X
<
>

Carmine Vaccaro, segretario generale della Uil Basilicata

Condividi:
3 minuti per la lettura

Vaccaro (Uil): «Numeri teorici perché anche a seguito della diminuzione delle ispezioni in azienda, nell’ordine di un 30% l’anno, i numeri reali non si conosceranno mai. Il lavoro irregolare continua a essere una metastasi»

POTENZA – «Il lavoro irregolare anche in Basilicata continua ad essere una metastasi. Un dramma che riguarda tutto il Paese ed investe, soprattutto, i più deboli ed indifesi, risultando sempre più collegato al fenomeno dell’immigrazione, e confermando che la stessa immigrazione irregolare è l’effetto e non la causa dell’economia sommersa. Secondo l’Istat nel Paese il valore aggiunto generato dall’economia cosiddetta non osservata nel 2014 deriva per il 36,5% all’impiego di lavoro irregolare. Da noi secondo la stima dell’ufficio politiche territoriali della Uil – si legge in una nota – la quota di lavoratori irregolari è tra il 15 e il 18%, per un totale di circa 50mila lavoratori interessati ed un fatturato sommerso vicino al miliardo di euro». E’ quanto sostiene la Uil della Basilicata. 

II segretario regionale della Uil Carmine Vaccaro aggiunge che «l’altra faccia della medaglia del lavoro sommerso è costituita dalle tasse che mediamente vengono a mancare in Basilicata pari a circa 1.200 euro l’anno per ciascun residente e che quindi sono sottratte ad investimenti produttivi e sociali. Per un calcolo più preciso, secondo i dati del nostro Ufficio Uil, il gettito evaso è di circa 500 milioni di euro. Occorrono controlli ispettivi di maggiore intensità sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo ma ciò non sarà risolutivo senza la partecipazione di tutte le Istituzioni: nazionali e locali. E – precisa Vaccaro – parliamo sempre di numeri teorici perché anche a seguito della diminuzione delle ispezioni in azienda, nell’ordine di un 30% l’anno, i numeri reali non si conosceranno mai. Non so se, come sostengono autorevoli economisti, il sommerso costituisca realmente un vero e proprio ammortizzatore sociale, so solo che bisogna passare da impegni e documenti ad atti per la ridare piena dignità ai lavoratori irregolari e a quelli precari».

Vaccaro ricorda «che sindacati, imprese e Regione hanno da tempo individuato due strumenti essenziali: una normativa integrata per il contrasto al sommerso che abbia un profilo soprattutto di incentivazione a chi opera nel rispetto delle normative esistenti in materia di contratti di lavoro e di sicurezza sul posto di lavoro; l’Osservatorio regionale sul sommerso e sulla sicurezza del lavoro che realizzi, di intesa con la Direzione Regionale del Lavoro, delle Entrate, dell’Inps e dell’Inail un “database unico” sulle imprese regionali titolari di contributi pubblici per facilitare i controlli. La Uil di Basilicata ha sempre ritenuto che è indispensabile mettere in campo misure eccezionali, anche se provvisorie. Tra le nostre la sperimentazione del contratto di ricollocazione per soggetti fuoriusciti dal mercato del lavoro e per una nuova occupazione, rivolgendo grande attenzione alla platea di soggetti ammessi agli ammortizzatori sociali in deroga individuati tra giovani e lavoratori di età media (under 45) o a profili professionali che presentano buone caratteristiche per la ricollocazione. Una proposta per sottrarre una platea di persone più esposte al lavoro nero». 

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE