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Massimo Pagliara

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POTENZA – Sono tutte prescritte le accuse per l’ex oculista dell’Asp, Vincenzo Pagliara, e altre 30 persone ancora imputate nel processo nato dall’inchiesta, avviata nel lontano 2009, sulla compravendita di certificati di cecità nel poliambulatorio «Madre Teresa di Calcutta» di via del Gallitello, a Potenza.

’ quanto emerso ieri di fronte al collegio presieduto dal giudice Federico Sergi.

A dare atto della decorrenza dei termini di estinzione dei reati contestati, dalla corruzione al falso passando per la truffa e l’abuso d’ufficio, è stato il pm Laura Triassi (in partenza nei prossimi giorni per Nola dopo la nomina a procuratore capo). Lo stesso magistrato che ha coordinato le indagini sul caso, condotte da Squadra mobile e polizia municipale, per cui nel 2012 scattarono gli arresti per il 62enne Pagliara, e un noto avvocato del capoluogo, l’85enne Donato Giacomino.

Triassi ha sostenuto che dal dibattimento sarebbero emerse oltre ogni dubbio le responsabilità degli imputati. Per questo ha chiesto una sentenza di proscioglimento collettivo che farebbe salve le conseguenze risarcitorie dei fatti contestati.

Di tutt’altro avviso, però, i difensori dell’avvocato Giacomino, l’ex senatore Maurizio Paniz e Dino Donnoli, che hanno preso la parola subito dopo.

I due legali, infatti, hanno criticato con forza l’impianto accusatorio, quindi hanno chiesto l’assoluzione nel merito del loro assistito.

L’inchiesta, soprannominata “il canto delle sirene” aveva preso di mira, in particolare, 26 presunti “falsi ciechi”.

Tutto era nato dall’esposto a istituzioni e forze dell’ordine di un gruppo di ottici del capoluogo e provincia che avevano visto calare il loro fatturato da quando il salernitano Pagliara era arrivato in città.

«Prescrive gli occhiali e li vende lui stesso», avevano denunciato infuriati. Da qui sono partite le verifiche che hanno evidenziato come diversi ciechi e ipovedenti certificati da Pagliara, che per questo percepivano anche un regolare assegno di invalidità, svolgessero una vita regolare, facendo la spesa al supermercato, e firmando regolarmente i moduli per il ritiro della posta.

Fondamentali per chiudere l’indagine si sono dimostrate le intercettazioni telefoniche e ambientali effettuate sui cellulari di Pagliara e all’interno del suo studio nel poliambulatorio «Madre Teresa di Calcutta » della Asp di Potenza, che hanno ripreso passaggi di denaro, bustarelle e quant’altro.

Per aggiustare un certificato sarebbero bastati tra i 50 e i 300 euro, ma il danno economico stimato per le casse dello Stato ha superato i 168mila euro, pari a quanto erogato indebitamente dall’Inps in relazione ai presunti falsi invalidi individuati. Somma per cui sempre nel 2012 è stato disposto un sequestro preventivo per equivalente su beni e conti correnti dell’ottico.

Tra gli imputati per cui è stato chiesto il proscioglimento, ieri mattina, c’è anche l’ex consigliera comunale del Pd Lucia Sileo, ortottista in servizio all’Asp, che era stata coinvolta per alcune contestazioni collaterali al filone principale dell’inchiesta.

L’udienza è stata rinviata all’11 giugno per il prosieguo delle discussioni delle difese.

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