regione, dobbiamo pensare a disegnare il futuro della Basilicata. Prima il piano strategico regionale, ora il Pnrr. A questo stiamo lavorando. A questo dovrebbe pensare una politica lungimirante. Veniamo da 30 anni di scelte sbagliate: la sfida che abbiamo davanti a noi è epocale. Spero che tale portata sia compresa da tutti».

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