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Arnaldo Lomuti

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Il caso Claps frana sul campo largo: i coordinatori M5s ostili al candidato governatore di laici cattolici e Pd Chiorazzo, contro la Curia

POTENZA – Ha fatto nuovamente irruzione nel dibattito politico sulle elezioni regionali di inizio 2024 il caso della riapertura della chiesa della Trinità di Potenza. A poco più di trent’anni dall’omicidio di Elisa Claps nel sottotetto del tempio. Lì dove il corpo della sedicenne sarebbe rimasto nascosto fino al 2010.

Tra quanti si sono uniti allo sconcerto per la celebrazione, giovedì mattina, della prima messa dalla riapertura della chiesa, a cui la famiglia Claps si era vanamente opposta, infatti, ci sono stati i vertici lucani del Movimento 5 stelle: il coordinatore regionale Arnaldo Lomuti, e le coordinatrici provinciali Alessia Araneo e Viviana Verri.

Lo stesso trio che nei giorni scorsi aveva vergato un primo comunicato congiunto per marcare le distanze dalla deriva religiosa del “campo largo” in costruzione in vista del voto per contrastare il centrodestra. Liquidando come una dichiarazione «a titolo personale», in attesa di una decisione ufficiale del Movimento, l’apertura di un altro esponente pentastellato, il consigliere regionale Gianni Leggieri, alla candidatura a governatore del re delle coop bianche lucane, Angelo Chiorazzo. Vale a dire del profilo su cui hanno converso l’associazione dei laici cattolici di centrosinistra, Basilicata casa comune, e dal Partito democratico.

Lomuti, Araneo e Verri hanno espresso solidarietà alla famiglia Claps. In particolare al fratello di Elisa, Gildo, che ieri ha accusato di «mancanza di rispetto» e di «arroganza» il vescovo di Potenza, Salvatore Ligorio. Evidenziando la diffusa consapevolezza, dopo la messa in onda su Rai1 delle prime puntate della mini serie dedicata alla vicenda, «di quanto quella chiesa sia irrimediabilmente macchiata dal sangue e dalle menzogne che tra quelle mura si sono consumate».

«Basta strappi, bisogna ricucire come indicato da papa Francesco». Hanno commentato i pentastellati, evocando quella «frattura profonda» tra la società e la curia lucana. Frattura evidenziata, a fine ottobre, anche in un documento di alcuni amministratori locali democratici contro la designazione di Chiorazzo come candidato governatore del Pd.

«Quel senso di profonda ingiustizia che trapela inascoltato dalle parole di Gildo Claps non può lasciarci indifferenti». Hanno proseguito i coordinatori 5 stelle. «È dalle sue parole, fatte risuonare anche attraverso l’associazione Libera, che abbiamo appreso della scelta da parte della Curia potentina di celebrare messa in occasione del giorno dei defunti proprio nella chiesa della Trinità del capoluogo. Una scelta che sembra far sanguinare ancora la ferita, mai rimarginata, della famiglia Claps».

«La tragedia di Elisa e della sua famiglia – si legge ancora nella nota di Lomuti, Araneo e Verri – ha così scosso l’opinione pubblica anche e soprattutto a causa dell’inerzia di alcuni poteri, dalla curia alla giustizia. Comportamenti contro cui, malgrado il senso di solitudine e impotenza, la famiglia Claps ha lottato eroicamente. Sospinta dall’amore per Elisa e dal più forte dei sentimenti di giustizia. Ebbene, dopo un calvario trentennale, verità e giustizia sembrano essere compiute solo a metà. Non tutte le responsabilità sono state acclarate. La riapertura della chiesa al culto riacutizza le profonde ferite della famiglia Claps e addolora la memoria della comunità lucana».

«Non sta a noi giudicare le scelte della curia – hanno aggiunto ancora i coordinatori M5s -. Ma forse sta a noi, come persone e rappresentanti politici, continuare a chiedere verità e giustizia per Elisa, nonché rispetto per la sofferenza della famiglia Claps».

I tre esponenti politici hanno sottolineato anche la distanza tra l’operato della chiesa lucana e le parole di Papa Francesco. Il pontefice in una lettera aveva auspicato «un dialogo attento con la famiglia di Elisa Claps» e che la Trinità custodisse la memoria di Elisa, divenendo «un luogo per la preghiera silenziosa, l’Adorazione, la ricerca del conforto interiore e spirituale e per la promozione di una serena riflessione sulla sacralità della vita».

«Quel percorso di riconciliazione – hanno concluso – pare essere ancora molto lontano. Probabilmente, la scelta di svolgere la funzione religiosa in quel luogo acuisce piuttosto che rimarginare una ferita».

Quasi immediato il contrappunto del consigliere regionale Leggieri, che non è entrato nel merito della vicenda della Trinità. Ma a proposito delle prossime elezioni regionali ha denunciato la mancanza di coraggio, pragmatismo e realismo in quanti sono chiamati a «fare proposte, prendere decisioni», e ad «agire sotto pressione e con lungimiranza».

«Il coraggio di fare determinate scelte – ha aggiunto Leggieri – non cancella assolutamente principi morali, etici e politici che caratterizzano ognuno di noi. Anzi, ne rafforza la responsabilità che deriva da assumere una scelta. Quello che è lapalissiano, però, è che molto difficile fare politica in assenza di coraggio (…) E a pochi mesi di distanza da un test importante qual è il rinnovo del Consiglio regionale, le circostanze la chiamano a gran voce».

«Davanti alle proprie responsabilità è vietato tirarsi indietro». Ha aggiunto Leggieri. «È giusto e doveroso, invece, raccogliere le forze e affrontare la realtà con decisione e sangue freddo. Tenendo sempre ben a mente che fare politica significa fare l’interesse collettivo o della maggioranza e mai soltanto quello di una parte». Un messaggio alquanto evidente a chi all’interno del Movimento 5 stelle insiste nella ricerca di un candidato governatore di bandiera da proporre a Pd e alleati, e non ha ancora abbandonato l’idea, in caso di insistenze sul nome di Chiorazzo, dell’ennesima campagna elettorale in solitaria.

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