X
<
>

Polizia penitenziaria, immagine di repertorio

Condividi:
3 minuti per la lettura

Nessuna traccia del detenuto di Lavello in fuga dalla comunità protetta di Taranto. L’uomo ha problemi psichici

LAVELLO – «La “scomparsa” dell’uomo di Lavello, con problemi psichici, dalla comunità protetta di Taranto a cui era stato affidato dai magistrati, è la conferma che non si può procedere con idee estemporanee non sapendo casa fare per la detenzione di persone con problemi psichici e per tossicodipendenti». Ad affermarlo è il segretario generale del Sindacato di polizia penitenziaria (Spp) Aldo Di Giacomo dopo la sparizione di Michele Tarricone, il 43enne di Lavello, di cui si sono perse le tracce da circa due settimane e per la cui sorte sono fortemente preoccupati e in ansia i familiari, che hanno anche presentato un esposto all’autorità giudiziaria per fare piena luce sull’accaduto ed accertare eventuali responsabilità.

Tarricone, che soffre di gravi problemi psichiatrici, è scappato la notte tra il 13 e il 14 agosto da una comunità di protetta di Taranto, in cui si trovava dopo essere stato trasferito dal carcere di Taranto, dove stava scontando la pena per delle condanne definitive. Un trasferimento avvenuto – come denunciato dal padre in un esposto – senza che familiari e avvocati ne sapessero nulla. Loro, della sparizione di Michele Tarricone, sono stati messi al corrente solo nel pomeriggio del 14 agosto, quando hanno ricevuto una telefonata dalla comunità protetta tarantina. Da allora, più nessuna notizia – neppure sulle eventuali ricerche e malgrado due viaggi a Taranto – come spiegato anche dall’avvocato della famiglia, Fabio Di Ciommo, che ha sottolineato come Michele Tarricone abbia «necessità di assumere farmaci quotidianamente» e sia impossibilitato a «resistere a lungo senza un minimo di supporto economico».

Michele Tarricone

«In questa estate fortemente segnata dalla “bandiera bianca” ammainata in carcere dallo Stato – spiega il sindacalista Di Giacono nella sua nota -, che ha manifestato l’assoluta incapacità di controllo, siamo stati abituati alle proposte più fantasiose di esponenti di Governo e politici ma, credo, il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro abbia superato tutti. Le ultime sue “perle” riguardano i detenuti tossicodipendenti da affidare (indistintamente) alle comunità terapeutiche e i detenuti immigrati da rispedire nei Paesi di provenienza. Belle proposte che cozzano contro una realtà che evidentemente Delmastro non conosce o finge di non conoscere».

Il segretario generale del Spp sottolinea che «resta ai livelli più alti degli ultimi 15 anni la presenza di detenuti definiti “tossicodipendenti”: sarebbero circa 18mila, poco meno del 30% del totale. Altri 6mila in associazione con l’art. 74 (associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope, 9%), un migliaio esclusivamente per l’art. 74 (1,5%). E si badi che il costo della sola carcerazione per droghe è oltre 1 miliardo di euro l’anno.

Come per i detenuti con problemi psichici – prosegue Di Giacomo -, anch’essi numerosi dopo la chiusura delle carceri psichiatriche e l’avvio delle Rems; è semplicemente impensabile affrontare il problema ipotizzando di metterli tutti fuori e di affidarli a comunità terapeutiche, intanto per il diffuso rifiuto degli stessi di andare in comunità e poi perché non ci sono alcune migliaia di posti disponibili in comunità e perché, come accaduto per l’uomo di Lavello, in tanti fanno perdere le proprie tracce».

Di Giacono aggiunge che «sfugge a Delmastro che diventerebbe comunque necessario spostare alcune migliaia di agenti penitenziari (come se gli attuali organici lo permettano) nelle comunità per assicurare i servizi di vigilanza. È arrivato il momento, piuttosto – conclude il segretario del Spp – che la questione “detenuti tossicodipendenti” e “psichiatrici” si affronti nei modi e con gli strumenti più idonei, che per gli “psichiatrici” sono strutture specifiche e specializzate».

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE