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Rocco Maglietta

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POTENZA – Con le accuse di abuso d’ufficio e falso, il pm del tribunale di Potenza, Maria Cristina Gargiulo, ha chiesto il rinvio a giudizio, nei confronti dell’ex primario del reparto di Neonatologia del San Carlo di Potenza, Camilla Gizzi, una neonatologa in servizio nello stesso reparto, Simona Pesce; gli ex vertici dell’azienda ospedaliera, Rocco Maglietta, Antonio Picerno e Maddalena Berardi, più l’attuale primario di Pediatria del presidio ospedaliero di Melfi, Saverio De Marca; la dirigente dell’ufficio personale Patrizia Vinci, e il Direttore generale in carica Massimo Barresi.
Gli otto indagati dovranno comparire il 16 febbraio 2021 davanti al Giudice per l’udienza preliminare di Potenza, per la decisione di merito sul rinvio a giudizio.
Accuse molto pesanti, che vedono come parte offesa il medico potentino Giulio Mario Strangio e l’azienda ospedaliera “San Carlo”, nella persona del suo rappresentante legale. Le indagini si sono concluse nel dicembre scorso, e riguardano fatti risalenti al 2016-2017. Tutto parte dalle denunce di Strangio, in servizio nella Neonatologia dell’ospedale di Potenza. Uno dei reparti con gli indici di stress più alti di tutta l’azienda ospedaliera, già finito alla ribalta delle cronache, nell’estate 2019, per i disservizi a seguito della concomitante assenza -per motivi vari- di quasi tutti i camici bianchi. Nelle denunce venivano evidenziate una serie di manovre, che avrebbero compromesso le aspirazioni professionali di Strangio a partire da dicembre del 2016, quando Gizzi avrebbe indicato Pesce, considerata l’istigatrice della condotta, come vicario per il 2017 e il 2018, “in assenza di una valutazione comparativa”. Una decisione che avrebbe penalizzato Strangio, “peraltro in origine nominato vicario”, senza nemmeno indicare le ragioni per cui “non avesse i requisiti per lo svolgimento di tali funzioni”.
Primaria e vicaria avrebbero concordato anche di comunicare al Direttore sanitario del San Carlo, Picerno, l’effettuazione (mai avvenuta secondo l’accusa) della valutazione comparativa, tra il curriculum della designata e quello di Strangio; tutto si sarebbe ripetuto a dicembre 2018, con la conferma dell’incarico a Pesce (compagna del direttore del dipartimento Materno-infantile del San Carlo, Sergio Schettini, ndr) per il 2019.
Nel 2017, però, Strangio sarebbe stato “fatto fuori” con modalità simili, ma questa volta nella corsa per l’incarico di direttore facente funzioni del reparto di Pediatria di Melfi, a favore di un altro collega, De Marca. Da qui le accuse all’ex Direttore generale Maglietta, a Picerno e all’ex Direttore amministrativo Berardi e allo stesso De Marca, sempre come “istigatore”, che qualche mese più tardi è stato confermato come primario titolare.
Un ultimo capo d’imputazione per falso e abuso d’ufficio, riguarda, infine, l’assegnazione delle responsabilità di direttore della Neonatologia del San Carlo, a febbraio 2019.
Un atto necessario, dopo le dimissioni di Gizzi e la revoca della nomina di Pesce, effettuata qualche mese prima, in attesa dell’individuazione del nuovo primario titolare (che avrebbe preso servizio solo a settembre 2019). Anche in questa occasione, però, secondo l’accusa sarebbero state ignorate le istanze di Strangio, non dando “pubblicità al posto resosi disponibile”. E qui le responsabilità cadrebbero sul nuovo Direttore generale Barresi, più Picerno e Berardi, che erano ancora in carica in attesa della designazione dei loro successori, e il capo del personale Vinci. Non resta che attendere la decisione del Gup, per capire se si andrà a processo.

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