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MELFI – Una strada maledetta, che conta lungo il suo percorso una serie infinita di morti. Gli ultimi tre nel giro di pochi giorni (LEGGI). La chiamano “la strada della morte” la Potenza-Melfi e per chi la percorre anche solo una volta è facile capire perché. Era un’arteria pensata per un traffico decisamente al di sotto di quello che poi si è riversato qui, non c’era neppure la Fiat quando fu realizzata. Ma nonostante le esigenze di mobilità dell’area si siano centuplicate, la strada è rimasta a due corsie, in alcuni tratti sono stati fatti dei lavori, ma nulla di evidentemente risolutivo.

L’ultimo incidente in ordine di tempo a inizio mese, il 2 luglio (LEGGI). In uno scontro frontale all’altezza di Vaglio è deceduto Rocco Bevilacqua, di Policoro, mentre la moglie all’ospedale San Carlo è stata sottoposta a un intervento chirurgico. Ferite altre due persone. Con le due vittime di ieri siamo a tre morti nel giro di appena una quindicina di giorni, francamente troppi.

E la lista dei morti sulle strade lucane si allunga ancora. Il 30 maggio ha perso la vita il 24enne Antonio De Cunzolo di Palazzo San Gervasio. Il giovane guidava il furgone di una compagnia telefonica per la quale lavorava. Aveva finito il turno e stava tornando in azienda. Era all’altezza dello svincolo di Atella (nei pressi del luogo in cui si è verificato l’incidente di ieri (LEGGI)) quando, per cause ancora in corso di accertamento, il suo furgone si è scontrato frontalmente con un’auto che proveniva nella direzione opposta. Una, in codice rosso, è stata trasportata in eliambulanza al San Carlo di Potenza.

Quella strada, pericolosissima, è destinata alla mobilità di centinaia di lavoratori che, ogni giorno, fanno un viaggio di andata e uno di ritorno. Una strada che conoscono, spesso trafficatissima e non è insolito che ci siano sorpassi azzardati o alta velocità. Una strada che va ripensata e riprogettata in base alle mutate necessità. Se non si vuole continuare a contare morti.

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