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Un frame della fiction

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Il 24 ottobre sono andate in onda in prima serata, su Rai 1, le prime due puntate della serie tv “Per Elisa, il caso Claps”

Non c’è soltanto la scomparsa di una ragazza di 16 anni e il ritrovamento del suo corpo, 17 anni dopo. C’è un intreccio diabolico che non risparmia colletti bianchi, sacerdoti, esponenti delle forze dell’ordine e che si stringe, quasi fino a far mancare l’aria, attorno alla famiglia di Elisa Claps di cui si perdono le tracce nel settembre del 1993 a Potenza fino al ritrovamento del suo corpo nel sottotetto della chiesa della Trinità, il 17 marzo del 2010.

Una storia che ha segnato per sempre non solo Potenza e che la serie tv “Per Elisa – il caso Claps” ha portato sullo schermo ieri sera (le prime due puntate) e continuerà il 31 ottobre e il 7 novembre, alle 21,25.

La serie nata dalla coproduzione tra la società italiana Fast Film e l’inglese Cosmopolitan Pictures, in collaborazione con Rai Fiction e con il patrocinio del Comune e della Provincia di Potenza è diretta da Marco Pontecorvo e si ispira al libro “Blood on the altar” dello scrittore e giornalista Tobias Jones che ripercorre la tragedia di Elisa e la morte di Heather Barnett, omicidi che hanno portato alla condanna di Danilo Restivo.

Commentando il lavoro che ha portato alla serie tv, Pontecorvo ha detto tra l’altro: «Spero di aver trovato l’equilibrio per raccontare una vicenda che definire cronaca nera vuol dire sminuire».

La serie ha contato sulla consulenza della famiglia Claps e di Gildo in particolare che ha spiegato: «Ho rifiutato il compenso che la produzione aveva previsto per la mia consulenza alla fiction ma la produzione me lo ha imposto. Per questo, insieme a tutta la famiglia, abbiamo deciso di devolvere quei soldi perché si realizzi uno dei sogni di Elisa. Lei, lo racconta nei suoi diari, voleva fare il medico. E avrebbe voluto prestare servizio con qualche associazione che si occupa di assistenza in Africa. Quindi stiamo lavorando al progetto di far costruire in Africa un ambulatorio medico che porti il suo nome».

Le riprese della serie si erano svolte fra gennaio e marzo scorso in alcuni dei luoghi simbolo della storia di Elisa, ad esclusione della chiesa della Trinità che le aveva negate spiegando in una nota: «La richiesta è stata negata non per diktat – che nessuno avrebbe potuto imporre – ma perché si tratta di riprese cinematografiche e televisive aventi un fine commerciale incompatibile con il valore storico, artistico e, soprattutto, religioso degli edifici di culto».

Un set, quello della fiction, particolarmente commosso dalla vicenda tragica di Elisa Claps che ha provocato un impatto emotivo molto forte come si comprende dalle parole di Gildo Claps alla presentazione ufficiale della serie a Roma. «Mi ha emozionato molto questo progetto iniziato 9 anni fa, mi ci sono ritrovato e in qualche misura e’ stato anche catartico. Avevo mille perplessità all’inizio… Questa e’ sempre stata una storia mediatica per forza di cose perche’ diversamente, purtroppo, sarebbe stata dimenticata come le tante storie che attraversano questo paese e che non hanno la necessaria attenzione.
E’ una storia estremamente dolorosa ma che ci ha fatto anche incontrare persone straordinarie, questa e’ una storia corale».

Di grande impatto l’interpretazione di Giulio Della Monica nei panni di Danilo Restivo che ha restituito in modo incredibilmente veritiero le contraddizioni e i misteri dietro la figura centrale di questa vicenda, condannato a 30 anni di carcere per la morte della giovane potentina, pena che sta scontando in Inghilterra dove è stato condannato a 40 anni per la morte di Heather Barnett.

Presentando la serie nel corso della rassegna “Matera Fiction” alcuni mesi fa, Michele Zatta, capo struttura di Rai Fiction aveva descritto molto bene. «Gli americani hanno Spiderman, Superman, Thor – aveva detto – Noi in Italia abbiamo Gildo Claps, il fratello di Elisa che per 17 anni ha rinunciato a tutto pur di non abbandonare la sua intenzione di rendere giustizia a sua sorella».

La battaglia combattuta senza mai abbassare la guardia per 17 anni, nel corso dei quali la scomparsa di Elisa è diventata un marchio impresso dalla comunità potentina sui suoi familiari, è il centro della serie di Raiuno che descrive gli anni passati a combattere chi vedeva i quella scomparsa un gesto volontario di Elisa e non, come invece, prove inconfutabili dimostravano, il gesto di una persona pericolosa.

Nel cast anche la giovane attrice materana Annachiara Canario, 26 anni. «Nella miniserie tv interpreto Angelica – spiega – si tratta di una ragazza semplice, che appena si rende conto della gravità della situazione, decide di aiutare la famiglia Claps nelle ricerche. E rimarrà vicino a loro fino alla fine. Ancora oggi, Angelica è una grande amica della famiglia, e dimostra ancora affetto e amicizia alla dolce Elisa».

“Per Elisa – Il caso Claps” è la storia dell’ininterrotta battaglia di Gildo Claps e della sua famiglia per fare luce sulla scomparsa di Elisa – spiegano da Rai Fiction – assicurare il suo assassino alla giustizia e sul perché la verità sia potuta rimanere oscurata per così tanto tempo.

Per l’attore pugliese Ganmarco Saurino il ruolo di Gildo Claps ha rappresentato una grande prova come ha dichiarato più volte che gli ha ricordato il forte legame che ha con i suoi due fratelli.

La serie arriva a poche settimane dal trentesimo anniversario della scomparsa e in concomitanza con la pubblicazione del libro “Io sono Elisa Claps” della giornalista Maria Grazia Zaccagnino. Attraverso i suoi diari inediti, a distanza di trent’anni, Elisa Claps racconta i suoi pensieri, l’amore per la famiglia, il rapporto con le amiche, la fede in Dio e il sogno di diventare medico.

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