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Francesco Piro, capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale

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POTENZA – Avrebbe simulato di essere stato investito dall’auto guidata dal presidente di un’associazione civica molto critica con lui e la sua parte politica.

E’ questa l’accusa per cui il procuratore della Repubblica di Lagonegro, Gianfranco Donadio, ha chiesto il rinvio a giudizio per Francesco Piro, capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale.

Il capo dei pm del centro valnocino ha formalizzato agli inizi di ottobre il capo d’imputazione per calunnia a carico di Piro. La fissazione dell’inizio dell’udienza preliminare davanti al gup Mariano Sorrentino, però, è arrivata soltanto la scorsa settimana, con le notifiche all’imputato e alla parte offesa, Tonino Mitidieri, che potrà costituirsi come parte civile.

I fatti risalgono al 24 ottobre dell’anno scorso quando Piro si è presentato dai carabinieri della “sua” Lagonegro per formalizzare una denuncia contro il presidente dell’associazione Agorà.

«Accusava falsamente, pur sapendolo innocente, Mitidieri Antonio del reato di tentativo di lesioni personali (denunciando il tentativo di investimento in suo danno operato da Mitidieri alla guida dell’autovettura Bmw…)». Così nel capo d’imputazione a firma del procuratore capo.

Quel giorno infatti, nella stessa caserma dei carabinieri, anche Mitidieri aveva presentato una denuncia sui fatti accaduti qualche ora prima poco lontano dall’ufficio postale di Lagonegro, in via IV Novembre. Solo che il racconto di quest’ultimo divergeva in tutto e per tutto da quello del neo capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, eletto 6 mesi prima all’interno del parlamentino lucano, ma in politica dal 2002, quando aveva appena 26 anni ed è stato nominato assessore nelle giunte di ispirazione di centrosinistra guidate da Francesco Costanza e da Domenico Mitidieri (ex Pd, in seguito avvicinatosi a sua volta al centrodestra).

Durante le indagini gli inquirenti hanno raccolto la testimonianza di diverse persone presenti quando è avvenuto il contatto tra Piro e Mitidieri. Lo stesso Mitidieri che qualche mese prima era stato tra gli animatori del boicottaggio delle elezioni comunali dato che l’unica lista in corsa era quella sostenuta dal capogruppo azzurro. S’intende la compagine guidata dall’attuale sindaco Maria Di Lascio, che due mesi fa ha finalmente ottenuto l’agognata fascia tricolore, dopo un anno di commissariamento seguìto proprio al mancato raggiungimento del quorum per la validità della consultazione precedente. Mentre all’ultimo minuto la candidatura a sindaco di Mitidieri, a capo di una variegata alleanza tra il mondo produttivo delle ex coop rosse e un’altra destra d’ispirazione sovranista, è sfumata a favore di quella di Tonio Brigante (classificatosi terzo nelle urne dietro l’ex vicesindaco Giovanni Santarsenio).

Il presidente dell’associazione Agorà ha raccontato che sarebbe stato Piro, dopo averlo visto fermo in auto a pochi metri da lui, a fare un balzo in avanti e a sferrare un calcio al veicolo con tanta forza da riuscire ad ammaccarne la carrozzeria. Poi il capogruppo azzurro, sempre secondo Mitidieri, si sarebbe messo a urlare chiedendo aiuto e lamentando di essere stato investito. Quindi si sarebbe allontanato senza dare seguito alle minacce di chiamare i carabinieri. Infine i due contendenti si sarebbero rivisti in caserma.

Esaminati tutti i riscontri a disposizione è stata quest’ultima la versione dell’accaduto sposata dal procuratore Donadio, che pertanto ha deciso di muovere formalmente delle accuse nei confronti di Piro.

Il capogruppo azzurro era già finito nel mirino degli inquirenti di Lagonegro (e a dicembre dell’anno scorso è stato rinviato a giudizio) per alcune ipotesi di truffa in concorso, evasione fiscale ed autoriciclaggio legate a un finanziamento della Regione Basilicata per i lavori di ammodernamento di un noto albergo effettuati dalla sua ditta di costruzioni.

Più di recente, invece, è stato coinvolto in un’altra inchiesta sulla regolarità della gara del Comune di Lagonegro, che aveva affidato a una sua società la gestione del Parco Giada: un ex giardino zoologico trasformato in fattoria didattica e centro sportivo.

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