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POTENZA – La Regione Basilicata, con una determina dirigenziale del dipartimento “Politiche della Persona” effettuerà nei prossimi giorni il pagamento della prima tranche del fitto della sede Avis di Potenza mettendo così la parola fine ad un contenzioso, con l’Ater, che risale al 2009.

Il governatore ha invita i due esponenti dell’Associazione volontari del sangue De Stefano e Cioffi a sospendere lo sciopero della fame e a riprendere con serenità il prezioso lavoro finalizzato a promuovere la cultura della donazione

Il governo regionale, facendo propria una mozione presentata in Consiglio regionale, ha previsto nel bilancio, recentemente approvato, una somma da destinare agli arretrati per il fitto della sede Avis di Potenza. Oggi è stata approvata la delibera di Giunta regionale che consentirà di attribuire le poste finanziarie ai vari capitoli di spesa, a cui farà seguito nei prossimi giorni la determina dirigenziale del Dipartimento Sanità. Il saldo della somma dovuta all’Ater verrà riconosciuto con il prossimo assestamento di bilancio.
“L’Avis e altre associazioni di volontariato impegnate nella promozione della donazione di sangue – afferma il presidente della Regione Basilicata Marcello Pittella – svolgono un ruolo fondamentale nel sistema regionale della salute. Era pertanto doveroso porre fine a questa vertenza riconsegnando serenità agli operatori che meritano di svolgere la loro preziosa attività nella sede storica dell’Associazione. Nell’apprezzare la determinazione dei due consiglieri dell’Avis Genesio De Stefano e Salvatore Cioffi li invito a sospendere lo sciopero della fame e a riprendere con serenità il loro lavoro svolto nell’esclusivo interesse della collettività”.

Intanto  il consigliere regionale Giannino Romaniello (Gruppo misto) interviene sulla vicenda dello sfratto dell’Avis di Potenza che rischia di perdere la sua sede storica di Via Donatori del sangue, per il mancato pagamento, da parte della Regione Basilicata, dei canoni di affitto. “Gli arretrati – ricorda il consigliere – ammontano a quasi 250 mila euro. L’Ater, proprietaria dell’immobile, non percepirebbe il pagamento del canone dal 2009”.

“Per scongiurare lo sfratto, che diventerà esecutivo il 6 giugno – sottolinea Romaniello –  due consiglieri dell’Avis di Potenza hanno cominciato uno sciopero della fame e un presidio davanti alla sede potentina dell’associazione”. Oltre ad esprimere solidarietà ai due consiglieri Avis, Romaniello evidenzia la necessità di “dare applicazione alla mozione approvata il 7 marzo scorso dal Consiglio regionale con la quale si impegnava la Giunta a pagare i canoni di locazione arretrati o, comunque, a trovare una soluzione per scongiurare la chiusura della sede storica dell’Avis, a cui viene riconosciuto un ruolo strategico e determinante in funzione del raggiungimento dell’autosufficienza regionale per quanto riguarda il sangue intero e gli emoderivati, garantendo la stessa Avis di Potenza il 15% circa delle unità necessarie al fabbisogno regionale”.
Il consigliere Romaniello ricorda, inoltre, che “la Regione non ha rispettato l’accordo sottoscritto il  3 dicembre 2009 tra il dipartimento Sanità e associazione Avis Basilicata il quale prevedeva il pagamento degli oneri economici derivanti dal fitto della sede associativa di Potenza, cosa regolarmente avvenuta fin dal 1982”.

Inoltre, in sede di seconda Commissione consiliare, presieduta proprio da Romaniello, “l’Ater – spiega il consigliere – si era impegnata a posticipare la data dell’esecuzione dello sfratto dal 6 aprile al 6 giugno, mentre la Giunta, tramite il direttore del dipartimento Presidenza, si era impegnata ad inserire in bilancio, i fondi necessari al pagamento dei canoni di locazione. Ma mentre l’Ater ha rispettato l’impegno, la Giunta non ha inserito in bilancio le voci relative all’Avis, mettendo di fatto a forte rischio una realtà importante come quella dell’Avis di Potenza e rischiando di danneggiare principalmente i cittadini lucani, se si considera che proprio l’Avis di Potenza fornisce quasi il 50% del fabbisogno ematico dell’ospedale San Carlo”.

Romaniello auspica, pertanto, “una immediata soluzione della faccenda, sottolineando quanto paradossale sia questa situazione, se si considera che l’Ater è un Ente sub-regionale”.

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